Io sono cattolico. L'elemento caratterizzante di questa religione è il libero arbitrio. Nessuno deve cercare di imporre un dio.
La tua libertà sceglie che un dio non può interferire sulla tua vita.
La mia libertà, invece, leggendo i Vangeli che parlano di Cristo, mi indirizza a fare entrare nella mia vita la proposta di vita del Figlio dell'uomo.
Io scrivo le motivazioni della mia scelta e mi relaziono con tutti attraverso il Dialogo.
Il Dialogo è proposta all'altro di quello che io vedo e attenzione a quello che l'altro vive, per un amore a lui che non implica affatto un dubbio di me che non implica affatto il compromesso in ciò che io sono. Questa è l'apertura fatta propria dalla coscienza cristiana, che parte dalla affermata unità dell'umana natura, al di là di ogni ideologia, e che proclama come legge l'affermazione della persona, e quindi l'affermazione della sua libertà.
Gesù è venuto sulla terra per uscire da un insieme di leggi e regole e parlare con l'uomo, vivendo da uomo.
Gesù piange quando sa della morte del suo amico Lazzaro, Gesù salva l'adultera dalla lapidazione, Gesù dimostra che amare il prossimo non è esclusiva prerogativa del cristiano ( parabola del samaritano),Gesù piange nell'Orto degli Ulivi, Gesù dice al Padre: "Perché mi hai abbandonato!"
Un ragionamento è sempre riferito al generale e non al caso soggettivo. Io vado in parrocchia anche la sera. Tempo fa il mio lavoro doveva proprio essere illuminato dallo Spirito Santo. Non avevo tempo per andare la sera e allora la domenica ero attentissimo nel partecipare alla Messa perché pensavo: "Quello che mi illumina oggi mi deve bastare una settimana".
Il problema dei giovani è che la loro vita affettiva per la Chiesa scivola nel peccato.
Il messaggio di Cristo deve creare stupore, entrare nei cuori delle persone. Difficile che accada con il dito puntato contro.
La tua libertà sceglie che un dio non può interferire sulla tua vita.
La mia libertà, invece, leggendo i Vangeli che parlano di Cristo, mi indirizza a fare entrare nella mia vita la proposta di vita del Figlio dell'uomo.
Io scrivo le motivazioni della mia scelta e mi relaziono con tutti attraverso il Dialogo.
Il Dialogo è proposta all'altro di quello che io vedo e attenzione a quello che l'altro vive, per un amore a lui che non implica affatto un dubbio di me che non implica affatto il compromesso in ciò che io sono. Questa è l'apertura fatta propria dalla coscienza cristiana, che parte dalla affermata unità dell'umana natura, al di là di ogni ideologia, e che proclama come legge l'affermazione della persona, e quindi l'affermazione della sua libertà.
Gesù è venuto sulla terra per uscire da un insieme di leggi e regole e parlare con l'uomo, vivendo da uomo.
Gesù piange quando sa della morte del suo amico Lazzaro, Gesù salva l'adultera dalla lapidazione, Gesù dimostra che amare il prossimo non è esclusiva prerogativa del cristiano ( parabola del samaritano),Gesù piange nell'Orto degli Ulivi, Gesù dice al Padre: "Perché mi hai abbandonato!"
Un ragionamento è sempre riferito al generale e non al caso soggettivo. Io vado in parrocchia anche la sera. Tempo fa il mio lavoro doveva proprio essere illuminato dallo Spirito Santo. Non avevo tempo per andare la sera e allora la domenica ero attentissimo nel partecipare alla Messa perché pensavo: "Quello che mi illumina oggi mi deve bastare una settimana".
Il problema dei giovani è che la loro vita affettiva per la Chiesa scivola nel peccato.
Il messaggio di Cristo deve creare stupore, entrare nei cuori delle persone. Difficile che accada con il dito puntato contro.
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RispondiEliminaIl primo commento è in risposta a una domanda intelligente.
RispondiEliminaLa prendo dalla moderazione:
Chi è? Tua moglie burattino con i fili lasciati andare da te?
Mia moglie è morta il 28 febbraio 2011.
RispondiEliminaNon può rispondere.
La verità deve essere provata. Se non lo è si tratta di calunnia e si rischia la querela.
EliminaLa prima a dimostrarlo sei stata proprio tu. Ha denunciato il fatto alla Polizia Postale facendo nomi e cognomi?
Gesu' Cristo è un simbolo anche per chi non crede.
RispondiEliminaE' il più grande rivoluzionario della storia, il rivoluzionario dell'amore.
Non è facile seguire la sua strada, neppure per il migliore dei Cattolici.
Cristo metà dio e metà uomo oltre a caricarsi i peccati passati, presenti e futuri dell'uomo sperimenta le nostre difficoltà di adesione.
EliminaIntanto per farsi trovare forte dalla tentazione digiuna 40 giorni nel deserto e scopre i primi ostacoli per l'uomo:
La prima tentazione riguarda il cibo, con l'invito a trasformare le pietre in pane.
La seconda tentazione riportata da Matteo è un invito a buttarsi giù dal punto più alto del Tempio di Gerusalemme, con la certezza del soccorso degli angeli di Dio. Si tratta di un invito a ostentare il suo potere.
Nella terza tentazione si offre il Potere.
Gesù è completamente uomo quando piange per la morte di Lazzaro. E' ancora uomo quando chiede al Padre di non salire nella Croce.
Riky, non è facile seguirlo ma Lui ha dimostrato che l'uomo può vincere le tentazioni.
"Il messaggio di Cristo deve creare stupore, entrare nei cuori delle persone. Difficile che accada con il dito puntato contro".
RispondiEliminaProprio così, Gus, lo credo anch'io. Ciao.
sinforosa
Grazie Sinforosa.
EliminaCiao.
Lo capiamo sempre troppo poco mio caro Gus..non riflettiamo quanto la partecipazione sia importante purtroppo.
RispondiEliminaNon riflettiamo sul messaggio della nostra scelta al cattolicesimo.
Non ricordiamo che Gesu' oltre ad essere il figlio di Dio era un uomo , un uomo che sulla croce disse" Padre perchè mi hai abbandonato?"
Questo dovrebbe farci molto riflettere, ma io ti chiedo la lettura dei vangeli viene seguita oggi?
E i giovani soprattutto la fanno?
Un abbraccio piovoso!
No, Cristo non è seguito dai giovani. Le leggi dei nostri governi hanno sdoganato il peccato.
EliminaSembra avverarsi quel presagio e quell'incitamento di Nietzsche che ritiene decisivo, per superare e sconfiggere definitivamente il cristianesimo, attaccarlo non tanto sul piano della sua verità quanto su quello del valore della morale cristiana, mostrando che essa costituisce un crimine capitale contro la vita. In concreto il cristianesimo avrebbe introdotto nel mondo il sentimento e la coscienza del peccato e sarebbe il più grande avvenimento della storia dell'anima malata e il più fatale artifizio dell'interpretazione religiosa, da superare ed eliminare facendo riconquistare alla vita umana la sua innocenza, al di là del bene e del male, e così la gioia di vivere e una libertà senza confini.
Abbraccio Nella.
Per chi vive solo i pensieri sono sempre gli stessi e si rincorrono
RispondiEliminain un vortice senza fine.
Il non comunicare con gli altri è angoscioso.
Ma c'è qualcosa che riesce a distrarmi, a volte piacevolmente.
E' il film buono che ti pone domande continuamente e tu devi rispondere.
E' un dialogo atipico ma affascinante.
Il Cinema ha delle potenzialità enormi.
Una grande forza di convincimento.
E' uno strumento con cui anche a scuola si può insegnare molto.
Ai corsi per fidanzati molti parroci facevano vedere Casomai .
A volte i ragazzi capiscono meglio certe cose con un film
che con tanti discorsi.
Ho in mente un momento preciso: una notte guardavo
Sogni di Kurosawa e di fronte a quei quadri sconnessi,
di cui non capivo sostanzialmente niente, ma che avevano
una potenza estetica incredibile, per me si è aperto
un nuovo mondo.
Il mondo della bellezza.
Si può restare fissi a contemplare un ciliegio in fiore
anche un'ora.
Ma il cinema può essere anche diseducativo: chi non è
abituato a un certo uso della ragione può essere plagiato
da una forma di comunicazione così diretta e forte.
Il film è uno strumento comunicativo più forte degli altri
perché contiene una storia nella quale identificarsi.
Ma come tutta la comunicazione -letteraria, o televisiva o artistica
contiene rischi e potenzialità legati esclusivamente a chi ci sta dietro.
il cinema di Tarkowski o di Vanzina hanno fascino uguale e contrario.
Intercettano gli occhi che vogliono essere affascinati:
"Chi dal messaggio di impegno chi dal disimpegno".
La fascinazione è identica perché il mezzo è potente.
Ho pensato a un film di Miyazaki dove c'è
una prolungata contemplazione di un grande albero.
E' il coinvolgimento che nel buio di una sala cinematografica,
ti prende guardando le immagini che scorrono.
Mi sento inserito in quel paesaggio, la musica mi trascina,
vivo momenti intensi. Certo è importante scegliere
il tema che mi apparterrà per due ore.
Bergman: "Il posto delle fragole" "Sussurri e grida".
o chef Michael e l'epidemiologa Susan si conoscono per caso mentre il mondo va verso il proprio collasso, lasciando la popolazione privata dei propri sensi. Il primo senso a sparire è l'olfatto, seguito dal gusto, l'udito e la vista. Nonostante il declino e una morsa di pazzia e violenza che attanaglia il mondo, Michael e Susan in qualche modo riescono ad innamorarsi e a passare insieme momenti di tenerezza. Nel frattempo, il mondo cerca di andare avanti nonostante la perdita dei sensi, riadattandosi alla nuova realtà.
RispondiEliminaI motivi per cui i sensi spariscono non sono spiegati o compresi, ma la perdita dei sensi avviene generalmente dopo una crisi: l'olfatto svanisce dopo un attacco di enorme tristezza; il gusto sparisce dopo una specie di collettivo attacco bulimico; l'udito scompare in seguito a uno scoppio collettivo di ira. Proprio durante lo scatto d'ira che lascerà sordo Michael, l'uomo attacca e oltraggia Susan nel peggiore dei modi. La donna scappa dall'appartamento di Michael, intento a spaccare oggetti e a devastare la sua stessa casa. Tornato in sé, tramite una telefonata Micheal dichiara a Susan di essere innamorato di lei, ma lei scaglia via il telefono, mentre l'udito abbandona anche lei. Il film finisce con la riunione dei due amanti pochi istanti prima che anche il senso della vista sparisca.
l dolore, per coloro che hanno avuto l’impudenza di volerne un senso, non può essere altro che misterioso. A costoro tocca convivere con il Mistero e con tutte le contraddizioni che esso comporta e, dunque, il mistero del dolore può esistere soltanto per coloro che al dolore chiedono un senso. La montagna diventa misteriosa se ad essa chiedo di essere sensata, altrimenti resta quello che è: una montagna.
RispondiEliminaLa necessità di un senso al dolore è dettata dal desiderio di renderlo sopportabile. Se ad Atene il dolore si supera, faticosamente, s’intende, a Gerusalemme si sopporta altrettanto faticosamente, suppongo. La richiesta di senso al dolore sembra renderlo sopportabile, attenuandolo. Ma non è così, purtroppo, poiché si è attuata una mutazione genetica del dolore: la domanda ontologica (cosa è l’oggetto-dolore) si è trasformata in domanda ermeneutica (quale senso ha il dolore). Il dolore si è trasformato da ontologia in ermeneutica. Dalla Natura è stato proiettato nel Mistero. Ed ecco, quindi, che al dolore-oggetto si aggiunge il dolore ermeneutico di trovarne un senso, la cui mancanza smarrisce ancor di più, fa soffrire ancor di più, inducendo persino a mettere Dio sul banco degli imputati. Giobbe chiede conto a Dio delle sue disgrazie, lo incolpa del suo dolore, chiede conto del perché e del per come deve subirlo, si smarrisce di fronte alla montagna, non per la sua ripida altezza da scalare, ma per la sua mancanza di senso; Ulisse non incolpa nessuno, scala la montagna del dolore perché sta là, pensa soltanto a come dannazione scalarla. Al dolore oggetto, si aggiunge, così, il dolore del pensiero del dolore.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaIl mio cervello deve avere molti Giga per tornare tranquillamente nel passato. E’ grande la memoria visiva, anche quella olfattiva, sento i profumi dei prati. Ma quello che mi fa venire i brividi è la bora di Trieste, quando ero aggrappato alle corde che sono sulle strade. Il canale, solitamente torbido e immobile, quel giorno fremeva e scintillava. Il vento correva sull’acqua verde disegnando chiazze e strisce, mutevoli e cangianti, ora chiare, ora scure, che si spostavano imprevedibilmente da tutte le parti.
RispondiEliminaL’azzurro del cielo era assoluto. Assoluta la trasparenza. Assoluta la luminosità. Davanti i Frari, la facciata grandissima dei Frari, e, alla mia destra, la cima dell’antico cedro, strattonata dalla bora, che spuntava da chissà dove, forse da un chiostro misterioso, forse da un giardino dell’Archivio di Stato.
I mattoni della chiesa e le pietre, del ponte, del campo e della salizada, immote da sempre, sembravano aver preso vita, pareva che il tumulto d’aria di quella strana giornata le facesse vibrare. Che la gelida gloria di luce di quella chiarissima mattina le rendesse capaci di splendere.
Avevo sentito dire che la bora nasce in una steppa lontana dei Magiari, la Puszta, che corre tra montagne nevose dell’Austria e della Slovenia, cime misteriose, Kranjska Gora, Triglav, Stol, che poi scende come un demonio a Trieste, che passa come un branco di lupi sopra l’Adriatico, per venire infine a morire a Venezia, dopo aver menato i suoi ultimi, fieri colpi sulla laguna e tra le calli.
Me ne ricordai, e provai la strana, eccitante sensazione che quel vento favoloso e adirato collegasse tutto, Puszta e campo dei Frari, nevi della Kranjska Gora e acqua dei canali, pini dell’Austria e cedro segreto a destra della chiesa. Era come se tutto il mondo fosse lì, portato dal vento, oppure unito dal vento.
Vidi un mondo incredibile. Davanti, enorme, il Grappa innevato, vicinissimo da distinguerne i paesi e le valli che scendevano giù, netto nell’azzurro dell’aria tersa. A destra, molto più lontano, tuttavia chiarissimo, il Monte Cavallo, alto e massiccio.
La laguna, che sembrava piccola, tanto precisi ne apparivano i contorni di solito sfumati nella foschia. La laguna, che sembrava un gran mare in tempesta, striata di schiuma, sconvolta dalla bora, percorsa da refoli che correvano disordinatamente sull’acqua.
Notai un grosso topo a motore, stracarico, quasi affondato sotto il suo peso, che avanzava faticosamente verso Mestre sollevando con la prua alti spruzzi subito catturati e dispersi dal vento furioso. Una roba da film di pirati, sopra la barca due uomini in pesanti impermeabili neri da navigazione, dritti e immobili, fieri e sprezzanti nella loro sfida all’aria e agli schizzi gelati. Mi venne in mente una successione disordinata e rapidissima di immagini incoerenti. Monte Grappa e le roccette dove andava ad allenarsi nella dura pratica dell’arrampicata in compagnia di Prearo.
Monte Cavallo e i furlani, un po’ temuti, un po’ disprezzati, un po’ ammirati. I furlani che, si sa, costruiscono la propria casa con le proprie mani. I furlani e la loro strana lingua, il ladino, incomprensibile, esotico, strambo. La Müdada, romanzo di Cla Biert. I furlani e la graspa. Il vento e la vela. Lui nella tempesta che reggeva con mano ferma il timone della barca tra enormi ondate navigando verso chissà dove. E ancora Trieste con le corde tese lungo i marciapiedi per non svolare via, i Magiari, la Puszta, le montagne nevose dell’Austria e della Slovenia, la Kranjska Gora, il Triglav e tutto il resto.
E di nuovo la strana, eccitante sensazione che fosse il vento a portare tutte quelle cose, a metterle insieme. Il vento fatato che spazzava via la bruma torbida, faceva spazio alla luce e metteva insieme tutto il mondo.
Come ha scritto Charles Baudelaire un porto è
RispondiEliminaun luogo affascinante per un’anima stanca delle
lotte della vita.
L’ampiezza del cielo, l’architettura mobile
delle nuvole, i colori cangianti del mare, il luccichio
dei fari, sono un prisma meravigliosamente
adatto a distrarre gli occhi senza
mai stancarli.
Le forme slanciate delle navi, con la loro
complicata attrezzatura, alle quali
l’onda imprime delle armoniose oscillazioni,
servono a conservare nell’anima il gusto
del ritmo e della bellezza. E, poi, soprattutto,
c’è una sorta di piacere misterioso
e aristocratico per chi non ha più né
curiosità né ambizione, nel contemplare,
disteso sul belvedere o appoggiato sul molo,
tutti quei movimenti di coloro che
partono e di coloro che ritornano,
di coloro che hanno ancora la forza di volere,
il desiderio di viaggiare o di arricchirsi.
Quando c'è burrasca per i motopescherecci è difficilissimo
entrare nel porto canale di Pescara.
Mogli, figli e parenti dei marinai aspettano con ansia il ritorno
dei loro cari. Sono momenti angoscianti.
Restano impressi anche nella memoria visiva.
Adoro il porto di Ponza.
Un gioiello di fine '700 dalla quinta curvilinea
rimodellato su un modello greco fenicio.
Potrei stare ore a rimirarmelo, a passeggiare sui suoi
due livelli stradali, a fotografare barche e sogni
di innumerevoli vacanze.
il profumo di mare, di salsedine,
di caviglie bagnate da fresche e piccole onde
che vanno sulla sabbia. La visione di un tramonto.
Questo blog si chiama: "Il blog di gus". Prima il titolo era: "Il mondo di gus".
RispondiEliminaSembrava un'affermazione autoreferenziale e ho cambiato titolo. Il fatto è che io mi sento diverso e scrivere il mondo di gus era giusto. Dopo tanti ani di blogging mi accorgo che la mia diversità è aumentata. Se un campo di grano è verde, io lo vedo giallo. Sarò un fottuto snob, lo ammetto, ma è così.
Il post che segue è un esempio.
Bisogna evitare gli errori ( in pratica i peccati). E' quasi per tutti normale andare dal dentista e accettare lo sconticino pagando senza regolare fattura. E' un errore grave, perché significa rubare. Io per questo dico che sono un cattolico radicale e non un tipo con la fede tascabile. Nel lavoro ho affrontato almeno duecento gare di appalti e forniture. Nemmeno un ricorso al TAR che blocca per due anni la gara. Perché vinceva chi praticava le condizioni migliori. Come direttore amministrativo diverse volte ho cacciato dalla mia stanza il Presidente, un comunista con il vizio dei berlusconiani, cioè favorire gli amici. Anche passare con l'automobile quando il semaforo è rosso è un errore-peccato: metti a rischio la tua vita e quella del tuo prossimo. La segretaria bionda e ardita la mandavo in altri uffici perché non bisogna ficcarsi nelle situazioni a rischio. Non è necessario farsi prete o chiudersi in un convento per essere onesti. Certo, vivere come San Francesco sarebbe bello, ma la mia fede non è così grande da chiedere le stimmate.
Abitavo a Varazze ma facevo uno strano
RispondiEliminamestiere a Celle Ligure.
Andavo tutte le sere da Celle Ligure a Varazze
e poi tornavo indietro.
Lì c'è un'ansa della costa, un giro della costa
con un muricciolo basso
e poi c'è la spiaggia e il mare.
La sera di primavera il muricciolo
era zeppo di coppiette.
Una notte non c'era la luna, ma c'era un cielo
assolutamente limpido,
carico di stelle.
Proprio sul voltare della strada
ho visto il ponte sul mare fatto dalla Via Lattea.
Chi sa osservare il mare fino a questo punto?
Chi sa osservare le cose fino a questo punto?
Numerose cosmogonie, formulate dalle popolazioni di
tutto il mondo, si sono poste come obiettivo quello di
spiegare l'origine della Via Lattea.
Il nome italiano, inglese, ed europeo in generale,
deriva dall'antico nome greco ????????, Galaxias,
che deriva a sua volta dalla parola ????, ???????? -
gala, galaktos -,
ossia, latte; da notare come questa sia anche
l'origine stessa della parola galassia.
Il nome deriva da un episodio piuttosto noto
della mitologia greca. Zeus, invaghitosi
di Alcmena,
dopo avere assunto le fattezze del marito,
il re di Trezene Anfitrione, ebbe un rapporto con lei,
la quale rimase incinta. Dal rapporto nacque Eracle,
che Zeus decise di porre, appena nato, nel seno della
sua consorte Era mentre lei era
addormentata,
cosicché il bambino potesse bere il suo latte divino
per diventare immortale.
Era si svegliò durante
l'allattamento e realizzò che stava nutrendo
un bambino sconosciuto: respinse allora il bambino e
il latte, sprizzato dalle mammelle, schizzò via,
andando a bagnare il cielo notturno; è questa l'origine,
secondo gli antichi Greci, della "Via Lattea".
Si fa presto a dire:
RispondiElimina"Ho fatto un incontro!".
L'incontro deve avere le caratteristiche di eccezionalità per essere preso in considerazione.
L'altro giorno, così per fare qualcosa di nuovo, ho preso il tranvai.
C'era un normalissimo tranviere che faceva trac-trac con la manovella.
Ho pensato. Ecco, torno da mia moglie e dico: "Sai, ho fatto un incontro! Un tranviere".
Ma dai, non è serio. Non è un incontro.
Ma se, mentre sei lì col tranviere e questo inchioda di schianto il tranvai perché uno è passato veloce e poi apre lo sportello e grida "Cornuto!", la cosa si fa interessante.
E sì, il passante offeso corre dietro al tram, si apre un varco, arriva vicino al tranviere e gli dice: " Mi scusi, ma perché mi ha detto cornuto? Come fa a sapere che io sono un cornuto?". E il tranviere che comincia a tremare come una foglia, si giustifica: " Non si offenda, lei ha attraversato all'improvviso e mi è scappata l'invettiva".
"No, no lei ha ragione, io sono cornuto. Perché, vede, io mi sono sposato. Poi sono andato in Inghilterra, a Londra, sono stato due anni a lavorare, sono tornato e mia moglie aveva un bambino. Lei cosa avrebbe fatto?"
Il tranviere fa un cenno e l'altro: " Eh, me lo sono tenuto! Soltanto che il bambino è cresciuto e bisognava mandarlo all'asilo, dalle suore a pagamento. E dopo l'asilo c'erano le elementari e mia moglie mi ha detto: " Lasciamolo dalle suore"....che mi costa, mi costa un occhio della testa. Dopo la scuola elementare, la scuola media ancora dalle suore.... cosa vuol farci sono troppo buono e l'ho lasciato lì dalle suore, sempre pagando l'ira di dio. Finita la media gli ho fatto fare il Liceo e in una scuola privata a pagamento. Lei cosa avrebbe fatto? Gli ho fatto fare il liceo. Quanto mi è costato 'sto figlio. Ma la settimana scorsa non ci ho visto più. Mia moglie mi fa: " Senti, ha finito il liceo bene, mandiamolo all'Università".
" Ah no, no! sono sbottato a dire. "Fino a questo punto proprio no!" Perché il figlio di una buona donna, al massimo, può fare il tranviere!".
Silvana, la musica è finita, le coppie se ne vanno, che magnifica serata!
RispondiEliminaVuoi sapere perché ti conosco meglio di tutti? Gli altri prendono paura di Polizia Postale, Carabinieri, Polizia municipale. Tutte frottole. La tua denuncia contro ignoti è sicuramente archiviata. Per le cose importanti le indagini dopo due anni si fermano.
Tu pensi che l'Esercito, tutto schierato per scacciare i moribondi immigrati, si preoccupi del fatto che sette anni fa ti hanno rubato delle immagini. Immagini che si trovavano anche in Google foto.
Certo che ti conosco più degli altri e forse solo l'unico che ti vuol bene in tutta la rete.
Io so perché hai scatenato questa bolgia di demoni.
Secondo te io sono colpevole di aver fatto commenti stringati nei tuoi post, non impegnandomi come faccio con altri. Io ho letto con piacere e ho scritto poche parole per non sporcare i tuoi stati d'animo. E per questo fai la matta e scrivi male di me nei blog preferiti. E' tempo perso. Tu hai il tuo spazio. La gelosia è un complesso di inferiorità. Riguardati, non farti del male per combattere chi soffre per quello che stai facendo.
Joanna, la moderazione deve avere qualche problema.
RispondiEliminaIl tuo commento è sparito. Mi parlavi per dialogo. Cosa voglio dire con questo approccio all'altro. Io sono cattolico e l'altro che non lo è non devo convincerlo, ma comprendere la sua umanità.
Nella parabola del samaritano chi amava il prossimo? Non il sacerdote e nemmeno il levita, ma il samaritano che era ateo.
Ho scritto nel post:
"Il Dialogo è proposta all'altro di quello che io vedo e attenzione a quello che l'altro vive, per un amore a lui che non implica affatto un dubbio di me che non implica affatto il compromesso in ciò che io sono. Questa è l'apertura fatta propria dalla coscienza cristiana, che parte dalla affermata unità dell'umana natura, al di là di ogni ideologia, e che proclama come legge l'affermazione della persona, e quindi l'affermazione della sua libertà."
Ciao Joanna
Gesù mi sta simpatico, ogni tanto ci parlo. Abbiamo un'amicizia particolare, di quelle che magari non ci frequentiamo per mesi, poi torniamo insieme ed è come se non ci fossimo mai lasciati.
RispondiEliminaIl cattolicesimo, invece, non fa per me. Nessuna religione, nessun dogma, può realmente appartenermi.
Questa è la tua religiosità. Credo che tu abbia un'amicizia con Cristo.
EliminaIeri nel commento avevo scritto che per poter dialogare, bisogna saper ascoltare. Il dialogo non deve mai essere una costrizione altrimenti ci sarà una chiusura.
RispondiEliminaChi come noi ha una fede profonda, seguirà la strada tracciata da Cristo e sarà sempre pronto al dialogo.
Buona serata.
Siamo noi che dobbiamo ascoltare l'altro non credente per capire la sua umanità e tutto quello che ci unisce e cosa ci divide.
EliminaCiao Joanna.