Quando un uomo è contento di essere coerente,
quando si gonfia in un "voglio essere coerente"
è distorto, perché afferma se stesso,
e perciò può addirittura commettere
un errore più grave di quello che commetterebbe
non essendo coerente: l'orgoglio di sé.
La vera incoerenza, ed errore quindi, di un uomo
sta nella presunzione di sapere, di controllare,
di presumere la propria compiutezza, che altro non
è che l'arroganza di determinare in base a quel che
“tocca” di umano, finito, tangibile, circolare al proprio sé.
Come in tutte le esperienze meramente umane,
quando si smette di “cercare”, allora si “trova”.
Quando cioè si pone un limite alla propria ragione