L'uomo agisce sempre in maniera più o meno consapevole in vista di un fine, e nel cercare quale mai possa essere questo fine. Anzitutto bisogna mostrare come tutti i beni naturali, che sono alla portata delle sole forze dell'uomo, non riescono a soddisfare la sua sete di felicità: né le ricchezza, né gli onori, né la fama, né il potere, né la perfezione corporale, né il piacere, né la perfezione dell'anima, né in generale alcun bene creato può costituire la sua felicità ovvero beatitudine.
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RispondiEliminaIl Mistero sarà clemente verso chi con la fede ha seguito un cammino in umiltà senza pretese di conoscenza.
EliminaNoi dobbiamo solo affidarci alla Misericordia del Mistero.
Ma il parlare di Cristo è chiarissimo e dobbiamo adeguarci a quello che ci chiede senza stare a vedere se è scritto nei 4 vangeli o solo in uno.
Dopo la Riconciliazione c'è l'Eucarestia. Questo è il cuore della Messa. E' nel centro della Celebrazione incastonata nella Parola.
L'influenza storica di Paolo nell'elaborazione della teologia cristiana è stata enorme: mentre i Vangeli si occupano prevalentemente di narrare le parole e le opere di Gesù, le lettere paoline definiscono i fondamenti dottrinali del valore salvifico della sua incarnazione, passione, morte e risurrezione, ripresi dai più eminenti pensatori cristiani dei due millenni successivi.
EliminaUn bellissimo e utilissimo post per raccontare come sono nati i Vangeli e la fede che ne consegue. Sei stato bravissimo perché hai adoperato parole davvero accessibili a tutti. Bravo Gus. Buona serata.
RispondiEliminasinforosa
Grazie sinforosa.
EliminaLa conoscenza porta sempre a scrivere in un modo chiaro.
Ne sono convinta.
Eliminasinforosa
Certo.
EliminaCiao.
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EliminaHello.
Io ho fede in Cristo. Poi do' una letta al Dizionario teologico e mi cascano le palle per terra.
RispondiEliminaE' teologia. Tutta la storia del mondo è ricavata dalle testimonianze. Napoleone lo hai mai visto? Eppure ci credi.
EliminaLo stesso è Cristo.
La penso come Franco.
EliminaQuello che si pensa potrebbe essere importante, ma nella nostra vita contano esclusivamente le azioni.
RispondiEliminaE può capitare che il samaritano ateo abbia più fede del sacerdote e del levita.
Mi piace molto la concezione di fede come "incontro", una parola che contraddistingue anche la nostra vita al di là dell'aspetto religioso, come mi ha sempre affascinato la metafora dei "pescatori di uomini".
RispondiEliminaE' importante poi capire l'attendibilità del testimone (discorso generale, non legato a chi ha testimoniato la presenza, i viaggi e la parola di Gesù Cristo).
Nella nostra società infatti "i testimoni attendibili" sono sempre più rari, è tutta una distorsione di fatti...
Al di là dell'aspetto della religione c'è l'uomo dotato di grande sensibilità.
RispondiElimina"Si chiama fede, conoscenza per fede, il riconoscimento della realtà attraverso la testimonianza che porta uno, che si chiama appunto testimone o teste. E' una conoscenza della realtà che avviene attraverso la mediazione di una persona fidata, adeguatamente affidabile".
La storia del umanità avviene tramite questa metodologia.
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Credere a tua figlia che ti racconta di un incidente e credere che ci fosse un uomo che 2000 anni fa moltiplicava il pane e i pesci e che camminava sulle acque sono due cose ben distinte. Nel primo caso si tratta di semplice fiducia, dovuta alla buona conoscenza e all'affetto nei suoi riguardi, nell'altro di fede che richiede molta più disposizione ad abbandonarsi alla totale credenza nell'altro e in ciò che asserisce.
RispondiEliminaDi Napoleone ci sono prove storiche e documentate, lo stesso non si può dire di Gesù Cristo (sì, c'erano 4 prove storiche, ma sono state confutate tutte).
Mi sembra che il post sia lo sviluppo sul versante 'fede' del commento che mi hai scritto ieri sull'amicizia. Per natura siamo portati a dubitare dell'altro, sono schemi che se pur obsoleti (perché risalgono alla preistoria, quando dovevamo difenderci dagli scimmioni esterni alla tribù che ci attaccavano per rubarci carne, pelli, donne e quant'altro) e dunque involutivi in qualche modo ci danno l'illusione di sentirci meno vulnerabili.
Ciao
La storia è fatta di testimonianze. Credere in Cristo significa che il tuo io ha trovato quello che cercava: un modo di vivere che soddisfa le esigenze primarie dell'io.
RispondiEliminaL'attualità dei vangeli è la prova che l'uomo-dio che parlava era veramente Cristo.
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
E' un proverbio stupido, contrario a quanto c'è di più evidente.
La capacità di fidarsi è propria dell'uomo grande e adulto, dell'uomo che ha conosciuto molte cose, che ha riflettuto su tutto: egli sa immediatamente quando l'altro gli parla se deve dubitare o se l'altro parla schiettamente.
Quanto uno è più ricco di umanità, quanto più uno è critico di se stesso, è cosciente dei limiti del suo andare umano, è cosciente della sua realtà, tanto più che sa quando e come fidarsi.
Sapersi fidare: questa è genialità.
Non sapersi fidare: questo è un errore che commettono tutti, anche il marito verso la moglie, anche la madre verso il figlio, il figlio verso i genitori.
E questo è all'origine di tanti dissesti.
Istintivamente e naturalmente sono uno che si fida. Ma perché questo avvenga anche razionalmente l'altro mi deve assomigliare, cioè devo riconoscere in lui le mie stesse modalità, non necessariamente negli atteggiamenti comportamentali.
E' chiaro che le brutte esperienze sono un deterrente che creano una sovrastruttura diffidente. Ma se volessi solo interrogare il mio istinto direi che mi fido, fin troppo. Credo nel potenziale buono di tutti.
Spesso capita di fidarsi di chi non si dovrebbe e non fidarsi di chi invece lo meriterebbe.
La fiducia dipende da cosa ti aspetti dagli altri, dipende da cosa desideri, dipende da cosa stai vivendo in un particolare momento, da cosa "ti serve" dentro.
Ho letto che l’essere chiusi in se stessi, stare sempre sul chi va là, non aiuta né se stessi né migliora il rapporto con gli altri con cui bisogna inevitabilmente rapportarsi, almeno che non si voglia vivere da eremiti in mezzo ad un’isola deserta.
E sono pienamente d'accordo.
Un amico sincero è un balsamo nella vita, è la più sicura protezione.
Potrai raccogliere tesori d’ogni genere ma nulla vale quanto una vera amicizia.
L’amico suscita nel cuore una tranquillità che si diffonde in tutto l’essere.
Con lui si vive un’unione profonda che dona all’animo gioia inesprimibile.
La sua presenza ridesta la nostra mente e la libera da molte preoccupazioni.
Due evangelisti, Matteo e Giovanni, apostoli di Gesù, hanno scritto servendosi della propria personale memoria.
RispondiEliminaGli altri due, Marco discepolo di Pietro, e Luca, discepolo di Paolo, attingendo ai ricordi e alle testimonianze. Ognuno racconta le parole di Cristo in base alla propria sensibilità. Le discordanze possono essere casuali, come i ladroni, cioè momenti diversi dello stesso fatto o dimenticanze. Le parole di Gesù non erano scritte perché sulle tavolette era scomodo, mentre i fogli di papiro erano costosissimi. In entrambi i casi scrivere era un procedimento molto laborioso, che non poteva essere usato nella vita quotidiana e nel rapporto maestro-discepoli.
E' pesante scrivere. Meglio raccontare.
Poi non è rimasto quasi nulla di originale. Dobbiamo dire grazie a chi iniziò a ricopiare tutto su carta nel Medioevo, compreso anche i racconti greci e altro. I certosini non erano di parte, ma forse sono di parte gli storici.
La fede è un dono. Il credere ti permette di capire un po' del Mistero.
RispondiEliminaLa fede è anche una scelta di vita che Cristo ci insegna nei Vangeli.
Ciao Filippo.
La Fede non si compra. Se credi è perché Dio lo permette.
RispondiEliminaI Vangeli indicano all'uomo, passo, come devono vivere. Sono attuali, l'umanità è grandiosa. Che dire. Non credere è soltanto un'ostinazione.
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