La Camusso non ha peli sulla lingua. La festa del reddito di cittadinanza. Tutti lavoratori in nero.
Anche io non votavo da quando Bertinotti e D'Alema fecero cadere il governo Prodi per puro narcisismo. Nelle ultime elezioni politiche purtroppo ho votato, dico purtroppo a causa del voto dato al movimento 5stelle.
Dall’inizio del 2019 sono 145 le «morti bianche». «Un bollettino di guerra ormai, una strage silenziosa di cui non si parla» dice Marco Bazzoni, 45 anni, metalmeccanico toscano. « Lo faccio per dare un supporto morale ai parenti»
Alcuni studiosi hanno messo in dubbio il motivo ufficiale del decesso, un ictus, ed ipotizzato che il leader politico possa essere stato vittima di una congiura. In particolare il Professor Rocco Turi, autore di un saggio intitolato “Storia segreta del P.C.I.”, ritiene che “attraverso corretti e tempestivi passaggi metodologici, forse Berlinguer avrebbe potuto avere salva la vita, anche nel caso di un malessere provocato da cause diverse da quelle ufficiali. Ci fu un complotto?” Il volume del Professor Turi spiega come la morte di Berlinguer potrebbe avere un legame con la fine di Aldo Moro: “Entrambi lavoravano per realizzare in Italia il primo Compromesso Storico della storia repubblicana e probabilmente i servizi segreti dei Paesi dell’Est, e non soltanto loro, non riuscivano ad accettare che questo potesse accadere”. A volte certe verità sono nascoste in plain sight, esibite ed occultate al tempo stesso… Non è il caso qui di avventurarsi in speculazioni su chi avrebbe avuto interesse ad eliminare Berlinguer: se penseremo all’internazionale dei servizi, non saremo molto lontani da una ricostruzione probabile. D’altronde lo stesso Moro fu nel mirino di potenti e sinistri apparati paragovernativi, anche se l’omicidio e l’uccisione furono addebitati in toto alle Brigate rosse, in realtà per lo meno infiltrate da strutture di “intelligence”. Ci sembra, però, opportuno enucleare tre aspetti, oltre a quelli evidenziati dai giornalisti investigativi: questi elementi inducono a collocare la morte di Berlinguer nel novero dei numerosi omicidi politici. • Nel discorso elettorale tenuto a Padova, Enrico Berlinguer menzionò la P2 di Licio Gelli. Evocare la famigerata loggia, denotava una conoscenza degli arcana imperii. Ed era anche una denuncia del pernicioso ruolo rivestito da frange occulte, nell’amministrazione della cosa pubblica. • Il segretario del P.C.I. cominciò a sentirsi male, dopo aver sorseggiato, come sua abitudine, del whisky allungato con acqua: presumibilmente fu avvelenato e sappiamo chi è abituato ad usare pozioni letali per liberarsi di nemici e rivelatori. I sintomi che si manifestarono non furono infatti quelli di un ictus, quanto piuttosto riconducibili ad un avvelenamento. • Il giorno in cui l’uomo politico italiano spirò, è comunque siglato dall’usuale cifra. E’ quasi certamente una coincidenza, ma il numero 11 proietta un’ombra sinistra su questo come su molti altri oscuri accadimenti, anche di questi ultimi anni. Sia come sia, Enrico Berlinguer, pur con tutte le tare e i limiti delle ideologie, pparteneva ad una classe politica che non si occupava soltanto dei propri interessi. Vi sopravvivevano un’istanza etica, un’indipendenza di pensiero, una reale sollecitudine per il bene collettivo, sebbene all’interno di una condotta pragmatica e spesso contraddittoria. Per questa ragione qualcuno decise di neutralizzarlo. Fonte: http://straker-61.blogspot.it/2015/01/la-strana-morte-di-enrico-berlinguer.html
Andare in pensione prima e far lavorare i giovani, è la soluzione migliore per garantire qualità alla vita. Di tutti. Non credo esista alternativa valida.
Il lavoro è un impegno che ti porta a rispettare regole come orari, rapporti con gli altri, aggiornamento culturale. C'è chi appena ottenuta la pensione si affloscia. Si annoia.
Cofferati sembrava un nuovo Berlinguer. Era segretario della CGIL. Girò tutta l'Italia per continuare il lavoro di Berlinguer ma come ho scritto ieri a Void il Potere, i narcisi riescono a corrompere gli onesti. Cofferati dove puntare a dirigere un nuovo partito, quello della terza via, invece "Baffino" gli offrì l'occasione di diventare sindaco di Bologna e lui accettò decretando la fine delle speranze dei compagni.
Anche se Cofferati venne attaccato anche da Confindustria e Governo:
Durante la tesa discussione sull'art. 18, Marco Biagi, consulente del governo per l'elaborazione delle riforma del mercato del lavoro, venne direttamente tirato in causa da Sergio Cofferati, allora leader della CGIL, che parlò di "anello di congiunzione tra Governo e Confindustria". Come riporta il Corriere della Sera, "in una delle lettere inviate a Pier Ferdinando Casini alcuni mesi prima di essere assassinato, Biagi scrisse: «Sono molto preoccupato perché i miei avversari (Cofferati in primo luogo) criminalizzano la mia figura. Per ragioni che ignoro a Roma da dieci giorni è stata revocata la scorta tutela. Ti chiederei la cortesia di fare il possibile affinché venga tutelato»." In un'email a Stefano Parisi di Confindustria, Biagi invece scrisse: «Non vorrei che le minacce di Cofferati (riferitemi da persona assolutamente attendibile) nei miei confronti venissero strumentalizzate da qualche criminale». Il 20 marzo 2002 Marco Biagi venne assassinato dalle Brigate Rosse a Bologna.
A questo punto è chiaro che le Brigate Rosse non rappresentavano il comunismo ma poteri forti (CIA e KGB Licio Gelli massoneria) contrari al compromesso storico tra DC e PCI e per questo ho scritto che la morte di Enrico Berlinguer è strana.
Il punto di partenza si può approssimare con l’elezione di elementi impresentabili dalle idee “moderne” spacciandosi per uomini e donne di sinistra, alleandosi con elementi estranei ai concetti della sinistra, che appoggiarono e votarono leggi altrettanto impresentabili, modificando così parti del diritto del lavoro e del diritto sindacale. Gli stessi che appoggiarono tali norme e che offesero chi lottava a testa alta contro tali leggi, adesso affollano gli studi piangendo perché hanno perso i loro diritti, e continuano a insultare quando sentono la risposta del consulente che applica le norme che hanno voluto.
Una cugina che non vedevo da tanto tempo. Io non sono un tipo fisionomista. Praticamente non riconoscevo nessuno, eppure molte persone mi abbracciavano e mi chiamavano per nome.
A. eppure c'era una che mi piaceva. Le domando: " Tu sei la moglie di Marco? e lei: "No!", e io: "Sei la moglie di Massimo?", e lei : "No!", e mi guardava con rabbia. Strano, anche per il fatto che nessuno mi sapeva dire chi era.
Dall’inizio del 2019 sono 145 le «morti bianche». «Un bollettino di guerra ormai, una strage silenziosa di cui non si parla» dice Marco Bazzoni, 45 anni, metalmeccanico toscano. « Lo faccio per dare un supporto morale ai parenti»
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaAlcuni studiosi hanno messo in dubbio il motivo ufficiale del decesso, un ictus, ed ipotizzato che il leader politico possa essere stato vittima di una congiura. In particolare il Professor Rocco Turi, autore di un saggio intitolato “Storia segreta del P.C.I.”, ritiene che “attraverso corretti e tempestivi passaggi metodologici, forse Berlinguer avrebbe potuto avere salva la vita, anche nel caso di un malessere provocato da cause diverse da quelle ufficiali. Ci fu un complotto?”
RispondiEliminaIl volume del Professor Turi spiega come la morte di Berlinguer potrebbe avere un legame con la fine di Aldo Moro: “Entrambi lavoravano per realizzare in Italia il primo Compromesso Storico della storia repubblicana e probabilmente i servizi segreti dei Paesi dell’Est, e non soltanto loro, non riuscivano ad accettare che questo potesse accadere”.
A volte certe verità sono nascoste in plain sight, esibite ed occultate al tempo stesso… Non è il caso qui di avventurarsi in speculazioni su chi avrebbe avuto interesse ad eliminare Berlinguer: se penseremo all’internazionale dei servizi, non saremo molto lontani da una ricostruzione probabile. D’altronde lo stesso Moro fu nel mirino di potenti e sinistri apparati paragovernativi, anche se l’omicidio e l’uccisione furono addebitati in toto alle Brigate rosse, in realtà per lo meno infiltrate da strutture di “intelligence”.
Ci sembra, però, opportuno enucleare tre aspetti, oltre a quelli evidenziati dai giornalisti investigativi: questi elementi inducono a collocare la morte di Berlinguer nel novero dei numerosi omicidi politici.
• Nel discorso elettorale tenuto a Padova, Enrico Berlinguer menzionò la P2 di Licio Gelli. Evocare la famigerata loggia, denotava una conoscenza degli arcana imperii. Ed era anche una denuncia del pernicioso ruolo rivestito da frange occulte, nell’amministrazione della cosa pubblica.
• Il segretario del P.C.I. cominciò a sentirsi male, dopo aver sorseggiato, come sua abitudine, del whisky allungato con acqua: presumibilmente fu avvelenato e sappiamo chi è abituato ad usare pozioni letali per liberarsi di nemici e rivelatori. I sintomi che si manifestarono non furono infatti quelli di un ictus, quanto piuttosto riconducibili ad un avvelenamento.
• Il giorno in cui l’uomo politico italiano spirò, è comunque siglato dall’usuale cifra. E’ quasi certamente una coincidenza, ma il numero 11 proietta un’ombra sinistra su questo come su molti altri oscuri accadimenti, anche di questi ultimi anni.
Sia come sia, Enrico Berlinguer, pur con tutte le tare e i limiti delle ideologie, pparteneva ad una classe politica che non si occupava soltanto dei propri interessi. Vi sopravvivevano un’istanza etica, un’indipendenza di pensiero, una reale sollecitudine per il bene collettivo, sebbene all’interno di una condotta pragmatica e spesso contraddittoria. Per questa ragione qualcuno decise di neutralizzarlo.
Fonte: http://straker-61.blogspot.it/2015/01/la-strana-morte-di-enrico-berlinguer.html
Andare in pensione prima e far lavorare i giovani, è la soluzione migliore per garantire qualità alla vita. Di tutti.
RispondiEliminaNon credo esista alternativa valida.
Il lavoro è un impegno che ti porta a rispettare regole come orari, rapporti con gli altri, aggiornamento culturale.
RispondiEliminaC'è chi appena ottenuta la pensione si affloscia. Si annoia.
Cofferati sembrava un nuovo Berlinguer. Era segretario della CGIL. Girò tutta l'Italia per continuare il lavoro di Berlinguer ma come ho scritto ieri a Void il Potere, i narcisi riescono a corrompere gli onesti. Cofferati dove puntare a dirigere un nuovo partito, quello della terza via, invece "Baffino" gli offrì l'occasione di diventare sindaco di Bologna e lui accettò decretando la fine delle speranze dei compagni.
RispondiEliminaAnche se Cofferati venne attaccato anche da Confindustria e Governo:
RispondiEliminaDurante la tesa discussione sull'art. 18, Marco Biagi, consulente del governo per l'elaborazione delle riforma del mercato del lavoro, venne direttamente tirato in causa da Sergio Cofferati, allora leader della CGIL, che parlò di "anello di congiunzione tra Governo e Confindustria". Come riporta il Corriere della Sera, "in una delle lettere inviate a Pier Ferdinando Casini alcuni mesi prima di essere assassinato, Biagi scrisse: «Sono molto preoccupato perché i miei avversari (Cofferati in primo luogo) criminalizzano la mia figura. Per ragioni che ignoro a Roma da dieci giorni è stata revocata la scorta tutela. Ti chiederei la cortesia di fare il possibile affinché venga tutelato»."
In un'email a Stefano Parisi di Confindustria, Biagi invece scrisse: «Non vorrei che le minacce di Cofferati (riferitemi da persona assolutamente attendibile) nei miei confronti venissero strumentalizzate da qualche criminale». Il 20 marzo 2002 Marco Biagi venne assassinato dalle Brigate Rosse a Bologna.
A questo punto è chiaro che le Brigate Rosse non rappresentavano il comunismo ma poteri forti (CIA e KGB Licio Gelli massoneria) contrari al compromesso storico tra DC e PCI e per questo ho scritto che la morte di Enrico Berlinguer è strana.
RispondiEliminaIl punto di partenza si può approssimare con l’elezione di elementi impresentabili dalle idee “moderne” spacciandosi per uomini e donne di sinistra, alleandosi con elementi estranei ai concetti della sinistra, che appoggiarono e votarono leggi altrettanto impresentabili, modificando così parti del diritto del lavoro e del diritto sindacale. Gli stessi che appoggiarono tali norme e che offesero chi lottava a testa alta contro tali leggi, adesso affollano gli studi piangendo perché hanno perso i loro diritti, e continuano a insultare quando sentono la risposta del consulente che applica le norme che hanno voluto.
RispondiEliminaHo letto con interesse il tuo post e le tue seguenti chiarificazioni e mi accorgo di essere tanto ignorante. Ciao Gus e buona fine giornata.
RispondiEliminasonforosa
Ora non lo sei più.
EliminaLa giornata sta finendo. L'intermezzo è stato un funerale alle 16.00. Tanta gente che mi abbracciava come se io fossi il morto.
Mi dispiace tanto, era un tuo parente?
EliminaUna cugina che non vedevo da tanto tempo.
RispondiEliminaIo non sono un tipo fisionomista. Praticamente non riconoscevo nessuno, eppure molte persone mi abbracciavano e mi chiamavano per nome.
A. eppure c'era una che mi piaceva. Le domando: " Tu sei la moglie di Marco? e lei: "No!", e io: "Sei la moglie di Massimo?", e lei : "No!", e mi guardava con rabbia. Strano, anche per il fatto che nessuno mi sapeva dire chi era.
EliminaCondoglianze, Gus.
EliminaGrazie.
RispondiEliminaTroppi funerali.
La sinistra è stata sempre meno sinistra ..magari anche a causa di quegli operai ..sempre meno operai e più borghesi.
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