Vivere in un palazzo è un po' come essere dentro un film.
Vite che si intrecciano, che a volte non si toccano mai.
Mi arriva a tutto volume la grande musica che ascolta un vecchio signore.
De Gregori, Dalla, Edith Piaf e Charles Trenet e le canzoni stupende di Jacques Brel.
Che bello questo post che parla di solitudine e di capacità di ascolto, due elementi indispensabili per saper vivere al meglio in ogni situazione. Buon mese di novembre.
RispondiEliminasinforosa
Ogni cosa porta solo verso una strada. Quella dell'amore. L'amore per se stessi, cioè non farsi stupidamente del male, e l'amore verso gli altri.
RispondiEliminaCiao sinforosa.
Un bel post. La solitudine, come detto, può essere anche piacevole, anzi a volte, come dice Riky sopra di me, addirittura terapeutica.
RispondiEliminaRiky ha delineato bene le condizioni della solitudine positiva.
RispondiEliminaGrazie Guido.
Ho imparato a stare sola, da bambina, ho imparato a 'bastami', a causa di una infanzia-adolescenza piuttosto problematica. Ma ciò non significa, nel modo più assoluto che non mi piaccia stare con ,gli altri. Non pensare che io sia altezzosa e supponente, se dico che incontrando le persone e ascoltandole, ho potuto fare una scelta e avvicinarmi a chi è più consono ai miei pensieri e al mio carattere.
RispondiEliminaSempre interessanti i tuoi spunti.
Cri
Io cerco di parlare con tutti, ma non gradisco le persone che mi attribuiscono colpe che non ho.
EliminaRicordo con piacere la vita da bambino, i giochi e la spensieratezza.
Ti ringrazio per il commento.
Ciao.
Quando ho bisogno di riflettere, anch'io devo restare solo, magari immerso nella natura.
RispondiEliminaSerena notte.
Grazie Vincenzo.
RispondiEliminaLa morte non è niente.
RispondiEliminaSono solamente passata dall’altra parte:
è come fossi nascosta nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontana, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Henry Scott Holland
Lo so.
RispondiEliminaHo 4 gatti e non sono mai sola. Peccato che tu abbia smesso di guardare il mio blog Kota Vaska.
RispondiEliminaNon dire gatto se non l'hai nel sacco.
EliminaCosa c'è di bello nel blog Kota Vaska?
RispondiEliminaTi piace Putin?
Certo!
EliminaESTATE
RispondiEliminaC’è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che cuoce adagio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell’erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.
Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un’erba che so,
con un tonfo. Così trasalisci tu pure
al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d’aria
e il prodigio sei tu. C’è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.
Ascolti.
La parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
con un tonfo, e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.
Irina, ti regalo una poesia.
Grazie, Gus! La poesia `e bellissima! Fa piacere!
EliminaBuona settimana Irina.
EliminaLa solitudine deve diventare opportunità, anche quando procurata contro il nostro volere, come in caso di lockdown. Soccombere ad una situazione di solitudine forzata è solo sintomo di cattivissimo rapporto con noi stessi. E questo rapporto deve essere curato ed alimentato quando, invece, si ha a disposizione la compagnia, il contraddittorio, la relazione. Altrimenti diventiamo piccole cicale incapaci di mettere a frutto tutto il buono che ci viene concesso.
RispondiEliminaDiventiamo incapaci di conoscerci, di "bastarci", come sottolinea Cri, di farci compagnia.
Io non sento la solitudine per la presenza del virus Covid 19. Metto la mascherina e vado al centro, al mare.
RispondiEliminaTristezza sì.
Ti lascio questa poesia di Neruda che esprime il mio pensiero sulla solitudine:
RispondiEliminaOh, Solitudine, bella
parola, erbe
silvestri
spuntano fra le tue sillabe.
Ma sei soltanto pallida
parola, oro
falso,
moneta traditrice!
Io descrissi la solitudine con lettere
di letteratura,
le misi la cravatta
tolta dai libri,
la camicia
del sogno,
ma
la conobbi soltanto quando fui solo.
Bestia non vidi nessuna
come quella:
al ragno peloso
assomiglia
e alla mosca
dei letamai,
ma nelle sue zampe di cammello ha
ventose di serpente sottomarino,
ha una pestilenza di cantina
dove imputridiscono per secoli
grigie pelli di foca e di topi.
Solitudine, io non voglio
che continui
a mentire per bocca dei libri.
Arriva il giovane poeta tenebroso
e per sedurre
così l'assonnata signorina
si cerca marmo nero e ti innalza
una piccola statua
che dimenticherà
la mattina delle nozze.
Ma
nella mezza luce della prima vita
dei bambini la incontriamo
e la crediamo una dea nera
portata dalle isole,
giochiamo con il suo torso e le offriamo
la riverenza pura dell'infanzia.
Non è vera
la solitudine creatrice.
Non è solo
il seme nella terra.
Moltitudini di germi mantengono
il profondo concerto delle vite
e l'acqua è soltanto madre trasparente
di un invisibile coro sommerso.
Solitudine della terra
è il deserto. E sterile
come lui è
la solitudine
dell'uomo. Le medesime
ore, notti e giorni
avvolgono tutta la terra
con il loro manto
ma nel deserto non lasciano nulla.
La solitudine non riceve semi.
Non è soltanto sua la bellezza
di una nave nell'oceano:
il volo di colomba sull'acqua
è il prodotto
di una meravigliosa compagnia
di fuoco e di fochisti,
di stella e di naviganti,
di braccia e di bandiere riunite,
di comuni amori e destini.
La musica
cercò per esprimersi
la fermezza corale dell'oratorio,
e fu scritta
non soltanto da un uomo
ma da una linea
di ascendenti sonori.
E questa parola
che non lascio sospesa sul ramo,
questa canzone che cerca
non la solitudine ma la tua bocca
perché tu la ripeta,
la scrivano il vento che mi sfiora e quelli
che vissero prima di me,
e se tu leggi la mia ode,
è per vincere la tua solitudine,
come se le tue mani l'avessero scritta,
senza conoscermi, con le mie mani.
Ciao, Gus.
Grazie Joanna.
EliminaLa poesia è bellissima.
Buona serata.
QUI
RispondiEliminaNon è la paura della solitudine quello che mi rende insofferente al lockdown. ma il fatto che il medesimo sia fatto in modo liberticida e senza considerare invece i veri problemi. Certo il non poter vedere persone a cui tieni è un elemento di sofferenza ed insofferenza. Ma come hai ben sottolineato nel tuo post, la solitudine se non subita è un qualcosa di affascinante quasi una guaina protettiva che ti avvolge e ti fa sentire bene con te stesso ed i tuoi pensieri. Certo, non è possibile non avere un sano ed importante confronto esterno anche per crescere come persona.
RispondiEliminaC'è una frattura, una incomprensione tra decide sul Covid e chi subisce queste decisioni. L'Autorità, oltre a errori gravi commessi, mi sembra, sta cercando di non spiegarci e di ottenere usando la menzogna asservimento per paura dei cittadini.
EliminaPrima del tuo commento ho riportato un intervento di Marcella Veneziani, che non simo perché sente puzza di fascismo, sulla percezione del fenomeno Covid.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Elimina'articolo della Veneziani però è condivisibile, io avverto questa minaccia ossia il rischio che voglio abituarci a cambiare vita ed essere più simili a degli schiavi virtuali. Sono molto preoccupato di questa minaccia e come sai infatti ne scrivo nelle mie poesie compresa "L'Ultimo Verso" dove tu non eri d'accordo sui versi conclusivi. Io invece avverto sempre più che molti puntino a fare esperimenti approfittandosi dell'esistenza di una reale pandemia ma che per esempio potrebbe in questi giorni avere anche dei numeri forse un po' più gonfiati. Almeno per la realtà geografica nella quale vivo io. Ora non voglio dilungarmi e quindi non vado oltre. Diciamo che quella frattura che tu avverti, che molti di noi avvertono, non sono sempre sicuro che sia inflitta involontariamente.
EliminaChe vogliano abituarci errata corrige
EliminaL'Autorità malgrado la prima esperienza si è fatta trovare impreparata e ora l'urgenza la obbliga a imporre senza spiegare, né trattare.
EliminaBellissimo il tuo post, come pure le poesie nei commenti!
RispondiEliminaLa solitudine è spesso una compagna preziosa.
Grazie, Gus!
Grazie Annamaria.
EliminaCiao.
Ciao Gus...a me la solitudine piace molto, perlomeno, molto più del caos. Le poesie sono molto belle. Complimenti per gli argomenti che tratti, sempre molto interessanti. Buona serata Gus.
RispondiEliminaGrazie Vivì.
EliminaCiao.
Cerco talvolta di reagire alla solitudine subita con la riflessione o, magari, trovando uno sfogo nella lettura. Cerco gli altri usando discrezione perché, da un certo tempo a questa parte, i momenti di solitudine subita aumentano. Un saluto a te.
RispondiEliminaBisogna reagire alla solitudine anche per evitare di scivolare verso crisi depressive.
RispondiEliminaCiao.
Io sono sempre stata sola sin da piccola.Ho un marito ma è come non ci fosse.Mi rifugio nei ricordi della mia triste infanzia.Odio la solitudine perciò ho sempre la Tv o la radio accesa.Buonanotte Gus!
RispondiEliminaNoi ti vogliamo bene.
EliminaUn caro saluto OLga.
Grazie Gus!
RispondiElimina