giovedì, maggio 18, 2017

Lo stupratore squattrinato






Venne rapinata e violentata sotto casa, ma non avrà alcun risarcimento. Né dall’aggressore né dallo Stato. Un diritto che le è stato negato da un’interpretazione discrezionale di una direttiva della Comunità Europea che riconosce alle vittime di reati violenti un indennizzo se l’autore non può pagare. Per i giudici torinesi la donna non avrebbe fatto tutto quello che era in suo potere per ottenere quel risarcimento direttamente dall’uomo che l’ha violentata.
IN GARAGE
Il 22 ottobre del 2011 Roberta stava rientrando a casa dopo una giornata di lavoro. Era appena scesa dall’auto per aprire il garage della sua abitazione quando è stata aggredita alle spalle. Poco settimane dopo il suo stupratore, un 40enne italiano, è stato arrestato. La giustizia penale ha fatto il suo corso: l’uomo è stato condannato a 8 anni e due mesi di carcere. Roberta ha avuto solo la soddisfazione di vedere il suo aggressore dietro alle sbarre. E così si è rivolta allo Stato, trascinando davanti al Tribunale civile di Torino la Presidenza del Consiglio dei ministri chiedendo che venisse condannata a pagarle un indennizzo per l’omessa attuazione della «Direttiva Ce numero 80 del 2004», che impone agli Stati membri di garantire un adeguato ed equo ristoro alle vittime di reati violenti intenzionali. Il giudice ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati della donna, Stefano Commodo e Gaetano Catalano dello studio Ambrosio & Commodo. Il perché è da ricercarsi in un tecnicismo.
 L’AUTORE DEL REATO
La questione ruota intorno a quella direttiva Ce per la quale l’Italia nell’ottobre scorso è stata condannata dalla Corte di Giustizia europea perché inadempiente nella sua applicazione. La norma prevede che le vittime di reati violenti intenzionali debbano essere risarcite dallo Stato perché in molti casi «non possono ottenere un risarcimento dall’autore del reato, in quanto questi non può essere identificato o non possiede le risorse necessarie». Ma per i giudici aver subito un stupro e una rapina non dà diritto di per sè al risarcimento, la vittima deve anche dimostrare che il colpevole non sia in grado di pagare di tasca propria.
La sentenza, depositata la scorsa settimana, si scontra con un altro verdetto, diametralmente opposto, a Milano. Negli stessi giorni in cui il giudice torinese negava l’indennizzo a Roberta, la Corte d’Appello civile del capoluogo lombardo condannava la Presidenza del Consiglio a risarcire con 220mila euro due donne, madre e figlia, vittime di rapina e stupro. Un caso drammatico: la figlia è stata violentata davanti alla madre durante una rapina nel loro negozio. Nella sentenza si evidenzia come gli stupratori, sei romeni che stanno scontando 11 anni di carcere, non fossero pacificamente in grado di risarcire la vittima perché detenuti. Così come lo stupratore di Roberta. Ma nel caso milanese non è stato necessario alcun tipo di accertamento patrimoniale da parte dei legali.

Letto nel quotidiano "La Stampa"

17 commenti:

  1. http://www.lastampa.it/2017/05/18/cronaca/nessun-indennizzo-lo-stupratore-indigente-2jv8zhA6cX0NjP59RUJjLN/pagina.html

    RispondiElimina
  2. Assurdo.
    Troppi cavilli e troppi appelli, bisognerebbe farla facile.

    Moz-

    RispondiElimina
  3. Anche il risarcimento mi sembra inadeguato, quasi ridicolo.
    Praticamente Roberta doveva chiedere il risarcimento dallo stupratore mediante una causa civile prima di rivolgersi alla Presidenza del consiglio dei ministri.

    RispondiElimina
  4. La burocrazia la stupra una seconda volta. E la passa pure liscia... paese ridicolo che siamo..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Penso che la Magistratura sia maschilista. Lo stupro è il reato più schifoso che possa esistere. Anche le pene dovrebbero essere adeguate.

      Elimina
  5. La violenza non può avere risarcimento. Chi ti paga cosa? Lo schifo, il sentirti violata nel tuo io più profondo? le mille docce per toglierti l'odore di mani non conosciute? Solo chi è stato violato sa, e conoscere questo non ha prezzo. Ma uno schifo che ti resta impresso nelle carni. E la voce che non riesce ad uscire dalla gola per lo strazio...."In una strada quasi buia alle otto di sera, mentre tornavo dall'ufficio...no, non mi ha stuprato solo, per modo di dire, solo le mani che toccano, che cercano, che strappano gli abiti e io ho reagito graffiando con odio e forza....avevo 19 anni. Avevo un piccolo caro giovane amore che ho lasciato perchè non sopportavo neanche un bacio....Poi dopo tre anni è arrivato Paolo che mi ha amato aspettando con tanta pazienza che io accettassi un nuovo grande puro amore. Solo Dio, solo Dio può aiutare, solo Lui con il suo amore conosce la strada che ti aiuta a rialzare la testa. Un giudice uomo o donna se non conosce quell'orrore, non è in grado di giudicare. Uomini che violate donne o bambini meritereste lo stesso trattamento.
    Uomini che conoscete solo la forza del vostro voler possedere ciò che non vi appartiene....crescete! Noi non siamo giocattoli per la vostra fame ignobile!
    Scusa Gus, ma la vita ha tante sorprese....Buonanotte mio caro amico.Bacio.

    RispondiElimina
  6. Una testimonianza vale di più di tante chiacchiere di non ha sperimentato certe realtà.
    Bacio Lucia.

    RispondiElimina
  7. Che indecenza! Hai ragione, se una donna che subisce una violenza capita in mano ad un manipolo di giudici anziani e retrogradi è finita avendo questi la mentalità di coloro che ritengono la femmina un essere inferiore.
    Cri

    RispondiElimina
  8. Sono rimasto sbalordito dal fatto che lo stupro è trattato quasi allo stesso livello di un furto di galline.
    Ciao Cri.

    RispondiElimina
  9. E hai ragione, Gus, a essere rimasto sbalordito; è vergognoso.
    sinforosa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, e alla base c'è un concetto atavico, ancestrale e primordiale che sia la donna a provocare il maschio. Viene negato alla donna di vestirsi come vuole, di camminare in un certo modo, di avere i seni. Tutto ciò rappresenta un qualcosa come una tavola apparecchiata e il maschio va a pranzare.

      Elimina
  10. Quando si continua a ripetere che la legge è uguale per tutti ma non tutti sono uguali per la legge, diventiamo proprio portatori di verità.
    Cose inamissibili, talmente inette da diventare feroci.
    Il pericolo maggiore è che a questi orrori ci si abitua, si sentono si leggono e molto spesso ci passiamo sopra, fanno parte" dell'ordinaria amministrazione"
    Un bacio serale Gus caro!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. « Art. 519 c.p. Della violenza carnale. - Chiunque con violenza o minaccia, costringe taluno a congiunzione carnale è punito con la reclusione da tre a dieci anni".



      E' assurda l'articolazione tra minimo e massimo di una pena.
      E' vergognoso il limite massimo della pena.
      Non l'accetto, non posso abituarmi a qualcosa che è sbagliata dall'origine.


      Bacio Nella.

      Elimina
  11. Io per mia fortuna non ho mai subito violenza, neanche da ragazzina che portavo la minigonna(anni '60 '70), credo che sia l'azione più abominevole che un essere umano possa fare ad un altro essere umano, è un atto orribile, odioso e va punito in modo esemplare.
    Ciao August, Serena notte.
    Dani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, lo stupro è l'esatto contrario di "ama il prossimo tuo come te stesso".
      'notte cara Dani.

      Elimina