In crisi non è la società della tecnica , ma le forme della tradizione occidentale, che da tale civiltà sono portate al tramonto. Non solo la creazione di nuove tecnologie distrugge le tecnologie obsolete, ma la civiltà della tecnica, nel suo insieme, distrugge le forme tradizionali nelle quali si è via via presentata la " tecnica" occidentale : la religione, la morale, la politica, l'arte, la filosofia. Esse sono distrutte non nel senso che sono bandite, ma nel senso che vien negata la loro pretesa di guidare l'umanità, e questa negazione non consiste in un semplice atto teorico ma nella maggior " potenza" della razionalità scientifico-tecnologica rispetto a qualunque altra forma di razionalità. La crisi dei " valori tradizionali" è la loro impotenza rispetto alla potenza tecnologica.
Ogni critica che nella "nostra" cultura viene rivolta alla civiltà della tecnica si fonda su quello stesso atteggiamento di cui tale civiltà è la più rigorosa realizzazione. Questo atteggiamento- che compare insieme all'uomo- consiste nella persuasione di essere padroni delle proprie azioni e di essere in grado di padroneggiare, mediante l'agire le cose del mondo.
L'Oriente ha coltivato soprattutto la capacità di divenire padroni del mondo interiore, soprattutto del mondo esteriore l'Occidente. Anche i filosofi che , come Heidegger ( in cui riecheggiano alcune forme tipiche della saggezza orientale) , mettono in questione il rapporto mezzo-fine , contestano il modo in cui tale rapporto viene realizzato , non questo rapporto come tale.
L'antica arte di fabbricare una brocca è anche per Heidegger profondamente diversa da una moderna centrale idroelettrica. Eppure, nonostante ogni indubbia diversità l'antico e il nuovo modo di fabbricare le cose hanno in comune l'essenziale e il decisivo: la persuasione che l'uomo è capace di dominare il mondo, cioè di trasformarlo conformemente ai propri progetti.
E' così "naturale" , questa persuasione, che in genere non si vuol perdere tempo attorno a essa. La sostanza di tale persuasione rimane immutata anche quando si rileva che gli autentici attori storici non sono gli individui, ma i gruppi, gli apparati, le istituzioni, le strutture. La civiltà della tecnica è la totale disaggregazione e sparpagliamento della "natura" dell'uomo.
Ogni critica che nella "nostra" cultura viene rivolta alla civiltà della tecnica si fonda su quello stesso atteggiamento di cui tale civiltà è la più rigorosa realizzazione. Questo atteggiamento- che compare insieme all'uomo- consiste nella persuasione di essere padroni delle proprie azioni e di essere in grado di padroneggiare, mediante l'agire le cose del mondo.
L'Oriente ha coltivato soprattutto la capacità di divenire padroni del mondo interiore, soprattutto del mondo esteriore l'Occidente. Anche i filosofi che , come Heidegger ( in cui riecheggiano alcune forme tipiche della saggezza orientale) , mettono in questione il rapporto mezzo-fine , contestano il modo in cui tale rapporto viene realizzato , non questo rapporto come tale.
L'antica arte di fabbricare una brocca è anche per Heidegger profondamente diversa da una moderna centrale idroelettrica. Eppure, nonostante ogni indubbia diversità l'antico e il nuovo modo di fabbricare le cose hanno in comune l'essenziale e il decisivo: la persuasione che l'uomo è capace di dominare il mondo, cioè di trasformarlo conformemente ai propri progetti.
E' così "naturale" , questa persuasione, che in genere non si vuol perdere tempo attorno a essa. La sostanza di tale persuasione rimane immutata anche quando si rileva che gli autentici attori storici non sono gli individui, ma i gruppi, gli apparati, le istituzioni, le strutture. La civiltà della tecnica è la totale disaggregazione e sparpagliamento della "natura" dell'uomo.
Immagine:
RispondiEliminaPossible ricerca correlata: matteo salvini desnudo
Trovo normale che il progresso porti nuove forme di ragionamento e quindi anche delle nuove "guide".
RispondiEliminaQuello che non è giusto è che spesso le nuove guide siano tutt'altro che positive e vadano a soppiantare modelli che almeno umanamente funzionavano meglio.
Sì. La tecnologia non ha un cuore. Pensa solo al guadagno a qualsiasi prezzo.
EliminaCi stiamo distruggendo. Questo è fuor di dubbio. Stiamo perdendo di vista la logica e l'essenzialità. Vogliamo non tutto, ma direttamente troppo. Non abbiamo il senso della misura. Moriremo schiacciati in un vagone di metro. Da veri idioti.
RispondiEliminaSecondo me arriveremo, non noi ma le generazioni future, a un punto di non ritorno e allora dovranno essere rivisitate tutte le “sfaccettature” della società, altrimenti si andrà sempre di più verso un mondo disumanizzato. Buona continuazione di giornata, Gus.
RispondiEliminasinforosa
Anche io penso al punto di non ritorno. Sia per l'ambiente che per l'umanità.
EliminaQuello che dici in merito al morbo di Parkinson, è purtroppo vero: non immagini cosa si prova ad avere un genitore in quelle condizioni - anche se, nel mio caso, ormai sono passati alcuni anni, sto male tutte le volte che ci ripenso...
RispondiEliminaE' inutile parlarne. Il dolore non ha un significato logico.
EliminaCiao Roberta.
Emanuele Severino, nato a Brescia il 26 febbraio 1929, è il più grande filosofo italiano vivente. Una fama, questa, conquistata sul campo, non solo grazie a un costante dialogo serrato con i classici del pensiero occidentale, ma anche alla formulazione di uno delle poche filosofie veramente originali partorite da un autore vivente, in un panorama di glossatori più o meno brillanti.
RispondiEliminaQuesta natura umana sembra tendere sempre più fortemente verso l'interdipendenza reciproca e l'assottigliamento degli spazi individuali, ma paradossalmente si accompagna ad un sempre più accentuato isolamento del singolo. Una volta l'artigiano concepiva il progetto della sua opera e lo eseguiva anche materialmente, ma nel farlo comunicava ed insegnava al suo garzone, comunicava ed annotava esigenze e preferenze del fruitore o acquirente dell'oggetto che avrebbe costruito e così via. Oggi la produzione industriale ha scollato il momento progettuale da quello esecutivo, ma le persone hanno molta più difficoltà a comunicare tra loro.
RispondiEliminaSi cerca di trasmettere agli altri solo quello che non è buono, negando l'insegnamento per migliorare. Avviene per l'ambiente e per la morale e l'etica. Il tramonto della politica esaspera le ingiustizie dilatando lo spazio che esiste tra ricchezza e povertà.
EliminaChe cosa posso aggiungere io in tutte queste verità commenti compresi.
RispondiEliminaSiamo letteralmente oppressi dalla società tecnologica, tanti robot messi in fila che cercano di migliorare la loro personalità, perdendola totalmente. Pecoroni che rincorrono miti da sfatare, non tocco l'argomento sanità, io figlia di un medico che mi pregava di allontanarmi da questo groviglio di pressapochismo...
Cosa aggiungere ...
Cosa posso vedere nel futuro, non sono un'indovina, ma sicuro non cose positive.
Bacio serale
Qualcuno parla si speranza dimenticando che questa virtù si basa su una certezza presente, ma non è così, allora le prospettive sono tragiche.
EliminaBacio Nella.
Il progresso e la tecnologia sono però sempre positivi nonostante si lascino dietro forme di "distruzione" è sempre stato così .
RispondiEliminaBuona serata
Cettina, per me il progresso è la crescita umana e culturale della società.
RispondiEliminaIl grido proprio dell'uomo è domanda di felicità.
In questo grido sta la radice, il seme della creatività.
Il soffocamento del grido della felicità equivale allo spegnimento della scintilla dell'inventiva.
Oggi c'è la tecnologia, come applicazione della scienza, la quale dice un'infinità di piccole verità in funzione di una grande menzogna.
Quando non c'erano né jet né missili, Leopardi
poteva immaginare:
Forse s'avess'io l'ale
da volar su le nubi,
e noverar le stelle ad una ad una,
o come il tuono errar di giogo in giogo,
più felice sarei, dolce mia greggia,
più felice sarei, candida luna.
Oggi che l'uomo che va con i missili a contar le stelle
ad una ad una, non credo sia di un granello più felice.
La felicità è qualcosa d'altro.
Sicuramente la felicità non si ottiene con il progresso ,ma esso aiuta a migliorare le condizioni di vita ,non ci dà benessere spirituale ,non risolve i problemi dell'anima ,ma la tecnologia è indispensabile anche per la cura delle malattie ed altro ancora e poi nessuno di noi può fermare l'evoluzione in qualsiasi aspetto essa si propone.
EliminaCiao
Cettina, il fatto è che la tecnologia invade tutti gli aspetti della vita dell'uomo. Si produce roba inutile, costosa, che azzera la creatività della persona, il linguaggio, la fantasia.
EliminaContinuo a pensare che non tutto è negativo ,sarà che io sia positiva e vedo sempre la luce alla fine del tunnel.
EliminaBuona serata
Per credere bisogna aver una motivazione forte.
EliminaBrava.
Aspetto un commento.
RispondiEliminaAmo la vita
EliminaCiao
Bene bene.
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Le prospettive saranno anche tragiche, ma chi ha fede non può essere così drastico, non trovi Gus?
RispondiEliminaPropose loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi: «In una certa città vi era un giudice, che non temeva Dio e non aveva rispetto per nessuno; e in quella città vi era una vedova, la quale andava da lui e diceva: ‘Rendimi giustizia sul mio avversario’.
EliminaEgli per qualche tempo non volle farlo; ma poi disse fra sé: ‘Benché io non tema Dio e non abbia rispetto per nessuno, pure, poiché questa vedova continua a importunarmi, le renderò giustizia, perché, venendo a insistere, non finisca per rompermi la testa’».
Il Signore disse: «Ascoltate quel che dice il giudice ingiusto. Dio non renderà dunque giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui? Tarderà nei loro confronti? Io vi dico che renderà giustizia con prontezza.Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?»
Sono parole di Cristo.
EliminaSe torna adesso potrebbe mettersi paura... ma Uomini che sanno il Fatto Loro ribadiscono che un altro Figlio di Dio non può tornare perché non sono stati avvertiti... sono queste cose che mi spaventano Gus... questa arroganza tutta umana...
EliminaSì, c'è troppa arroganza e improvvisazione.
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Il progresso tecnologico dovrebbe sempre, sempre essere preceduto da un progresso della civiltà, dei valori, dell'umanità. Invece sembra una crescita inversamente proporzionale
RispondiEliminaSì. La tecnologia dovrebbe espandersi per favorire la civiltà, i valori e l'amore tra gli uomini e non per ingrassare il capitalismo.
RispondiEliminaCiao Paola.
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EliminaEvviva la diatruzione della società occidentale fondata su economia e soppreasione dell'essere umano
RispondiEliminaCiao Roberta.
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