Ho una casa di campagna e in estate, logicamente prima del Covid19, passavo lì almeno una settimana.
Mi fa compagnia un husky che ulula tutta la notte.
Pure la mattina ulula, non si stanca mai.
Avrei dovuto dire che il mio vicino ha un husky, ma chi lo conosce il vicino?
Non l’ho mai visto completamente in faccia, per via delle siepi suppongo, che ci dividono.
Quando sono a casa ci scambiamo saluti e convenevoli attraverso l’edera, l’oleandro, il lauro, il pitosforo e i gelsomini.
So che ha la barba anche lui, nient’altro.
Solo il suo cane conosco e il suo cane ulula che sembra sempre salutare la vita: "…bye bye life, bye bye happiness…"
Una sera pensavo che stessero sgozzando il mio cane.
Lui, Argo, russava come un uomo, e mi ha guardato strano, come a dire: "Beh? Qualche problema?"
E’ un cane silenzioso in verità, non abbaia quasi mai e giocherellone.
Scemo probabilmente.
Comunque era una bella serata.
L’husky ululava, c’erano le stelle che si vedevano bene, una temperatura primaverile e i profumi della campagna ad alimentare ormoni e desideri, biochimica e fantasia.
Così mi sono seduto fuori al buio, salvo la luce piena di ragnatele di un lampione stitico che dovrò decidermi a cambiare, ma forse no, comincia a piacermi.
Siccome non era troppo tardi, mezzanotte circa, e non avevo ancora montato il tavolo che tengo in estate nel giardino, ho deciso che era il momento di farlo.
Dieci minuti ci ho messo.
Ero stanco e mi andava di stare fuori a fumare un sigaro e a riposare.
E’ arrivata la gatta. Una gatta nera, selvatica quasi, si fa accarezzare una o due volte l’anno, ma a fatica.
Aveva un topolino in bocca. Uno di quelli simpatici, con le zampe posteriori da saltatore (saltava in effetti), un musetto mite e grazioso. Lei ci ha giocato per un po’, quindi gli ha sgranocchiato la testa ed ha posato quello che rimaneva ai miei piedi. "Sei contento?", sembrava chiedere.
"Grazie stronza", le ho detto.
Torna a casa con gli animali più strani e li esibisce come trofei. Li uccide e basta, per gioco, per tenersi in allenamento credo.
E’ un predatore in fondo ed è la sua missione.
Ramarri, tortore, almeno tre bisce d’acqua, diverse lucertole, rospi, un piccolo di germano reale (di questo conosco i genitori), un rondone, una coppia di pettirossi, un codirosso, innumerevoli passeri, e altri ancora.
Le salme, se non me ne accorgo, le mangia il cane, che è silenzioso sì, giocherellone anche, ma sempre affamato.
La gatta era soddisfatta, così è saltata sul tavolo e si è messa a ronfare a debita distanza.
Ci stava una civetta, sul tetto del garage, canta tutte le sere e vola in silenzio, senza alcun rumore. Dicono che porti sfiga, che annunci la morte, a me piace.
Uno strano zoo di mezzanotte.