Proprio in questi giorni, pensavo a situazioni reali vissute: ho visto persone che cambiando radicalmente la loro vita si sono riscattate dal male commesso in passato. Pensavo a tutte le lamentele di essere umani calpestati dal cinismo di questa società, pensavo al bisogno di rispetto e verità nelle storie personali. E pensavo ai bollini che la gente ti lascia addosso, e nonostante il bene compiuto continua a vedere quello che ha nella propria testa, pensavo a quanti incontrano finalmente persone giuste e buone, ma accorgendosi che forse sono migliori di loro, iniziano competizioni senza fine per sminuire il ‘buono’, e se proprio non ci riescono, partono con le calunnie e la divulgazione di cose false difficilmente recuperabili, pensavo che il primo rispetto che si deve a sé e agli altri è la verità, quella verità che solo il silenzio nel cuore del Mistero può svelarti impedendoti di arrenderti alla logica della menzogna. E che pochissimi, in realtà, lo desiderano, perché è comodo non togliersi maschere e infingimenti che pochi vogliono riconoscere anche di fronte ai fratelli.
Pensavo al bene fatto anche da Madre Teresa per anni e spesso, a causa del male altrui, quante volte abbia dovuto ricominciare da capo, senza mai arrendersi alla logica del male.
E come possiamo intenderci se nelle parole che io dico metto il senso o il valore delle cose che sono dentro di me; mentre chi ascolta, inevitabilmente, non le comprende a causa di una visione distorta della vita?
E' più facile trovare il male nell'altro, così noi ci sentiamo sicuramente più buoni e ciò è gratificante. Lo sforzo che dobbiamo fare è guardarci dentro con onestà e umiltà, forse troveremo l'altro migliore. Siamo capaci di farlo?
Pensavo al bene fatto anche da Madre Teresa per anni e spesso, a causa del male altrui, quante volte abbia dovuto ricominciare da capo, senza mai arrendersi alla logica del male.
E come possiamo intenderci se nelle parole che io dico metto il senso o il valore delle cose che sono dentro di me; mentre chi ascolta, inevitabilmente, non le comprende a causa di una visione distorta della vita?
E' più facile trovare il male nell'altro, così noi ci sentiamo sicuramente più buoni e ciò è gratificante. Lo sforzo che dobbiamo fare è guardarci dentro con onestà e umiltà, forse troveremo l'altro migliore. Siamo capaci di farlo?
Possible ricerca correlata: mektoub my love canto uno painting.
RispondiEliminaSi tratta di un film che ho visto a Sky qualche sera fa.
A me piace moltissimo. Forse più che una storia è una serie di flash sulle ragazze di oggi. Diverse ma anche più genuine da quella della generazione che le precede.
Il titolo del film: Mectoub My Love.
Il senso di appartenenza viene impedito, come ha scritto Riky, dal tipo di vita che costringe l'uomo a lottare contro l'altro per ritagliarsi uno spazio. E' la logica del capitalismo esasperato.
RispondiEliminaCiao Giulia.
Tutto l'insegnamento di Cristo si basa nel non giudicare.
RispondiEliminaAbbraccio Elettra.
Potrei anche sbagliarmi, ma nel Giudizio Universale mi sembra che Dio giudichi eccome. A mio parere se vogliamo essere trattati bene e con rispetto, dobbiamo essere i primi a trattare gli altri nello stesso modo.
EliminaAbbraccio.
Chi non deve giudicare è l'uomo perché facendolo s'innalzerebbe al livello di Dio.
EliminaInfatti Cristo impedisce con poche parole che l'adultera venga lapidata.
Il giudizio è una conseguenza del nostro comportamento terreno. Con il no diciamo che I Comandamenti di Dio non li accettiamo e qui determiniamo una scelta diversa dal Regno dei Cieli.
Questa è dottrina, cioè quello che ci è dato di sapere.
Abbraccio Elettra.
Non è facile riconoscere i nostri peccati ma è indispensabile per una buona coscienza e mai riusciamo a farlo mai saremo in grado di cambiare.
RispondiEliminaCambiando, cambiamo anche il modo di percepire il male nell'altro, saremo più disposti al perdono in quando avremo toccato con mano la nostra personale fragilità. Buona serata.
sinforosa
In generale sono i peccati minori che possono sfuggire, come un'intemperanza, un pensiero non buono, ma quelli che pesano si capiscono sicuramente. Io dico di avere molta indulgenza per gli altri e poi valutare le azioni perché i pensieri non si possono vedere.
EliminaCiao Sinforosa.
Non dovrebbe risultare difficile seguire certi insegnamenti che ci sono stati dati: ad esempio, non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te... tutto cambierebbe se pensassimo all'altro come pensiamo egoisticamente a noi stessi!
RispondiEliminaNessun uomo odiò mai la propria carne - disse il Signore. Nessuno farebbe del male a se stesso, e nessuno, di conseguenza, vorrebbe essere trattato male dagli altri.
EliminaPurtroppo restano sole parole.
Ciao Roberta.
"Il claustrofobico dramma del belga Van Leeuw sceglie di non mostrare alcuna violenza, ma restituisce tutto il terrore attraverso il sonoro. Per 85 minuti lo spettatore è intrappolato nello stesso spazio dei protagonisti, mentre un meccanismo a orologeria innesca situazioni sempre più tese e insostenibili, soprattutto quando la casa viene violata. Una risposta a chi si chiede da cosa fuggano i migranti che lasciano il proprio paese a costo della vita stessa." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 23 marzo
RispondiElimina"(...) il titolo 'Insyriated' è un gioco di parole, potremmo tradurlo 'bloccati in Siria' ed è effettivamente un raro film che porta sugli schermi la tragedia di chi vive in quel disgraziato paese, barricato in casa per proteggersi da entrambi i lati della guerra civile. Il regista, Philippe Van Leeuw, è belga; il cast è multietnico e di lingua araba, capeggiato da due attrici superbe, la giovane libanese Diamand Abou Abboud e la veterana palestinese (di passaporto israeliano) Hiam Abbass (...). Il film è stato girato a Beirut, ma per quello che si vede si sarebbe potuto realizzarlo anche in teatro a Cinecittà: la trama copre l'arco di una giornata e si svolge interamente nell'appartamento di un palazzo che si intuisce diroccato, dove si sono asserragliate due famiglie che si aiutano a superare la drammatica quotidianità della guerra. (...) La colonna sonora è fatta di dialoghi, spari, bombe e un ripetuto, furioso bussare alla porta da parte di miliziani ignoti decisi a penetrare nella casa. La giornata inizia con una tragedia, ha un crescendo di violenza quasi insostenibile e riesce, nel finale, a tirare paradossalmente il flato. Un grande film (...)." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 14 febbraio 2017)
Così passano due ore conoscendo quello che accade realmente oggi nel mondo.
RispondiElimina
RispondiEliminaRecensioni
Philippe Van Leeuw
Insyriated
19 March 2018 RECENSIONI
Francesco Ruzzier
Un uomo corre furtivamente attraverso il cortile interno di un condominio; un colpo di fucile esplode da un tetto e l'uomo cade a terra, privo di vita. Una domestica raggiunge immediatamente la propria padrona di casa per raccontarle la scena a cui ha assistito e per capire come agire: la moglie dell'uomo assassinato è la loro vicina di casa, che da qualche giorno si è rifugiata con il figlio nel loro appartamento, in attesa del momento opportuno per fuggire. In quella casa, tra anziani, ragazzini e donne, sono in nove; fuori c'è una guerra terribile e onnipresente. Fuori c'è la morte certa. Il loro è l'ultimo appartamento abitato di tutto il quartiere: una sorta di fortezza che Oum Yazan, la tenace protagonista del sorprendente Insyriated di Philippe Van Leeuw, non vuole abbandonare per nessun motivo.
Nessuno deve sapere della morte dell'uomo: nessun elemento esterno deve poter entrare nella casa poiché anche la più piccola delle crepe, visto l'orrore di cui il mondo al di là delle mura è colmo, rischierebbe di trasformarsi in una voragine irreparabile. Per Oum Yazan l'appartamento rappresenta tutto ciò che le è rimasto; i suoi familiari e gli oggetti di una vita riempiono ogni spazio di quel microcosmo e nulla può farla sentire più al sicuro; attendere che suo marito torni per salvarla è davvero l'unica cosa da fare.
RispondiEliminaLa macchina da presa segue la donna lungo i corridoi labirintici della casa, mentre gira tra le stanze per assicurarsi che tutti stiano bene, fungendo in questo modo da collante per gli inquilini, unendoli per renderli inattaccabili. Ma il frastuono delle bombe continua a fare breccia nella fortezza, trasformandola ogni volta in una prigione da cui voler scappare, in una sorta di trappola mortale. A ogni attacco sonoro proveniente dall'esterno, la donna risponde controllando ossessivamente ogni serratura, ogni sbarramento e ogni tenda coprente.
La forza dei legami familiari, delle mura domestiche e degli oggetti è davvero sufficiente per contrastare l'orrore dal di fuori? Alle convinzioni della protagonista, Philippe Van Leeuwcontrappone non solo l'imprevedibilità della guerra, ma anche la voglia di reagire dei ragazzi, che tra incoscienza e necessità di vivere insistono continuamente per uscire, scappare e trovare un posto migliore. Ed è interessante vedere come lo spazio della casa sia trasformato a seconda del punto di vista dei personaggi coinvolti: prima come labirinto infinito e mai uguale a se stesso, poi come cella minuscola e claustrofobica, dopo ancora come luogo familiare e infine come territorio nemico.
Un cambio di registro che in alcuni momenti sembra ricondurre a una certa tipologia dafilm horror, in cui l'ambiente domestico diventa uno spazio pericoloso a causa di una minacciaesterna. E sotto questo punto di vista l'orrore, lasciato quasi sempre fuori dal campo visivo per scelta della protagonista, riesce a fare paura solo ai personaggi più anziani, che conoscono il volto del nemico, mentre i ragazzi più giovani ne sono spaventati solo quando vi entrano in contatto diretto. Ma la soluzione per tornare a vivere forse è proprio questa: provare a non avere più paura, aprire la porta e lasciare entrare la speranza.
Io non scrivo da te perché non cerchi la verità ma solo di aver ragione.
RispondiEliminaE lo fai offendendo ripetutamente, tipico di chi non sostenere una discussione.
Antonypoe è avanti. Quando è lui che commenta. 😏
RispondiEliminaIl segui ha un significato, cioè un utente esprime la sua volontà di relazionarsi con me. Io generalmente scrivo con quelli che mettono il segui. Poi li inserisco nel blogroll.
RispondiEliminaIl segui è riguarda l'utente che può inserirlo e anche toglierlo. Da parte mia se non voglio essere seguito posso bloccare il segui. Tu hai un vecchio follower inattivo che è bloccato per tua volontà. Io tra i lettori fissi ho dei segui con blog inesistenti e restano lì. non posso eliminarli.
Questo è il funzionamento del sistema. Lo sanno tutti e tu documentati. E' una storia vecchia.
E l'altro?
EliminaVuoi dire quello dell'Aquilone precedente. Eliminando definitivamente il blog non lo trovo nel mio elenco dei lettori fissi. Anche quello che ho bloccato non dovrebbe esserci. Qualche errore di sistema di Blogger. Comunque non è un segui perché non è collegato a un URL. Si tratta solo di una inutile immagine e non puoi nemmeno dimostrare che riguarda te.
EliminaOra la sblocco e vedi se riesci a eliminarla. Se è la tua non dovrebbero esserci problemi.
Ogni idiozia verrà cancellata e quando mi sarò stancato modero il blog.
RispondiEliminaMa scusa Gus, dai sai che ti voglio bene, però mi hai detto che se chiudi un blog il follewer dovrebbe sparire. Questo sopra è da anni che l'ho chiuso non dovrebbe essere più in circolazione. Negli altri non c'è più. E l'altro hai visto anche tu che l'ho inserito (anche la numerazione del follewer era cambiata, ma ne io e, nemmeno tu, l'abbiamo visto.😑 Poi, quando ho inserito il nuovo follewer mi è arrivata una sessantina di persone provenienti dal tuo blog a curiosare senza commentare. E poi tu ti... scazzi perché commenti solo tu? Ora c'è anche Antonypoe. E non permetterti di dare ordini nel mio blog. Nella mia confusione io mi ritrovo.
RispondiEliminaQuel follower io non so di chi è. Non si può eliminare ma solo bloccare. Il sistema ha le sue regole ma può sbagliare.
RispondiEliminaNessuno ti obbliga a mettere il follower di Aquilone2 e nessuno obbliga me di scrivere nel tuo blog.
Quando hai chiuso Aquilone 1 non c'era nessun segui nel mio elenco di lettura e chiaramente chiuso per sempre il blog il follower ha fatto la stessa fine. Devi sapere che nell'elenco di lettura del mio blog ci sono follower recenti che non so da dove siano spuntati. Secondo te io devo scervellarmi per trovare i proprietari? Stanno nel mio elenco e la storia è chiusa.
Quel follower con il viso di una donna chi lo ha messo lo deve togliere. Se non vuol farlo non sono problemi miei.
Certo che c'era con l'aquilone1 e hai commentato più volte in quel blog. Il mio follewer era qui. C'era anche il segui....con lo stesso aquilone ricordi? Il blog è stato chiuso anche per questo MOTIVO.PERCHE ERA SPARITO IL MIO FOLLOWER.
RispondiEliminaAnche quel follewer in alto é mio con il mio volto e lo sai benissimo. Quel blog è stato chiuso da anni, come mai a te è rimasto e negli altri no? Avevo pochi blog con il mio follewer vecchio , ho controllato. Non c'è più. Tu solo l'hai bloccato.... Forse come l'altro. Se non sei stato tu so chi è stato 😏
Io posso anche non bloccarlo. Perché è rimasto lì dopo la chiusura del blog non è un problema mio ma di Blogger. Mica devo fare una tesi sulla vita di un follower? Il sistema non sono io a manovrarlo ma i boss della piattaforma.
EliminaAllora passiamo la vita a parlare del follower "Sara".
Fai ricerche di informatica, vai a casa di B.Gates e fatti risolvere il problema.
Ti vuoi esercitare? Ora di mando un segui. Vediamo se riesci a eliminarlo. Domani lo tolgo. Non allarmarti. Oppure bloccalo e buonanotte ai suonatori.
Ossequi.
Non voglio parlare di follower, ovvero non parlarmi più di follower. Se pensi che io abbia commesso illeciti vai ai Carabinieri, alla Polizia Postale, al Capo di Blogger o dal tuo avvocato, ma non scrivere qui da me perché è inutile e intasi il blog che contiene un post da commentare e non ingolfato di OT.
RispondiEliminaChiaro!
"Ho visto persone che cambiando radicalmente la loro vita si sono riscattate dal male commesso in passato.".
RispondiEliminaIo non credo esista una redenzione, penso anzi che l'idea in sé di redenzione sia il frutto di una società sbagliata che promulga l'errore.
Perché non si insegna alle persone che devono sapersi fermare, prima di fare il male?
Perché se rompi un bicchiere puoi chiedere scusa ma se calunni, tradisci, offendi, commetti violenza, uccidi allora quelli non sono errori e non meritano redenzione o perdono.
Un abbraccio.
La calunnia è una cosa orribile. Per il perdono ognuno agisce come crede. Cristo ha perdonato l'adultera.
EliminaUn abbraccio Francesca.