Un politico che odiava gli indifferenti, quelli che non sanno scegliere
Questa lettera è stata inviata da Antonio Gramsci il 10 maggio 1928 alla madre, poco prima della sua condanna a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni di reclusione.Carissima mamma, non ti vorrei ripetere ciò che ti ho spesso scritto per rassicurarti sulle mie condizioni fisiche e morali. Vorrei, per essere proprio tranquillo, che tu non ti spaventassi o ti turbassi troppo qualunque condanna siano per darmi.
Che tu comprendessi bene, anche col sentimento, che io sono un detenuto politico e sarò un condannato politico, che non ho e non avrò mai da vergognarmi di questa situazione.
Che, in fondo, la detenzione e la condanna le ho volute io stesso, in certo modo, perché non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione. Che perciò io non posso che essere tranquillo e contento di me stesso. Cara mamma, vorrei proprio abbracciarti stretta stretta perché sentissi quanto ti voglio bene e come vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente.
La vita è così, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini.
Ti abbraccio teneramente.
Nino.
Le lettere sono uno dei più grandi e sconvolgenti documenti, o inconsapevoli "pezzi" di grande letteratura del 1900.
Da Gramsci che sfida il regime e viene arrestato all'uomo cha fa un viaggio in Italia attraverso le prigioni. Dall'uomo che scopre la dimensione barbara della segregazione allo studioso che polemizza con Croce, studia Machiavelli, divora Padre Brown, guarda a Gandhi. Dal padre che affascina i figli con le immagini colorate degli animali della foresta, o coi ricordi dell'infanzia della caccia alle rane al marito, al cognato e al figlio, che cerca ragioni di amore e di vita.
Eric Hobsbawm ha scritto:" L'elenco degli autori di tutto il mondo le cui opere sono più frequentemente citate nella letteratura internazionale di arte e di umanità contiene pochi nomi italiani, di cui soltanto cinque nati dopo il XVI secolo. In questo elenco non è compreso Vico e nemmeno Machiavelli, mentre è citato Antonio Gramsci".
Gramsci il grande intellettuale che sapeva commuoversi.
RispondiEliminaCosì parla della sua donna:
Giulia, ventiseienne, è bella, alta, ha un aspetto romantico; Gramsci ne è conquistato. Ricorderà: «il primo giorno che non osavo entrare nella tua stanza perché mi avevi intimidito al giorno che sei partita a piedi ed io ti ho accompagnato fino alla grande strada attraverso la foresta e sono rimasto tanto tempo fermo per vederti allontanare tutta sola, col tuo carico da viandante, per la grande strada, verso il mondo grande e terribile ho molto pensato a te, che sei entrata nella mia vita e mi hai dato l'amore e mi hai dato ciò che mi era sempre mancato e mi faceva spesso cattivo e torbido». E quell'immagine di lei, viandante in un mondo grande e terribile, con il suo senso doloroso di distacco, ritornerà ancora dal carcere: «Ricordi quando sei ripartita dal bosco d'argento ti ho accompagnata fino all'orlo della strada maestra e sono rimasto a lungo a vederti allontanare così ti vedo sempre mentre ti allontani a passi brevi, col violino in una mano e nell'altra la tua borsa da viaggio, così pittoresca».
Io non sarei capace. Mi sento eroico con appena la mia onestà da strada.
RispondiEliminaNormale. Gramsci è uno dei pochi intellettuali dell'Italia.
EliminaCiao Gus! ...toccando le lettere del figlio di sua madre...
RispondiEliminaIl patrimonio che Antonio Gramsci ha lasciato all'Italia è veramente immenso.
RispondiEliminaCiao Irina.
A parte l'oramai ampiamente e giustamente riconosciuto valore politico,sociale ed aggiungerei etico della figura di Gramsci, mentre leggevo la la sua lettera che hai postato, pensavo anch'io la stessa cosa che hai scritto nel post ossia di come quella lettera fosse davvero un pezzo di grande letteratura dal quale traspare tutta la serenità e la pace della sua coscienza per una condizione ingiusta ma che lui ha se non scelto, messo ovviamente in conto e che accetta serenamente perchè la vera sofferenza sarebbe stata, per lui, quella di ripudiare le sue idee.
RispondiEliminaQuando parla della donna che ama il suo scrivere raggiunge vette sublimi.
EliminaGramsci diventa rivoluzionario nel crogiuolo della crisi della prima guerra mondiale; lo diventa come giovane, come militante della gioventù socialista e come intellettuale.
I *Quaderni del carcere* furono sottratti dalla cognata di Gramsci (Tatiana Schucht), dalla camera sella clinica Quisisana di Roma dove Gramsci era spirato, e portati a Raffaele Mattioli che li custodì nelle casseforti della Banca Commerciale Italiana di cui era il presidente.
EliminaSuccessivamente furono consegnati a Piero Sraffa, economista, amico di Gramsci e di Mattioli, professore in Inghilterra, e da Londra furono recapitati a Togliatti, a Parigi.
Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno.
RispondiEliminaPerciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un'azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date.
Dicono che la cronologia è l'ossatura della storia; e si può ammettere. Ma bisogna anche ammettere che ci sono quattro o cinque date fondamentali, che ogni persona per bene conserva conficcate nel cervello, che hanno giocato dei brutti tiri alla storia. Sono anch'essi capodanni. Il capodanno della storia romana, o del Medioevo, o dell'età moderna.
E sono diventati così invadenti e così fossilizzanti che ci sorprendiamo noi stessi a pensare talvolta che la vita in Italia sia incominciata nel 752, e che il 1490 0 il 1492 siano come montagne che l'umanità ha valicato di colpo ritrovandosi in un nuovo mondo, entrando in una nuova vita. Così la data diventa un ingombro, un parapetto che impedisce di vedere che la storia continua a svolgersi con la stessa linea fondamentale immutata, senza bruschi arresti, come quando al cinematografo si strappa il film e si ha un intervallo di luce abbarbagliante.
Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell'animalità per ritrarne nuovo vigore.
Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni dei nostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno del tripudio. Tutto ciò stomaca.
Aspetto il socialismo anche per questa ragione. Perché scaraventerà nell'immondezzaio tutte queste date che ormai non hanno più nessuna risonanza nel nostro spirito e, se ne creerà delle altre, saranno almeno le nostre, e non quelle che dobbiamo accettare senza beneficio d'inventario dai nostri sciocchissimi antenati.
È una lettera intima e piena di vita, e di voglia di vivere anche a costo di ottenere 'fine pena mai ' o la pena di morte. Anche se è una lettera indirizzata alla madre, ora è un patrimonio da custodire. Ciao @Gus
RispondiEliminaПривет @Gus!Наследие Антонио Грамши, действительно, огромно. Спасибо за информацию!
RispondiEliminaCiao @Gus! L'eredità di Antonio Gramsci è davvero enorme. Grazie per le informazioni!
EliminaСпасибо, дорогая амива
EliminaПривет.
Ogni nostra azione si trasmette negli altri secondo il suo valore di bene e di male.
RispondiEliminaPassa di padre in figlio, da una generazione all'altra, in un movimento perpetuo.
Dal '20 in poi ho in gran parte vissuto sotto l'incubo di ciò che sarebbe successo in Italia.
RispondiEliminaEro un combattente che non ha avuto fortuna e i combattenti non possono e non devono essere compianti, quando hanno lottato non perché costretti, ma perché così essi stessi hanno voluto consapevolmente.
RispondiEliminaStraordinaria la figura di Gramsci, e la sua lettera è il miglior esempio per esprimere ciò che dici nel post sull'importanza di questi documenti ormai quasi del tutto scomparsi.
RispondiEliminaNon esistono più uomini come Gramsci, anche perché non ci sono più le condizioni, nell'appiattimento politico generale, di diventare un combattente.
EliminaSi lotta tutti i giorni, qualcuno per i propri ideali, qualcuno per sopravvivere.
RispondiEliminaIl futuro è incerto per tutti.. Forse appartiene a chi crede nella bellezza della lealtà, del coraggio. Io non credo ai sogni, ma forse qualche sogno potrebbe diventare realtà. È stimolante scoprire che, nonostante tutto, il tuo puzzle, che è il percorso della vita, mi appare in tutta la sua chiarezza. Ogni giorno mi prendo cura di me, ma non solo, nonostante qualche cicatrice e ricordo indelebile, continuo a sperarci. Audaci saranno chi saprà varcare il confine della giustizia dei propri ideali. La sola verità ci indica la giusta direzione da prendere e lottare con tutte le forze per trasformarla in realtà.
I sogni sono pazzie, e la pazzia è un lungo sonno. Alcune donne scelgono di seguire gli uomini, e altre scelgono di seguire il coraggio. Qualche immagine può essere forte, a tratti sgradevole, ma è anche la fotografia più cristallina di ciò che serve veramente per realizzare la fine del tuo cammino.
Io detesto il sogno perché la vita che hai devi realizzarla senza stramberie. Se gli incontri che fai sono buoni ti spetterà un pizzico di serena felicita, se la causalità ti fa sbattere con la persona sbagliata, la tristezza sarà la tua compagna.
RispondiEliminaQueste tue frasi non mi riguardano.
RispondiEliminaIo sono fiera anche di quel poco che sono riuscita a fare,sempre con coraggio e lealtà e da sola
Sempre sola.
Brava.
EliminaCiao.
Ti sei chiesto perché abbiamo smesso di combattere?
RispondiEliminaL'omologazione, ampiamente prevista dall'intellettuale Pasolini, ha reso invisibile il male.
EliminaQuanti borghesucci da strapazzo che fanno bandiera di essere di sinistra per avere benefici ne abbiamo piene le pagine di storia. Guttuso, era un pittore di sinistra, ed era un borghesuccio, perché al P.C.I. piaceva avere come immagine la sua arte.
Ah, certo, dipingeva la Vucceria, e intanto si faceva pagare con i milioni i suoi quadri, bell'esempio di "compagno".
Si, sono sempre i "banderuola" di sinistra, con i soldi in tasca, però.
RispondiEliminaTutte le conquiste sociali dei lavoratori vengono dalla sinistra italiana.
RispondiEliminaIl PCI era un grande partito. Dopo il fallimento del socialismo reale è il PCI ha cominciato a cambiare nomi fino a diventare un partito di centro, il PD.
Sempre meglio di Forza Italia, lo stalliere di Arcore, le olgettine, Previti e Dell'Utri. In data 11 dicembre 2004, il Tribunale di Palermo condanna Marcello Dell'Utri a nove anni di reclusione con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.