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venerdì, maggio 24, 2019

Il laicismo insidia la morale








Ho sempre sognato di vivere in un mondo del buon senso comune salvo che il buon senso comune momentaneamente in Iraq ti mette un cappio al collo , il buon senso comune in Cina mette il progresso sopra ogni cosa , il buon senso comune in Francia legifera sul velo ,il buon senso comune in Olanda permette ai padri di ammazzare i figli , il buon senso comune in Italia ripudia la violenza degli altri dimenticandosi della propria e così via e così via il buon senso è sempre un fiume in piena del non senso.
Per me esiste e dovrebbe essere osservata l'idea di comunanza, di non violenza, di distribuzione equa dei redditi, di uno sviluppo sostenibile ecc. Con questa idea, ben lontana dal liberismo sfrenato, ci si dovrebbe un po', dico solo un po', allontanare dalle aberrazioni sottolineate. Se accade quel che accade non è per natura umana malvagia. Ci sono precisissime ragioni politiche ed economiche. Seguendo quelle ragioni di profitto sragionato l'animo umano, l'etica e la morale diventano optional.
E' molto imbarazzante che il laicismo militante si appoggi all'etica ebraico-cristiana, alla quale molto spesso si limita a togliere l'etichetta. Quando Kant scrivendo la religione entro i limiti della semplice ragione fornisce un breviario al pensiero laico, le virtù evangeliche, i principi del decalogo, gli inviti testamentari beneficiano di una nuova presentazione. Cambia la forma, resta la sostanza. La laicizzazione della morale Ebraico-Cristiana spesso corrisponde alla riscrittura immanente di un discorso trascendente. Cioè che viene dal cielo non è abolito ma riacclimatato in terra.

mercoledì, maggio 22, 2019

Cerchiamo di accogliere






Il non giudicare nessuno vuol dire accogliere tutti.
Senza identificare il non giudicare con la parola accogliere,
ci sarebbe un equivoco perché, quanto a giudicare, dobbiamo giudicare.
Ma non possiamo giudicare la persona, la persona viene accolta,
giudichiamo un atto: "un atto così è sbagliato".
Dicendo "tu hai compiuto un atto sbagliato",
perché per giudicare la persona entrano infiniti fattori a noi sconosciuti.
Certo, il mondo giudica la persona perché fissa la perfezione
in valori che costituiscono il tornaconto per sé,
e ha interesse, quindi, a eliminare le persone che cadono
sotto i segmenti di giudizio in cui fissa la perfezione.
Giudicando esclusivamente un atto, e non la matrice che l'ha determinato, crea la scissione tra essenza ed azione.
Ma siamo esseri in evoluzione, spesso contraddittoria, quindi è giusto contemplare, ed isolarne il giudizio, anche azioni determinate non in linea retta, quindi non coerenti.
D'altra parte nessuno può contenere in sé un qualsiasi valore conquistato se prima non l'ha accolto, sperimentato, compreso e poi messo in azione. Altrimenti è un valore solo acquisito per indotto e non per “esperienza” o percorso. E l'esperienza è somma dei nostri errori.
Meditiamo sull’episodio dell’adultera.
Ecco, noi non possiamo scagliare la prima pietra.
Questo non significa non dare un giudizio di valore su quello che accade.
Commettere adulterio è un peccato.
Gli scribi e i farisei avrebbero commesso un assassinio perché non cercavano la giustizia ma usavano la donna per mettere in difficoltà Cristo.
Ecco, noi dobbiamo separare il peccato dal peccatore, Gesù può giudicare la persona perché Lui è in grado di entrare dentro la sua vita.
Ai bimbi si dice infatti: questa cosa non si fa, non è bene, si fa in questo altro modo... E si evita, per quanto possibile, di etichettarlo da cattivo o sotto qualsiasi altra eccezione di stampo negativo.







lunedì, maggio 20, 2019

Riconoscere la menzogna












Sono certo che questa paccottiglia di "fregnacce" l'ho copiata da qualche parte.
Controllate se sto muovendo la testa velocemente per scoprire la menzogna.

mercoledì, maggio 15, 2019

La forza del sacrificio






I mostri creano un potere che si impossessa di noi tramite paure che diventando grandi possono portare alla nostra distruzione. I media poi fanno la loro parte alla grande.
L'individuo deve trovare la forza dentro di se per liberare la mente, per riprendere il controllo dei suoi pensieri. Cominciando a liberarsi dalla rabbia, dall'invidia dalla paura.

sabato, maggio 11, 2019

Il dolore salvifico







Avverte Luigi Giussani che la realtà si lascia facilmente colonizzare dall'abitudine, dalle abitudini che l'uomo acquisisce nella vita quotidiana.
E quasi scompare.
Nel reticolo delle abitudini, la realtà non si realizza, si nasconde, svanisce.
La coscienza non rimane più sveglia e si occupa soltanto di quello che ha davanti, di quello che capta sul momento.
Il tempo si contrae, si divide e il suo fluire diventa impercettibile.
La coscienza si spegne, perde intensità, e l'essere stesso, l'essere a cui questa coscienza appartiene si nasconde altrettanto, o ancora più della realtà.
Forse è perché sono le 'scelte' a fare la differenza ... la maggior parte del mondo abituale sta con il nero e il bianco insieme, insomma un coperchio per ogni pentola pur di aver una vita tranquilla, ma l'adrenalina che distingue i giorni (spesso anche nella sofferenza) è la fedeltà e la sequela a una 'scelta' che ti costringe a schierarti e a rimanere 'vivo', come diceva Oriana Fallaci, sempre con il fucile in mano alla finestra, a difesa dei tuoi valori.
Vero è che spesso le persone a sostegno delle stesse scelte, possono fare la differenza, anzi, ci sono momenti in cui sono necessari per non "mollare il passo", ma l'Amico per eccellenza è sempre uno solo e non ci abbandona mai.
A me un mondo che spegne la coscienza, appare chiaro, poi tutto è relativo e soprattutto siamo liberi di chiamare 'bene' anche un mondo che genera questi effetti .... nella dinamica di Dio tutto concorre a un bene superiore, chiamiamoli 'lavori in corso' di un lavoro molto più complesso e che sicuramente sfugge alla nostra limitata visione di qualsiasi cosa ci circondi e ci comprenda, contenga.
La felicità non può essere una felicità perduta. E ci resta, anche se dentro una ferita. Il mio dolore, quel mio dolore, è il terribile modo di averla ancora vicino a me, di averla ancora con me.


lunedì, maggio 06, 2019

Sparpagliamento della "natura" dell'uomo







In crisi non è la società della tecnica , ma le forme della tradizione occidentale, che da tale civiltà sono portate al tramonto. Non solo la creazione di nuove tecnologie distrugge le tecnologie obsolete, ma la civiltà della tecnica, nel suo insieme, distrugge le forme tradizionali nelle quali si è via via presentata la " tecnica" occidentale : la religione, la morale, la politica, l'arte, la filosofia. Esse sono distrutte non nel senso che sono bandite, ma nel senso che vien negata la loro pretesa di guidare l'umanità, e questa negazione non consiste in un semplice atto teorico ma nella maggior " potenza" della razionalità scientifico-tecnologica rispetto a qualunque altra forma di razionalità. La crisi dei " valori tradizionali" è la loro impotenza rispetto alla potenza tecnologica.
Ogni critica che nella "nostra" cultura viene rivolta alla civiltà della tecnica si fonda su quello stesso atteggiamento di cui tale civiltà è la più rigorosa realizzazione. Questo atteggiamento- che compare insieme all'uomo- consiste nella persuasione di essere padroni delle proprie azioni e di essere in grado di padroneggiare, mediante l'agire le cose del mondo.
L'Oriente ha coltivato soprattutto la capacità di divenire padroni del mondo interiore, soprattutto del mondo esteriore l'Occidente. Anche i filosofi che , come Heidegger ( in cui riecheggiano alcune forme tipiche della saggezza orientale) , mettono in questione il rapporto mezzo-fine , contestano il modo in cui tale rapporto viene realizzato , non questo rapporto come tale.
L'antica arte di fabbricare una brocca è anche per Heidegger profondamente diversa da una moderna centrale idroelettrica. Eppure, nonostante ogni indubbia diversità l'antico e il nuovo modo di fabbricare le cose hanno in comune l'essenziale e il decisivo: la persuasione che l'uomo è capace di dominare il mondo, cioè di trasformarlo conformemente ai propri progetti.
E' così "naturale" , questa persuasione, che in genere non si vuol perdere tempo attorno a essa. La sostanza di tale persuasione rimane immutata anche quando si rileva che gli autentici attori storici non sono gli individui, ma i gruppi, gli apparati, le istituzioni, le strutture. La civiltà della tecnica è la totale disaggregazione e sparpagliamento della "natura" dell'uomo.

venerdì, maggio 03, 2019

Verità e nichilismo







La realtà virtuale apre nuove strade alla creatività
e all’educazione, rimettendo anche in discussione
le forme tradizionali di comunicazione, con serie
implicazioni antropologiche.
La città moderna è relativista: tutto è legittimo, e
possiamo cadere nella tentazione di credere che, per
non discriminare, per includere tutti, a volte
dobbiamo relativizzare la Verità.
Ma questo non è giusto.
Dobbiamo smettere di nascondere
il dolore delle nostre perdite e assumerci la
responsabilità dei nostri crimini, della nostra apatia
e delle nostre bugie, perché soltanto attraverso
una riconciliazione riparatrice usciremo fuori dal 
tunnel dell'orrore e, in questo modo, 
non avremo più paura di noi stessi.
Dobbiamo essere consapevoli della responsabilità
che tutti abbiamo verso questo mondo, verso
l’intero creato, che dobbiamo amare e custodire.
Noi possiamo fare molto per il bene di chi è più
povero, di chi è debole e di chi soffre per favorire
la giustizia.
A volte si tende a credere che sia tutto concesso, 
che siccome siamo
tutti diversi certi fatti possano essere scusati.
Credo anche io che sia necessario prendersi le proprie
responsabilità, interrogarsi sulle proprie azioni
errate - quando le si è compiute - e in qualche
modo evitare di ricaderci o di farsi perdonare qualora
abbiano leso gli altri.



mercoledì, maggio 01, 2019

Una strana festa







La Camusso non ha peli sulla lingua. La festa del reddito di cittadinanza. Tutti lavoratori in nero.
Anche io non votavo da quando Bertinotti e D'Alema fecero cadere il governo Prodi per puro narcisismo. Nelle ultime elezioni politiche purtroppo ho votato, dico purtroppo a causa del voto dato al movimento 5stelle.