Scienza ed etica, scienza e sentimento religioso, sono binomi sempre spinosi. Francamente il discorso è così complesso che è difficile dare un'opinione. Certo fa tristezza vedere come tutto alla fine finisca sempre nel calderone della politica, dove ognuna delle parti cerca sempre di strumentalizzare e tirare acqua al proprio mulino. Ho letto di recente un romanzo interessante che tramite l'intreccio di un thriller ambientato nella Germania del 1780, poneva degli interrogativi simili, senza però dare giudizi assoluti ma molti spunti di riflessione.
L'etica cambia con il tempo. La morale è immutabile.
Le due cose non riescono ad andare di pari passo.
Basta guardare l'ecografia di un embrione di tre mesi per capire che è una vita che sta nascendo. Questa è la verità, ma è scomoda. Una maggioranza ha stabilito che l'embrione non è vita.
Un referendum ha confermato la legge dello stato sull'aborto.
Nessuno può impedire a una donna di portare a termine una gravidanza indesiderata.
Legge e mentalità della donna si impongono alla verità.
Il numero degli aborti annuali è di circa 250.000.
Una volta l'etica sociale considerava normale la schiavitù.
Oggi non è permessa. La mentalità della società si può cambiare ma nessuno si preoccupa di sensibilizzare le donne sulla gravità dell'aborto. Il significato vero dell'aborto.
Nell'antichità l'aborto era fondamentalmente una questione di donne, oggi è una questione di tutti, donne e uomini.
L'etica cambia con il tempo. La morale è immutabile.
Le due cose non riescono ad andare di pari passo.
Basta guardare l'ecografia di un embrione di tre mesi per capire che è una vita che sta nascendo. Questa è la verità, ma è scomoda. Una maggioranza ha stabilito che l'embrione non è vita.
Un referendum ha confermato la legge dello stato sull'aborto.
Nessuno può impedire a una donna di portare a termine una gravidanza indesiderata.
Legge e mentalità della donna si impongono alla verità.
Il numero degli aborti annuali è di circa 250.000.
Una volta l'etica sociale considerava normale la schiavitù.
Oggi non è permessa. La mentalità della società si può cambiare ma nessuno si preoccupa di sensibilizzare le donne sulla gravità dell'aborto. Il significato vero dell'aborto.
Nell'antichità l'aborto era fondamentalmente una questione di donne, oggi è una questione di tutti, donne e uomini.
Immagine:
RispondiEliminaIl matrimonio è "l'amore è supremo.
Io sono per la libera scelta da parte della persona che (eventualmente) deve abortire.
RispondiEliminaE' questione di tutti, ma la decisione spetta a lei, secondo me :)
Argomento tosto come il fine vita.
RispondiEliminaDecisione totalmente della donna.
Perché ho scritto che il problema è irrisolvibile?
RispondiEliminaOgni volta che si prova a parlare d'aborto si creano schieramenti contrapposti:
è un omicidio/no, è solo un ammasso di cellule.
sono contrario/sono favorevole.
Il tutto finisce in rissa.
Penso che ormai per ogni aborto ci sia una motivazione. Dovrebbero esserci statistiche.
Allora, cominciamo a trattare le motivazioni una per una e vediamo cosa si può fare.
no dai, non finisce in rissa :)
EliminaSperiamo bene.
EliminaGIULIA GALEOTTI
RispondiEliminaStoria dell'aborto
Una questione non solo di donne.
Nell'antichità l'aborto era fondamentalmente una questione di donne, così come lo erano la gravidanza e il parto. Date le scarse conoscenze mediche, il feto era considerato una sorta di appendice del corpo della madre, la sola del resto che poteva testimoniare di essere incinta. Così, nel mondo greco-romano l'aborto era perseguibile solo nei casi in cui ledeva un interesse maschile. E' il cristianesimo che per primo equipara l'aborto all'omicidio, ma ci vorranno secoli per codificare il momento in cui avviene l'animazione del feto. Tra Sei e Settecento il feto acquista una sua autonomia, grazie alle acquisizioni scientifiche, e, dopo il 1789, entra nella sfera pubblica. Lo stato privilegia la vita del futuro cittadino, lavoratore e soldato, rispetto a quella della madre punendo severamente l'aborto. Dopo la nuova inversione di rotta operata dal movimento femminista e dalla depenalizzazione dell'aborto, oggi molti segnali ci dicono che qualcosa sta ancora cambiando: una questione di tutti, donne e uomini?
Giulia Galeotti, è laureata in Giurisprudenza, dottoranda nell'Università "La Sapienza" di Roma con una tesi su "La ricerca della paternità in Italia dall'Unità alla riforma del diritto di famiglia: storia di un divieto e delle sue vicende giurisprudenziali".
Libro consigliato a Riky e Sotuk.
RispondiEliminaAllora sono antica... per me portare a termine una gravidanza indesiderata è e rimane una decisione che spetta alla donna,e con questo non voglio dire che è una decisione facile da prendersi!!!!
RispondiEliminabuon pomeriggio
Roberta bisogna partire dalle motivazioni. Un problema per tutti significa non lasciare solo la donna ma cercare di aiutarla perché l'aborto crea molto spesso un trauma.
EliminaTutto quello che dici è condivisibile ma la vita ognuno la vive come meglio crede poi nel giorno del giudizio si tireranno le somme. Penso e spero che nessuna donna faccia una scelta del genere a cuor leggero. Leggerò il libro ma già ti posso dire che rimarrò sulla mia posizione in quanto non posso obbligare una persona a fare il contrario di ciò che vuole.
RispondiEliminaLe casistiche.
EliminaMi interesso di una casa per le ragazze che vogliono abortire perché lasciate dal fidanzato senza occupazione. Cattoliche e laiche hanno parlato con il parroco. Io sono il tutore di due ragazze. Appena trovano lavoro lasciano la casa. L'impegno è morale e economico, dico economico per non scadere nelle chiacchiere inutili.
Sotuk, nessun obbligo. C'è una legge che va rispettata e toccata solo per stabilire un maggiore finanziamento in favore dei Consultori per azioni concrete.
La prima testimonianza scritta di aborto risale al 1550 a.C. nel Papiro Ebers.
RispondiEliminaEstirpare radici profonde è difficile e l'argomento aborto viene ignorato dai media volutamente. Un'ipocrisia pensando che il problema è di altri e risolverlo spetta a loro.
Non si è voluto soprattutto affermare il ‘diritto civile’ a subire la violenza dell’aborto. Rimanere incinte senza desiderarlo o essere costrette ad abortire anche se si desidera un figlio, provoca nelle donne conflitti e situazioni tali che nessuna legge può pensare di regolare, sistematizzare o risolvere. Per questo si è chiesta semplicemente l’abolizione del reato di aborto, la depenalizzazione…Il rapporto con la maternità e la riproduzione e quindi in negativo anche quello con l’aborto, si può chiarire solo attraverso la ricerca di una sessualità non segnata dall’uomo, affrontando l’analisi del rapporto uomo-donna, comprendendo i motivi e le dinamiche per cui si resta incinte, pur dovendo poi abortire.”
RispondiEliminahttp://www.universitadelledonne.it/lea8nov08.htm
A quarant’anni dalla nascita del consultorio, qual è la situazione, oggi?
RispondiEliminaOggi il consultorio è anche Comunità Amico del Bambino riconosciuta dall’Unicef, ma è aperto solo 2 volte a settimana fino alle 17.00, il martedì e il mercoledì, e di conseguenza taglia fuori gran parte delle persone che lavorano.
Come raccontano le numerose donne che lo frequentano, attualmente rappresenta un polo di eccellenza sui servizi legati alla maternità. Continua a fornire servizi inerenti alla prevenzione, (anche pap test etc…), ma è meno attraversato dalle/gli adolescenti, rispetto al passato.
https://www.dinamopress.it/news/40-anni-dalla-legge-194-succede-ai-consultori/
L'aborto secondo me è un argomento che va al di là delle religioni e della politica, è una difficilissima scelta personale che riguarda una donna e la creatura che porta in grembo.
RispondiEliminaNessuno può puntare il dito, giudicare e condannare perché nessuno può sapere come e perché una donna arrivi a una scelta così dolorosa e difficile che lascerà dei segni indelebili nella sua vita.
Ciao Gus.
Mi sembra corretto quello che dici, il fatto è che non si fa niente per evitare il trauma dell'aborto.
EliminaNon è esatto dire che non si conosca il motivo dell'aborto.
Stupro o incesto e salute della donna sono assolutamente “casi limite” e le donne abortiscono per questi motivi in casi estremamente rari (meno del 5% delle volte). Il 95% degli aborti è motivato da argomentazioni piuttosto superficiali, sicuramente problematiche ma facilmente risolvibili attraverso iniziative culturali e politiche, come i “fondi maternità”, supporti psicologici e l’adozione o affido.
http://www.uccronline.it/tag/motivazioni-per-abortire/#sondaggi
RispondiEliminacredo che la donna non vada lasciata sola ma accompagnata nella decisione e che si debba puntare nella prevenzione e nella contraccezione parlando ai ragazzi sin dalle scuole medie.
RispondiEliminase c’è un compagno allora sono coinvolti entrambi nella decisione.
Sì, non bisogna scaricare sulla donna una grande responsabilità. Io vivo queste situazioni e ti assicuro che si può fare molto. La contraccezione va incoraggiata e i cattolici non devono cadere nel trabocchetto del fondamentalismo religioso. Il problema si pone anche nel matrimonio perché non è giusto fare un figlio ogni 12 mesi o ricorrere al coitus interruptus.
EliminaIo scrivo queste cose perché il mio secondo figlio è nato con Bruna che aveva l'utero fibromatoso.
RispondiEliminaChe significa?
Significa che l'utero appena partorito si sgonfia e il rischio di un'emorragia fatale è altissimo. Il ginecologo disse che era il caso di ricorrere all'aborto e subito. Bruna e io ci siamo guardati e capiti e lei disse: " Si va avanti con la gravidanza" Non siamo stati nemmeno in ansia.
Mi ricordo di una collega che sosteneva che con l'aborto non si ammazza nessuno.
RispondiEliminaLe risposi, ok, hai ragione, quindi perché abortire?
Nessuna replica.
Franco?
RispondiEliminaSi scusa Gus, dimenticavo che dall'ufficio non mi riconosce.. ;)
EliminaVedi i limiti dell'intelligenza artificiale!
EliminaCiao! Come ha detto Riccardo anch'io sono per la libera scelta da parte della donna.
RispondiEliminaIl 95% degli aborti è motivato da argomentazioni piuttosto superficiali, sicuramente problematiche ma facilmente risolvibili attraverso iniziative culturali e politiche, come i “fondi maternità”, supporti psicologici e l’adozione o affido.
EliminaE' una questione annosa.
RispondiEliminaIl problema è che tanti uomini partecipano al concepimento ma poi, una volta che la fecondazione è avvenuta, se ne tirano fuori.
Penso ai rapporti occasionali ma anche ad alcune coppie "consolidate".
La donna è un essere umano, non un'incubatrice. Ha il sacrosanto diritto di scegliere senza dover ascoltare nessun altro.
Ci sono persone che possono consigliare. Si può prendere una decisione sbagliata.
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