Abbiamo moltissimi criteri per distinguere, in ogni scienza, ciò che vale in un certo campo e ciò che non vale ma, asserisce Heidegger in Essere e tempo, si è perso invece il senso complessivo di che cosa chiamiamo "è"; abbiamo dimenticato il senso di questo termine perché abbiamo ridotto l'essere all'oggettività. Ma allora, se identifichiamo l'essere con ciò che è oggettivamente dato e verificabile ne consegue, prima di tutto, che non possiamo più pensare alla nostra esistenza in termini di essere, perché non siamo mai un tutto già dato, siamo fatti di ricordi del passato, di esistenza nel presente e soprattutto di proiezioni verso il futuro, tutte cose che dal punto di vista della datità verificata non sono nulla.
Se non possiamo più parlare dell'essere dell'uomo, perché il nostro modello di essere è quello della datità oggettiva, ciò non ha solo delle conseguenze conoscitive preoccupanti, ma ha soprattutto conseguenze morali, politiche e sociali drammatiche. Predisponiamo cioè l'essere dell'uomo a diventare oggettività manipolabile nell'organizzazione totale della società.
Se non possiamo più parlare dell'essere dell'uomo, perché il nostro modello di essere è quello della datità oggettiva, ciò non ha solo delle conseguenze conoscitive preoccupanti, ma ha soprattutto conseguenze morali, politiche e sociali drammatiche. Predisponiamo cioè l'essere dell'uomo a diventare oggettività manipolabile nell'organizzazione totale della società.
RispondiEliminaDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Hannah Arendt (Hannover, 14 ottobre 1906 – New York, 4 dicembre 1975) è stata una filosofa, storica e scrittrice tedesca naturalizzata statunitense. La privazione dei diritti civili e la persecuzione subìte in Germania a partire dal 1933 a causa delle sue origini ebraiche, unitamente alla sua breve carcerazione, contribuirono a far maturare in lei la decisione di emigrare. Il regime nazista le ritirò la cittadinanza nel 1937; Hannah Arendt rimase quindi apolide fino al 1951, anno in cui ottenne la cittadinanza statunitense.
Lavorò come giornalista e docente di scuola superiore e pubblicò opere importanti di filosofia politica. Rifiutò sempre di essere categorizzata come filosofa, preferì che la sua opera fosse descritta come teoria politica invece che come filosofia politica.
Ho imparato qualcosa.
RispondiEliminaGrazie.
sinfiorosa
Sinforosa, tu sei una persona squisita e hai grande sensibilità.
EliminaCiao.
Ha fotografato la realtà con teorizzazioni di grande spessore.
RispondiEliminaPer lei il Potere amministra in nome e per il bene dei cittadini. Quando il Potere vacilla si forma un buco dove si infila la Violenza che è fine a se stessa e non ha la capacità di evolversi in Potere.
E' questione di dignità. Spalleggiare chi ti ha deriso non ti fa onore. Ti chiudi la porta da sola. Vergogna.
RispondiEliminaCredo non si possa fare a meno di relativizzare. Specie quando si parla di violenza, potere, politica. Siamo dominati da un sistema politico ridicolo, violento, ignorante ed elitario. Eppure mangiamo, teniamo il blog, andiamo a spasso e crediamo di poter filosofeggiare.
RispondiEliminaIn realtà siamo sotto scacco. Certo non con le catene.
Per ora.
Gingi, sai leggere?
Elimina"Siamo dominati da un sistema politico ridicolo, violento, ignorante ed elitario".
Ci sono aggettivi e rabbia.
Non si amministra per il bene dei cittadini e per questo la Violenza spadroneggia. Ma non con tutti. Un popolo merdoso che vota in favore del nano e del razzista Salvini.
RispondiEliminaQuando la filosofia studia la politica...chiudo la bocca e apro le orecchie per ascoltarvi e imparare. Qui uso necessariamente gli occhi.
RispondiEliminaGrazie e buonaserata Gus. Bacio.
Sai già tanto avendo vissuto il reale. La tua umiltà cozza con le nobildonne siciliane che si relazionano con vecchi commenti di vecchissimi post. Da mettersi a piangere.
EliminaBacio Lucia.
Sei una Strega insolente ;)
EliminaMi stai trattando male la Gingi? ;)
RispondiEliminaNo. Non vuol capire la differenza tra gioco e verità.
EliminaIo le voglio bene.
A Gingi non si può più scrivere... come si fa a far parte del suo "team"?
RispondiEliminaSi può scrivere. Ha solo l'opzione di moderazione.
EliminaMi hai ricordato la lezione della mia prof di liceo sulla banalità del male...
RispondiEliminaBuon martedì, Tua
P.
La banalità del Male della Arendt l'ho letto almeno 5 volte. Non si finisce mai di imparare.
EliminaCiao Pippa.
Scusa c'era un refuso sul commento precedente... Te lo riscrivo..
RispondiEliminaMi hai ricordato la lezione della mia prof di liceo sulla banalità del male...
RispondiEliminaBuon martedì, Gus
P.
Adoro i refusi.
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