lunedì, maggio 31, 2021

Ho comprato un dipinto

 


Anche un'azione che sembra semplice necessita di un'adeguata concentrazione.

Una volta ho provato ad appendere un quadro al muro.

Il foro è venuto troppo largo, e il chiodo ciondolando ha causato la caduta del dipinto.

Si è rotto il vetro e il quadro cadendo ha rovesciato un vaso di fiori sul tavolo, imbrattando d'acqua documenti su cui lavoravo da giorni (e notti).

Sul muro è rimasta una crepa, con quel buco a sghignazzarmi senza ritegno, e a farmi sentire un idiota completo.

Ora ho imparato come si deve fare.

Sabato, in una galleria del centro ho visto un quadro molto bello.

Non sono stato a pensarci due volte.

Un assegno bancario e il dipinto è mio.

Ma non è di questo che volevo parlarvi.

E' di quello che è successo dopo.

Sono tornato a casa.

Ho preso un chiodo e un martello.

L'operazione è riuscita e ho appeso il quadro.

Prendere un chiodo, battere con il martello fino a farlo penetrare nel muro e appendere il dipinto rappresenta una sequela importante nel segno della logica.

Qualcosa che ha un senso compiuto.

Ecco, tutto quello che facciamo dovrebbe avere un significato chiaro e preciso.

Voi agite rispettando la logica?


mercoledì, maggio 26, 2021

Le nozze di Cana

 



Nelle nozze di Cana, quando il vino è finito e avrebbe guastato la festa, Maria chiede al Figlio il miracolo. Gesù risponde che non è ancora il tempo,  ma la Madonna dice "Fate quello che vi ordina". Ecco, noi non possiamo immaginare lo sguardo  del Figlio che si incrocia con quello della Madre che legge il sì. Capite, ora, di che sguardo parlo?  Tanto per comprendere quello che sto scrivendo: tra i cinque sensi che permettono all'uomo  l'accesso alla realtà, il senso della vista è  quello più oggettivo e  più personale. Lo sguardo si rivela al mondo delle cose e degli uomini e, nello sguardo questo mondo viene accolto. E' antichissima, la si ritrova già in Platone ed è sepolta nella coscienza collettiva, l'osservazione che la pupilla ( l'intimo del nostro occhio) ha questo nome ( piccola fanciulla) in quasi tutte le lingue perché chi ci guarda vede riflessa in questa nostra intimità la sua propria immagine. L'essere umano è dunque per l'altro uomo lo specchio più naturale, più rivelatorio, più intimo e vivo. Abbracciare con lo sguardo è un vero atto dell'uomo-Dio, appartiene alla reciprocità dello sguardo, a  guardarsi a vicenda come avviene nelle scene di chiamate al Giordano: "Egli vide che lo seguivano...Venite e vedete, ed essi andarono insieme e videro, "Gesù fissò lo sguardo su di lui e disse: "Tu sei Simone".
Quando Gesù vide venire Natanaele disse: "Guarda,  ti ho visto sotto il fico....vedrai qualcosa di ancora più grande".
L'espressione " Vedere Dio", dunque mantiene tutto il suo valore nel Vecchio Testamento,  ma acquista certamente maggior rilevanza  nel Nuovo Testamento.
Sembra quasi che Maria non lo abbia sentito parlare. Va diritta dai servi e gli dice: "Fate quello che Egli vi dirà". Gesù nulla nega alla Madre. Non lo fa, perché non può, proprio Lui, disobbedire al quarto Comandamento: "Onora il padre e la madre", non lo fa perché immenso è l'amore che lo lega alla Mamma. Lo fa perché Maria ha detto sì all'Angelo, accettando tutte le conseguenze di quel "Sì", a quando lo accompagnerà fin sotto la croce, a quando, con Giovanni, Le verrà affidata l'intera umanità!









lunedì, maggio 24, 2021

L'amore è qualcosa di misterioso

 



L'amore comporta inevitabilmente un grande sacrificio: dover adattare il proprio io, i propri desideri, le proprie esigenze a quelli dell'altro. Significa rinunciare a essere egoisti, significa rinunciare a una parte di sè. In una società dove l'uomo è sempre più egocentrico, lo spazio dedicato all'amore diventa sempre più stretto. L'amore è un dono, è altruistico per forza. Certo, vuole anche essere ricambiato, ma un amore che vuole solo ricevere senza mai dare non è amore, è solo convenienza.

mercoledì, maggio 19, 2021

La civetta sul tetto del garage

 



Ho una casa di campagna e in estate, logicamente prima del Covid19, passavo lì almeno una settimana.
Mi fa compagnia  un husky che ulula tutta la notte.
Pure la mattina ulula, non si stanca mai.
Avrei dovuto dire che il mio vicino ha un husky, ma chi lo conosce il vicino?
Non l’ho mai visto completamente in faccia, per via delle siepi suppongo, che ci dividono.
Quando sono a casa ci scambiamo saluti e convenevoli attraverso l’edera, l’oleandro, il lauro, il pitosforo e i gelsomini.
So che ha la barba anche lui, nient’altro.
Solo il suo cane conosco e il suo cane ulula che sembra sempre salutare la vita: "…bye bye life, bye bye happiness…"
Una  sera  pensavo che stessero sgozzando il mio cane.
Lui, Argo, russava come un uomo, e mi ha guardato strano, come a dire: "Beh? Qualche problema?"
E’ un cane silenzioso in verità, non abbaia quasi mai e giocherellone.
Scemo probabilmente.
Comunque era una bella serata.
L’husky ululava, c’erano le stelle che si vedevano bene, una temperatura primaverile e i profumi della campagna ad alimentare ormoni e desideri, biochimica e fantasia.
Così mi sono seduto fuori al buio, salvo la luce piena di ragnatele di un lampione stitico che dovrò decidermi a cambiare, ma forse no, comincia a piacermi.
Siccome non era troppo tardi, mezzanotte circa, e non avevo ancora montato il tavolo che tengo in estate nel giardino, ho deciso che era il momento di farlo.
Dieci minuti ci ho messo.
Ero stanco e mi andava di stare fuori a fumare un sigaro e a riposare.
E’ arrivata la gatta. Una gatta nera, selvatica quasi, si fa accarezzare una o due volte l’anno, ma a fatica.
Aveva un topolino in bocca. Uno di quelli simpatici, con le zampe posteriori da saltatore (saltava in effetti), un musetto mite e grazioso. Lei ci ha giocato per un po’, quindi gli ha sgranocchiato la testa ed ha posato quello che rimaneva ai miei piedi. "Sei contento?", sembrava chiedere.
"Grazie stronza", le ho detto.
Torna a casa con gli animali più strani e li esibisce come trofei. Li uccide e basta, per gioco, per tenersi in allenamento credo.
E’ un predatore in fondo ed è la sua missione.
Ramarri, tortore, almeno tre bisce d’acqua, diverse lucertole, rospi, un piccolo di germano reale (di questo conosco i genitori), un rondone, una coppia di pettirossi, un codirosso, innumerevoli passeri, e altri ancora.
Le salme, se non me ne accorgo, le mangia il cane, che è silenzioso sì, giocherellone anche, ma sempre affamato.
La gatta era soddisfatta, così è saltata sul tavolo e si è messa a ronfare a debita distanza.
Ci stava una civetta, sul tetto del garage, canta tutte le sere e vola in silenzio, senza alcun rumore. Dicono che porti sfiga, che annunci la morte, a me piace.
Uno strano zoo di mezzanotte.


domenica, maggio 16, 2021

La paura di vivere

 



Le nostre società, così opulente, possono permettersi "di avere paura di vivere", altre società dove manca il cibo quotidiano, l'acqua quotidiana, la sanità pubblica, uno stato di diritto non si pongono il problema di avere paura di vivere; vogliono solamente poter non morire ante tempo.


mercoledì, maggio 12, 2021

Così parlò Zarathustra

 


Dio ha messo in tavola il 'pomo' sfidando quei due poveracci , a mangiarlo, puro sadismo.

Li ha privati subito del libero arbitrio, prova ne è l'enorme differenza sociale o la nascita di figli, voluti con amore, che nascono già irrimediabilmente malati, prova ne sono le guerre fratricide e tante tante ingiustizie che abbondano, coinvolgendo persone innocenti.

Questa è la voce del dissenso.

venerdì, maggio 07, 2021

La donna è cresciuta

 


L'intelligenza è qualcosa di molto diversa dalla scaltrezza, dall'astuzia, dalla malizia e ha una definizione dettata dai vocabolari che tu non puoi cambiare.
La capacità di risolvere situazioni complesse non si chiama furbizia, ma intelligenza.
Per intelligenza, in senso psicologico generale, si intende quel processo mentale che permette di acquisire nuove idee e capacità che consentono di elaborare concetti e i dati dell'esperienza per risolvere in modo efficace diversi tipi di problemi.
E' soggettiva e interessa sia l'uomo che la donna.


mercoledì, maggio 05, 2021

Storia di una tredicenne

 


Daniele scrive: 


La mia idea parte proprio dalla considerazione che spesso tutti facciamo e cioè che di un tema non se ne deve parlare solo il giorno a lui dedicato. Allora ho pensato che per il femminicidio  o la violenza psicologica o cmq ogni forma di violenza ed abuso sulle donne, potremmo fare con altri blogger  ossia altri di voi che mi seguono :-))) e che spero aderiranno alla proposta, un giorno al mese per tutto il 2021 dove ciascuno dei blogger partecipanti, pubblicherà un post su questo tema.




                           Cronaca di una violenza sessuale



La prima volta che gli inquirenti la sentirono come testimone aveva 13 anni. L’altro giorno, a 22 anni, era di nuovo lì, davanti alla Corte, a raccontare come andò quand’era ragazzina. Lei è la vittima, il reato è violenza sessuale e lo sfondo è Genova.
Per nove anni - nove - le complicazioni del processo sono cresciute assieme a lei in una specie di gioco dell’oca dove un passo avanti non è mai stato definitivo. Ne sono sempre seguiti due indietro, poi uno stop, poi un passaggio dal via, e ancora avanti temendo di retrocedere. E di tanto in tanto il sistema Giustizia ha preteso che lei si presentasse in aula a testimoniare. Anche se lo aveva già fatto altre volte, anche se agli atti c’era una prova audio che lei stessa aveva registrato per incastrare l’autore degli abusi. Niente è sembrato bastare nemmeno nell’ultima tappa della sua storia processuale: l’hanno richiamata di nuovo in aula. E lei, con la pazienza di Giobbe, ha spiegato una volta ancora dettagli che vorrebbe soltanto dimenticare.
Nel 2012, quando a scuola e a casa si accorsero che non era più la stessa, il danno era ormai fatto; il papà di una sua compagna di scuola, si scoprì, aveva a lungo abusato di lei e quella ragazzetta di 13 anni riuscì a registrare un audio nel quale lui, in sostanza, ammetteva gli abusi. In primo grado l’uomo fu condannato per una parte dei reati e assolto per un’altra, così il pubblico ministero fece ricorso per ottenere la condanna piena e ci riuscì. Ma a quel punto fu la difesa a fare ricorso in Cassazione: «C’è un difetto di motivazione», dissero gli avvocati di lui. La Cassazione decise che stavolta avevano ragione loro, il processo tornò in aula e lei fu chiamata di nuovo a testimoniare. Finì che lo condannarono anche stavolta «ma il giudice ha fatto domande suggestive», lamentarono fra le altre cose i legali dell’uomo. Altro ricorso in Cassazione che confermò: domande suggestive. Tutto annullato e ritorno in Corte d’appello.
Solo che, appunto, fra un passo avanti e uno indietro lei è diventata pellegrina delle aule di Giustizia e a 22 anni ha ricevuto un’altra convocazione: presentarsi in aula, prego. Ed eccola lì, di nuovo, a raccontare tutto daccapo. L’hanno condannato (è la terza volta) ma siamo ancora in appello ed è scontato un nuovo ricorso in Cassazione. Quindi nulla è detto, salvo una cosa: lei non ne può più.



Storia letta sul Corsera
Giusi Fasano | 02 maggio 2021

lunedì, maggio 03, 2021

Il complesso di Aristotele

 






Il Dialogo è proposta all'altro di quello che io vedo e attenzione a quello che l'altro vive, per un amore a lui che non implica affatto un dubbio di me che non implica affatto il compromesso in ciò che io sono. Questa è l'apertura fatta propria dalla coscienza ,che parte dalla affermata unità dell'umana natura, al di là di ogni ideologia, e che proclama come legge l'affermazione della persona, e quindi l'affermazione della sua libertà.