Quando ero piccolo non mi piacevano le favole solite; mi annoiavo e me ne andavo via, lasciando il narratore, chiunque fosse, con un palmo di naso.
Mi piacevano, invece, le favole paurose, quelle che mi spaventavano.
I racconti gotici, per intenderci. Una, in particolare, sicuramente inventata, se non ricordo male, raccontava in mille maniere diverse sempre lo stesso accadimento: una bambina povera, moriva, ma poiché era bellissima, diventava una stella.
Di solito me la indicavano pure nel cielo, se era possibile farlo.
Quando, dopo le mie petulanti insistenze nel sentirlo, il racconto, che pure conoscevo, si avvicinava all’epilogo, mi mettevo a piangere e mi scagliavo, con tutta la mia rabbiosa debolezza contro chi raccontava, dimentico delle mie insistenti richieste, imputandogli la colpa del mio pianto.
Ricordo che piangevo con le lacrime copiose.
Crescendo smisi di piangere. E, da allora, non ho pianto più. Mi manca il pianto, i singhiozzi, ma ormai è tardi per i rimpianti.
Che grande debolezza non piangere! Piange Achille, piange Ettore, piange Ulisse.
Forse farete fatica a crederci ma finché cadranno lacrime di commozione o compassione il mondo continuerà a girare. Sembra strano ma al pianto non si può comandare e la cosa peggiore è che i miei occhi lacrimano per il freddo o altro, ma non per un pianto, magari di commozione o di compassione.
Ma sono sicuro che da qualche parte c'è chi piange amaramente.
Ora che mi ricordo non ho mai pianto per rimorso.
Anche Gesù pianse nel vedere Lazzaro "sepolto" e vedendo Gerusalemme "tradita".
Anche Pietro pianse dopo aver rinnegato per tre volte Cristo.
Immagini:
RispondiEliminaL'uomo nero: favola.
Il pianto lava la polvere e consente una visione più nitida: è uno sfogo innocuo e liberatorio. Si piange per rabbia, per dolore o per gioia; ma in alcune culture la capacità di controllare l'espressione dei propri sentimenti è considerata una virtù. I brano è bellissimo comunque!
RispondiEliminaCon le lacrime arretrate si può fare un lago.
RispondiEliminaQualche anno fa, durante la Messa, dopo l'Eucarestia, carezzavo la fede di Bruna e spuntava una lacrima, subito accompagnata da un terribile dolore alla fronte e alle tempie, da cadere per terra.
Ora, i ladri hanno rubato le nostre fedi, e io accarezzo il dito.
Copio un post che mi scrisse una persona molto amica.
RispondiEliminaAllarmato da un tuo recentissimo post con il quale rispondevi ad un’amica comune, ho saputo da poco tempo del terribile dolore che stai soffrendo; ti prego, credimi, non si è trattato di pettegolezzo da forum, ma di un mio presentimento.
Sembrava che il forum fosse un “mondo” speciale dove il dolore non avesse spazio né presenza se non come argomento di chiacchierate.
Invece quella notizia, anzi il dolore che quella notizia incorporava, ha riportato il mondo virtuale nella sua realtà.
Questa notte, mentre leggevo un libro che riporta poesie e meditazioni di Roberta de Monticelli, mi sei venuto in mente tu, il tuo dolore e l’impossibilità, tutta umana, di consolarlo. La felicità non può essere una felicità perduta, Gus. E ci resta, anche se dentro una ferita. Il tuo dolore, quel tuo dolore, è il terribile modo di averla ancora vicino a te, di averla ancora con te.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaIo non ho motivazioni per piangere. La morte dei miei cari rientra nella normalità della nostra vita.
EliminaNon capisci niente. Niente!!!
EliminaNon è una questione di comprensione. Abbiamo concezioni e reazioni diverse sugli eventi della vita.
EliminaDa quando avevo 10 anni e più ho curato la mia famiglia. Comprensione? E di che?? Io non ero in giro a cazzeggiare come te.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
Elimina*NAUSEATA
EliminaLa diversità comportamentale, di base e sulla visione degli eventi e della vita in genere, non è una critica verso l'altro. Tu la interpreti in questo modo e reagisci puntualmente con le offese, o accuse ingiuste.
EliminaIl rapporto d'amore tra me e Bruna è un'intimità che non conosci e faresti meglio a stare zitta.
Il pianto é l’emblema del sentimento umano. Non si piange solo quando si soffre, si piange ogni volta che si prova un’emozione forte, piacevole. Il pianto ci lega agli altri, è un modo per esprimere non solo il dolore, ma anche la compassione. Il pianto stimola la creatività, l’arte e la poesia. Il pianto muove il mondo, è come dici.
RispondiEliminaCaterina, per me è meglio restare con questa sofferenza silenziosa. Per piangere dovrebbero accadere eventi terribili.
RispondiEliminaSpero de' morì prima. Sono sicuro che ce la faccio.
Ho affetti fortissimi, due figli e tre nipoti.
Magari divento bisnonno🙂
Io non piango mai!
RispondiEliminaLa sofferenza non si esprime solo attraverso il pianto.
EliminaUn conto è piangere perché il nostro io ha deciso di liberarsi da qualsiasi dolore. Purtroppo le lacrime più amare sono quelle versate perché qualcuno ci ha ferito, deluso. lasciato e spesso umiliato. Ma ci sono anche le lacrime mai versate! Buona giornata, carissimo Gus.
RispondiEliminaCara Angela, il pianto manifesta un'emozione forte che può essere bella o brutta. Il dolore è uno stato d'animo.
RispondiEliminaGrazie per l'augurio di una buona giornata.
Si piange per le emozioni.
RispondiEliminaCiao Valeria.
Io devo dirti grazie.
EliminaCia Valeria.
Io mi emoziono e le lacrime escono, invece quando mi capitano dei momenti dove mi sento svuotato niente o quasi mi riesce dare una scossa. Non è oggi quel giorno.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMi sembra una cosa normale.
EliminaIl pianto è un fatto naturale, il non piangere potrebbe derivare da un fatto culturale. Piangere è anche non avere le lacrime, e sentire un dispiacere o la felicità nella stessa intensità di chi esterna un sentimento con le classiche lacrime. Ciao @Gus
RispondiEliminaNon saprei. Caratterialmente non ho la propensione a esternare le mie emozioni. Anche se non sono introverso. Riesco facilmente a raccontare la mia vita.
EliminaTutto avviene fisiologicamente. Non è che io trattenga le lacrime.
Ciao Innassia.
Ricordo che ne avevi parlato in un altro post e mi aveva colpito il fatto che non riesci più a piangere, il pianto è così liberatorio. Bel post, ciao Gus.
RispondiEliminasinforosa
Generalmente accetto tutto, nel senso che certe azioni negative sono una costante dell'uomo.
EliminaGrazie per aver gradito il post.
Cia Sinforosa.
concordo parzialmente: c'è pianto e pianto.
RispondiEliminacomunque gran bel post.
ciao
fanciullesca memoria o ricordi di fanciullezza? :)
EliminaGrazie antonypoe.
Eliminabuon giorno.
Fanciullezza è un sostantivo e fanciullesca è un aggettivo.
Eliminalo sospettavo :)
Eliminaciao
Nell'inserire il titolo al post ho riflettuto su fanciullezza e fanciullesca. Sentivo il desiderio di scrivere semplicemente come avrebbe fatto un bambino, perché quello era il mio stato d'animo.
Eliminabuon giorno.
Piango naturalmente, di commozione o per sfogo, non sono cresciuto inibito alle lacrime, per fortuna. E ringrazio chi mi ha educato a non vergognarmene. Ma sicuramente ognuno è sensibile a modo proprio, e per tanti le lacrime sono un qualcosa da non mostrare neanche a se stessi. Chissà quante altre cose si fanno mancare..
RispondiElimina