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lunedì, dicembre 31, 2018

Il luogo comune







Omaggio a Nina


Essere schietti ed essere sinceri son due cose diverse.
non ho capito nulla della vita e delle persone mi limito a viverle e a lasciarle libere di andare e venire nella mia vita, ma so che posso fidarmi degli altri nella misura in cui mi fido di me stessa. Dipende sempre da me.
Posso solo sperare (che dio benedica la speranza) che quando deciderò di aprirmi alla vita di nuovo sia abbastanza forte da infischiarmene del giudizio degli altri, perché al momento mi
pesa tanto il giudizio.

venerdì, dicembre 28, 2018

il potere della Bellezza









“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante nel davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione a rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.



"Ricetta"


Scaccia la paura
e la paura della paura.
Per qualche anno le cose basteranno.
Il pane nel cassetto
e il vestito nell’armadio.
Non dire mio.
Hai preso le cose solo in prestito.
Vivi nel tempo e capisci
che poche cose ti servono.
Accasati.
E tieni pronta la valigia.
È vero quello che dicono:
ciò che deve succedere, succederà.
Non andare incontro alla pena.
E quando arriva,
guardala tranquillamente.
È effimera come la felicità.
Non aspettare nulla.
E abbi cura del tuo segreto.
Anche il fratello tradisce
se si tratta di te o di lui.
Prendi la tua ombra
come compagna.
Scopa bene la tua stanza.
E saluta il tuo vicino.
Aggiusta il recinto
e anche il campanello alla porta.
Tieni aperta la ferita dentro di te
sotto il tetto delle cose che passano.
Strappa i tuoi piani. Sii saggio
e credi nei miracoli.
Sono iscritti da tanto tempo
nel grande piano.
Scaccia la paura
e la paura della paura.


   Mascha Kaléko


 





mercoledì, dicembre 26, 2018

Nato Morto Risorto








La tristezza è la coscienza drammatica della sproporzione tra il destino ideale dell'uomo e tutto ciò che si fa per raggiungerlo. L'opposto della tristezza è la disperazione, in quanto annulla la tensione delle domande ultime, negando che una risposta sia possibile.
Una tale coscienza considera il problema umano senza censurare nulla, né la "rugosa realtà" come scriveva Rimbaud, né la promessa che il cuore e la mente umani – se sono "giovani" – avvertono nella sfida delle circostanze, né la inevitabile delusione che si proietta sull'esistenza e che però non nega la natura di aspettativa del cuore.
Chi invece censura uno solo di questi fattori, inizia il terribile gioco delle censure che getta la vita nella disperazione. Tale è la sorte dell'orgoglio umano: pur di non riconoscere che la sua grandezza sta nella povera nostalgia di qualcosa che non è nelle sue forze, preferisce negare l'esistenza del reale (Laura Cioni)
Non occorre essere uccelli per vedere più in la...
Non occorrono ali per poter viaggiare e vedere mondi lontani...
Non occorre salire sopra le più alte montagne per vedere la piccolezza di noi...
Non occorre solcare i sette mari, per conoscere l'infinita profondità delle acque...
In un seme di senape c'è tutto l'infinito e oltre.
Perché quel piccolo seme trattiene tutto l'infinito.
Il vangelo di Matteo era lunghissimo e straziante. Alla fine ho pianto sperando anche che Dio e Cristo siano una favola, perché non riesco ad avere la forza di accettare che l'uomo, quindi anche io, sia stato capace di una simile barbarie.
Sì, i difetti di Caifa, dei farisei, degli scribi noi li abbiamo tutti.

lunedì, dicembre 24, 2018

Quarta Domenica di Avvento








L'ora era giusta.
Bisognava affrontare la nebbia, i vetri dell'auto appannati e scacazzati dai piccioni.
Pulisci qua e là. OK si parte.
Alla prima curva sfiori un palo, alla seconda acciacchi un topo.
Il percorso è breve e la parrocchia è raggiunta.
Il parcheggio? Dove se non nel giardino delle carrube.
Eh, Bergman non ti incazzare. Non ho trovato il Posto delle fragole.
La parrocchia offre freddo intenso e un nuovo parroco gelido.
Il confessionale le è chiuso per sciopero dei francescani indebitati.
Ieri era l'ultima domenica dell'Avvento
Il passo del Vangelo è il più grande.
C'è tutto il Mistero del Dio incarnato e della vergine Maria.
Mi domando, prete, che offri un'omelia sonnacchiosa: "Se non ti scaldi
in questa occasione hai sbagliato mestiere".
Non mi ascolta e va avanti leggendo il fogliettino.
Anche questa è fatta.
L'auto è appannata e intirizzita. La scaldo io soffiando vento caldo.
Tre semafori con il rosso bloccato.
Evvai, volevoli il botto. Questa è l'occasione giusta.
Niente. Tutto liscio come l'oGlio imputridito dalla mosca  che
ha bersagliato l'ABBruzzo. E ha scelto la regione giusta.
Quindi, applauso.
Ma la cosa strana è che io sento vivo questo Natale.





giovedì, dicembre 20, 2018

Ahi l'ammore che fa fa













L'amore è lavoro: si costruisce, si forgia, si plasma, si cura, si custodisce, si alimenta.
L'amore che esplode e viaggia da solo è solo una fiammella.

mercoledì, dicembre 19, 2018

Il significato delle cose











Vorrei che tutti capissero che c'è un metodo che precede e rende possibile la conoscenza. Consiste nella capacità di cogliere i nessi tra le cose, di andare oltre quello che appare, di compiere il continuo percorso del segno fino all'origine, al significato.
Non mi faccio irretire da un piccolo campo di verità astratte e formali, con le conseguenti applicazioni scientifico-tecniche. Le restrizioni di questo dominio del razionalismo scientifico portano a una strada dove la conoscenza non ha più rapporto con la vita, con le questioni della vita. La questione che emerge con più forza è quella della certezza, anche per le caratteristiche prodotte dal tempo in cui ci troviamo a vivere, dal nichilismo che respiriamo, dall'incapacità di stare alle evidenze più elementari della nostra esperienza.
Tutto ciò che non è trascrivibile, traducibile in linguaggio matematico e non sottoponibile alla dimostrazione sperimentale, non è conoscibile ed è relegato nel campo del meramente soggettivo.
E quando si sta male ed è già difficile mettere insieme i pezzi di sé.... a salvare sarà proprio quanto non si può dimostrare o definire scientificamente.
La capacità di cogliere i nessi tra le cose è fondamentale per arrivare ad una conoscenza più completa, al di là della tecnologia e della scienza...è l'intuizione soggettiva che conta.
La natura è il luogo dei rapporti che sviluppano la persona; cioè la natura è il luogo dell'esperienza.
Caratteristica della natura è quella di costituire una trama organica e gerarchica che solleciti l'esigenza di unità immanente ad ogni persona.
L'esperienza vera mobilita e incrementa la nostra capacità di aderire, la nostra capacità di amare.
La vera esperienza immerge nel ritmo del reale, e fa tendere irresistibilmente ad una unificazione fino all'ultimo aspetto delle cose, cioè fino al significato vero ed esauriente di una cosa.

martedì, dicembre 18, 2018

Un problema irrisolvibile







Scienza ed etica, scienza e sentimento religioso, sono binomi sempre spinosi. Francamente il discorso è così complesso che è difficile dare un'opinione. Certo fa tristezza vedere come tutto alla fine finisca sempre nel calderone della politica, dove ognuna delle parti cerca sempre di strumentalizzare e tirare acqua al proprio mulino. Ho letto di recente un romanzo interessante che tramite l'intreccio di un thriller ambientato nella Germania del 1780, poneva degli interrogativi simili, senza però dare giudizi assoluti ma molti spunti di riflessione.
L'etica cambia con il tempo. La morale è immutabile.
Le due cose non riescono ad andare di pari passo.
Basta guardare l'ecografia di un embrione di tre mesi per capire che è una vita che sta nascendo. Questa è la verità, ma è scomoda. Una maggioranza ha stabilito che l'embrione non è vita.
Un referendum ha confermato la legge dello stato sull'aborto.
Nessuno può impedire a una donna di portare a termine una gravidanza indesiderata.
Legge e mentalità della donna si impongono alla verità.
Il numero degli aborti annuali è di circa 250.000.
Una volta l'etica sociale considerava normale la schiavitù.
Oggi non è permessa. La mentalità della società si può cambiare ma nessuno si preoccupa di sensibilizzare le donne sulla gravità dell'aborto. Il significato vero dell'aborto.
Nell'antichità l'aborto era fondamentalmente una questione di donne, oggi è una questione di tutti, donne e uomini.
 


lunedì, dicembre 17, 2018

La banalità dell'esibizionismo










Il Financial Times, lo sappiamo tutti che si occupa di economia e finanza, ma si diverte, anche, a censurare le cattive abitudini degli europei, ha pubblicato un servizio secondo il quale l'Italia è il paese più nudo d'Europa, intendendo la nudità esibita non solo nelle strade, ma in televisione, nella pubblicità, al cinema.
Lanciare un frigorifero con una donna poco vestita è diventato una specie di must dal quale i nostri geni della comunicazione non sono capaci di sganciarsi.
Ci si chiede: "Perché la donna si mette in mostra?".
Per piacere personale o per piacere di mostrarsi al prossimo?
Il filosofo e il semiologo non sanno dare risposte precise a questo interrogativo, forse retorico ma corrispondente a una realtà che stiamo vivendo giorno dopo giorno e non soltanto da adesso.
il capitalismo è maschio e fa del mercato il suo dirigibile e sistemizza l'induzione al consumo tramite i media (tutti diretti da maschi). Risultato: una merce materiale ed immateriale vendibile ai maschi in cui le donne trovano azione da attrici: quindi vanno bene vallette, veline, ecc. Il potenziale di acquisto è sempre maschile, cioè quello che prevalentemente ha reddito e che caccia i soldi per l'acquisto del frigo. E dato che il sistema ha un congegno anestetizzante così ben fatto che nessuno si accorge di essere funzionale al mero denaro. Mi chiedo: le donne quando inizieremo seriamente a protestare?
Molti pensano che soltanto mostrando il proprio corpo sia possibile attirare l'attenzione e l'interesse popolare con il risultato di scatenare le critiche di chi vorrebbe altri spettacoli e di chi per interesse che non è morale, come il settimanale inglese, non lascia passare occasione senza metterci alla berlina.
Ma la strada è questa e forse dovremo percorrerla fino al traguardo della banalità.
Non mi stancherò mai di dire che ormai viviamo in una società dove conta solo l'apparire, non la sostanza, e il corpo nudo è il simbolo stesso della mercificazione che ormai si fa anche dell'essere umano.
Le donne non fanno nulla per invertire questa tendenza: anzi si preoccupano sempre più del loro aspetto e si mettono in competizione tra di loro, anziché rivendicare il diritto ad essere considerate persone e non oggetti.


domenica, dicembre 16, 2018

Il timballo










Arriva uno che suona il campanello. Dice che ha fame. Prendi un piatto di pasta e lui lo divora in cucina. Forse è ospitalità.
L'accoglienza è una cosa ben diversa. Marco viene e mi dice: "Ho fame" Mi hai dato il tuo indirizzo e io sono qui".
Ero solo e agitato. La ragazza che viene a cucinarmi non era arrivata. L'influenza ti sbatte nel letto. Agitato perché non so cucinare. Stavo preparando l'unica pietanza che so cucinare. Spaghettini all'olio. Marco mi chiede perché non mangio qualcosa di meglio. Gli spiego tutto e lui dice che può aiutarmi. Mi chiede 10 euro e torna con sfoglie di pasta, prosciutto cotto e mozzarella fresca. A Marco piace la sfogliata. Mi consiglia di fare una passeggiata perché lui deve lavorare con il forno. Mi dice di tornare a una certa ora quando tutto è pronto.
Fatto. La bottiglia di Montepulciano la metto io, il timballo ha la temperatura giusta. Buonissimo. Mai mangiato così bene. Vado un attimo in bagno, torno nella sala da pranzo e Marco non c'è più. Ha lasciato un biglietto: "Augusto, grazie. Ti voglio bene".

sabato, dicembre 15, 2018

Il miracolo della natura






Il raziocinio è come una legge. L'adultera va lapidata. L'affettività guarda dentro la persona che ha sbagliato e legge tutte le cattiverie subite, l'educazione falsa, la paura di reagire e altre debolezze e dice che la persona può essere recuperata.
Il fatto è che ragione e sentimento dovrebbero vivere in simbiosi come il paguro e l'attinia. L'affettività propone e il filtro della ragione consiglia un sì o un no.
La ragione senza l'abbraccio dell'affettività diventa un dogma tremendo.
Nina, devi perdonarti e iniziare una nuova vita. Riconquistare la bellezza interiore della vita. Non conta l'età e nemmeno un fallimento.

giovedì, dicembre 13, 2018

Il Mistero della salvezza








Nei vangeli sinottici Gesù dice ai suoi discepoli che «ad essi è stato dato di conoscere i misteri del Regno dei cieli» ( Mt 13,11), «del regno di Dio» (Lc 8,10) o, anche, che è stato loro «confidato il mistero del Regno di Dio» (Mc 4,11). Il mistero è ora oggetto di rivelazione ai piccoli, ai semplici, ai quali non è richiesto un linguaggio da iniziati ma un cuore puro (cfr. Mt 11,25). Ciò che Dio conosce viene comunicato agli uomini, perché lo conoscano anche loro: «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi» (Gv 15,15). Non si tratta però di una conoscenza riservata, ma, al contrario, di un messaggio destinato ad essere divulgato con una predicazione universale e gratuita: «quello che ascoltate all'orecchio - dirà ancora Gesù ai suoi discepoli - predicatelo sui tetti» (Mt 10,27). La rivelazione del «mistero» della salvezza cristiana e l'invito al «sacramento» del battesimo sono diretti a tutte le genti, senza eccezione (cfr. Ef 3,5-6; Mt 28,19-20). Il contenuto di quest'offerta non è una «gnosi», un sistema di pensiero per interpretare il cosmo e le sue leggi, né semplicemente una regola di vita, bensì l'offerta della vita personale di Dio stesso e l'invito ad entrare in comunione con lui (cfr. 1Gv 1,3-4).






Il regno del polveroso








La prerogativa e il dovere della forma umana è farsi domande altrimenti diventa una vita di animali che mangiano, dormono, si difendono, si accoppiano, si ammalano e muoiono con la sola differenza che gli animali lo fanno per strada e l'uomo in lussuosi appartamenti.
Quando l'assurdo si fa norma e specchio della realtà che ti circonda, è difficile mantenersi integri. Si fa, certo, se si pensa, se si sente, ma si avverte una profondissima e immensa solitudine.
La vera libertà qui, nel mondo materiale non esiste, perché questo contesto non ci appartiene, ci è estraneo perché noi siamo eterni e qui tutto è perituro, anche il ricordo, anche i pensieri, anche la mente (corpo, mente, intelligenza sono vestiti che indossiamo solo per un po’, poi si cambiano).
Il nostro libero arbitrio in definitiva si riduce a due semplici scelte: o segui le leggi Divine o non segui le leggi Divine.
Il resto sono due rotaie che ti sei costruito, due rotaie che dove viaggi pensando di guidare.
Si dovrebbe capire che innanzi tutto si esce dal regno del polveroso dell'assurdo se ciascuno di noi riprende su di sé il mestiere di vivere, il mestiere duro di essere un uomo, quella ricerca del vero senza la quale l'uomo è condannato a una parvenza di incidenza, a una vita spezzata, una vita che non ha senso.



martedì, dicembre 11, 2018

L'alternativa tremenda








Da ragazzo, io e un mio compagno entriamo all'improvviso nella sua abitazione e scopriamo che la madre era a letto con un amante.
Mi disse che era finito, che aveva perso il suo onore.
Il giorno dopo lo trovammo allungato su un binario ferroviario con un mazzo di rose nere sul petto. Una corsa all'ultimo respiro tra me e il treno per toglierlo dai binari. Arrivò prima il treno.

venerdì, novembre 30, 2018

Un incontro









La fede nasce da un incontro. A me è accaduto con una ragazza che sarebbe diventata mia moglie. Fondamentalmente sono una persona onesta. Non mi ero mai posto il problema dio. Lei invece era praticante. Una grande occasione per confrontare il tuo agnosticismo con una che crede. Così ho fatto e dal confronto ho capito che lei viveva meglio di me. Un rapporto affettuoso con tutti, una che donava a piene mani. Ho cominciato a seguirla alla Santa Messa e domenica dopo domenica ho conosciuto Dio e il Figlio. Loro avevano una proposta di vita che sconsigliava l'uomo dal commettere errori ( in teologia si chiamano peccati) per evitare di fare male agli altri e a se stessi. E' iniziato il mio grande cammino come scelta ragionevole fino a diventare credente, e seguito a camminare. Solo così l'Amore verso Dio aumenta. Lui lo sa e può fare di me quello che vuole.
Io aspetto la manna ( dacci oggi il nostro pane quotidiano) e ne sono felice.
L'osservazione della realtà porta alla certezza che quello che guardiamo è frutto di un'intelligenza che l'uomo ha definito secondo il suo crescere e quindi le epoche storiche in tanti modi. In effetti il cristiano chiama Dio quello che in effetti è solo Mistero impossibile a svelarsi per la differenza di intelligenza tra Lui e l'uomo. Il fatto dirompente ,unico nelle religioni ,è che questa intelligenza si incarna nel corpo di una giovane ebrea e viene ad abitare in mezzo a noi. Dare una risposta certa all'accaduto comporta la presa d'atto dell'impossibilità della risposta. Quando il nostro Io si imbatte in questo incontro può dire sì, oppure no. In effetti il cristianesimo è una proposta di vita che un uomo accetta per ragionamento, cioè che ciò che propone questa religione soddisfa le esigenze del tuo cuore. Si ha la sensazione chiara che ci troviamo di fronte alla Verità.


giovedì, novembre 29, 2018

L'incanto di Montale







La regione dell'Universo visibile dalla Terra (l'universo osservabile) è una sfera con un raggio di circa 46 miliardi di anni luce. Per confronto, il diametro di una Galassia tipica è di 30.000 anni luce, e la distanza tipica tra due galassie vicine è invece di 3 milioni di anni-luce. Ad esempio, la Via Lattea ha un diametro di circa 100.000 anni luce, e la galassia più vicina a noi, Andromeda, si trova approssimativamente a 2,5 milioni di anni luce da noi.
Ci sono probabilmente più di 100 miliardi (1011) di galassie nell'universo osservabile.

Come si può contestare l'Infinito?

mercoledì, novembre 28, 2018

Abbasso la teologia











Mi dispiace per tutte queste traversie mediche,
l'importante è che tutto il peggio sia stato scongiurato.
Meglio non interrogarsi troppo sul Psa e al massimo pensare a un bel fondoschiena, che non fa male :D

martedì, novembre 27, 2018

Nessuno tocchi Caino











Credo che quelli che dicono di non amare il prossimo siano le persone che l'amano di più. E' una presa di coscienza della propria inadeguatezza. Bisogna distinguere. Un'azione cattiva va condannata, ma chi l'ha commessa è un tuo fratello perché siamo tutti figli di un Padre che sta nei cieli. Questo significa che bisogna separare l'azione dalla persona, pregare perché non commetta altre cattiverie. E' il superamento dell'occhio per occhio, dente per dente.
Il versetto 15 del quarto capitolo della Genesi. “Il Signore mise un segno su Caino: se qualcuno l'incontrava, non doveva ucciderlo”. Perché?
Dio condanna espressamente l'agire di Caino che è da omicida, ma salvaguarda la sua natura umana che è un valore per se stessa, intoccabile non solo dall'esterno, ma addirittura da se stessi. Nessuno può svalorizzare, distruggere, annientare il valore dell'essere umano: neppure - si noti - se stessi. Il peggiore uomo non può intaccare né corrodere la dignità della propria umanità. Ora Dio protegge e rispetta accanitamente questa dignità dell'essere umano, l'ha rispettata in Adamo ed Eva nel momento del peccato contro Lui stesso, e la rispetterà sempre in ogni essere umano al punto che Cristo può dire «non son venuto per i giusti, ma per i peccatori».

lunedì, novembre 26, 2018

Atrocità sui bambini









Stiamo perdendo di vista una generazione di bambini. Li stiamo derubando della loro vita. Se vogliamo offrire loro una nuova opportunità, dobbiamo far fronte comune e impegnarci per porre fine alla schiavitù infantile, la piaga del nostro tempo. Insieme possiamo farcela. Apriamo gli occhi.
Se useremo i mercati come leva virtuosa, dunque, otterremo un cambiamento in tempi assai più rapidi. I governi possono impiegare anni per approvare le leggi, e addirittura di più per farle rispettare, mentre le multinazionali sono in grado di garantire con molta più celerità che i fornitori non commettano violazioni dei diritti umani, con effetti tangibili a livello globale e risvolti positivi sulla vita di milioni di persone.
E’ indispensabile  non comprare prodotti di Paesi che praticano il lavoro minorile.
Mentre leggete questo articolo, 5,5 milioni di bambini in tutto il mondo perdono la loro infanzia nella schiavitù. Vengono picchiati, sottoposti ad abusi, spesso a violenze sessuali. Costretti a lavorare in bordelli, miniere, fabbriche di mattoni, pescherecci, alberghi. O in abitazioni private come domestici. In molti casi diventano soldati, spose-bambine o spacciatori di droga
La schiavitù infantile è all’apice della sua diffusione. Ogni giorno si vendono sul mercato nero bambini di appena cinque anni a prezzi più bassi dei capi di bestiame. Una volta caduti nelle mani dei nuovi padroni, sono costretti a lavorare anche 20 ore al giorno. Le bambine sono particolarmente a rischio, perché più vulnerabili allo sfruttamento sessuale, una delle forme di schiavitù più redditizie.
Secondo l’ultimo rapporto di Ecpat Italia (organizzazione che si batte contro lo sfruttamento sessuale dei bambini) salta fuori che gli italiani sono ai primi posti come clienti di bambini fatti prostituire in Paesi del Terzo Mondo.
Secondo i dati dell'ILO, nel mondo 74 milioni di bambini sono impiegati in varie forme di lavoro pericoloso, come il lavoro in miniera, a contatto con sostanze chimiche e pesticidi agricoli o con macchinari pericolosi.
La solitudine dei bambini è anche l'assenza dei genitori.
Sotto i nostri occhi si consuma ogni giorno la schiavitù dei bambini occidentali (che dovrebbero avere tutto, e non stringono nulla)...dipendono da troppe cose, sono lasciati a loro stessi davanti a schermi che confondono, inducono, creano bisogni inesistenti...
E io mi rammarico quando al ristorante vedo creature assenti, escluse dai discorsi, totalmente immerse in un mondo "altro", messe a tacere dai genitori che non saprebbero altrimenti gestirli.
Mi pare una tragedia. E nessuno fa nulla.


sabato, novembre 24, 2018

L'ultimo dei comunisti








Alcuni studiosi hanno messo in dubbio il motivo ufficiale del decesso, un ictus, ed ipotizzato che il leader politico possa essere stato vittima di una congiura. In particolare il Professor Rocco Turi, autore di un saggio intitolato “Storia segreta del P.C.I.”, ritiene che “attraverso corretti e tempestivi passaggi metodologici, forse Berlinguer avrebbe potuto avere salva la vita, anche nel caso di un malessere provocato da cause diverse da quelle ufficiali. Ci fu un complotto?”
Il volume del Professor Turi spiega come la morte di Berlinguer potrebbe avere un legame con la fine di Aldo Moro: “Entrambi lavoravano per realizzare in Italia il primo Compromesso Storico della storia repubblicana e probabilmente i servizi segreti dei Paesi dell’Est, e non soltanto loro, non riuscivano ad accettare che questo potesse accadere”.
A volte certe verità sono nascoste in plain sight, esibite ed occultate al tempo stesso… Non è il caso qui di avventurarsi in speculazioni su chi avrebbe avuto interesse ad eliminare Berlinguer: se penseremo all’internazionale dei servizi, non saremo molto lontani da una ricostruzione probabile. D’altronde lo stesso Moro fu nel mirino di potenti e sinistri apparati paragovernativi, anche se l’omicidio e l’uccisione furono addebitati in toto alle Brigate rosse, in realtà per lo meno infiltrate da strutture di “intelligence”.
Ci sembra, però, opportuno enucleare tre aspetti, oltre a quelli evidenziati dai giornalisti investigativi: questi elementi inducono a collocare la morte di Berlinguer nel novero dei numerosi omicidi politici.
• Nel discorso elettorale tenuto a Padova, Enrico Berlinguer menzionò la P2 di Licio Gelli. Evocare la famigerata loggia, denotava una conoscenza degli arcana imperii. Ed era anche una denuncia del pernicioso ruolo rivestito da frange occulte, nell’amministrazione della cosa pubblica.
• Il segretario del P.C.I. cominciò a sentirsi male, dopo aver sorseggiato, come sua abitudine, del whisky allungato con acqua: presumibilmente fu avvelenato e sappiamo chi è abituato ad usare pozioni letali per liberarsi di nemici e rivelatori. I sintomi che si manifestarono non furono infatti quelli di un ictus, quanto piuttosto riconducibili ad un avvelenamento.
• Il giorno in cui l’uomo politico italiano spirò, è comunque siglato dall’usuale cifra. E’ quasi certamente una coincidenza, ma il numero 11 proietta un’ombra sinistra su questo come su molti altri oscuri accadimenti, anche di questi ultimi anni.
Sia come sia, Enrico Berlinguer, pur con tutte le tare e i limiti delle ideologie, pparteneva ad una classe politica che non si occupava soltanto dei propri interessi. Vi sopravvivevano un’istanza etica, un’indipendenza di pensiero, una reale sollecitudine per il bene collettivo, sebbene all’interno di una condotta pragmatica e spesso contraddittoria. Per questa ragione qualcuno decise di neutralizzarlo.
Fonte: http://straker-61.blogspot.it/2015/01/la-strana-morte-di-enrico-berlinguer.html

venerdì, novembre 23, 2018

Delirio di onnipotenza












L'Italia è uno dei Paesi dove, dopo la crisi economica dell'ultimo decennio, la disuguaglianza sociale è più aumentata e dove la concentrazione di ricchezza verso l'alto è diventata più evidente. Lo scrive l'Ocse nel rapporto 'The Role and Design of net wealth taxes', spiegando quindi che uno dei modi per ridurre più velocemente i divari di ricchezza è l'imposizione della tassa patrimoniale.
L'Ocse esamina l'utilizzo della patrimoniale nei Paesi membri ed evidenzia tutti i pro e i contro della tassa. I risultati indicano che, in generale, la necessità di adottare "una tassa sulla ricchezza netta" è minima nei Paesi dove sono applicate su larga scala le tasse sui redditi e sui capitali personali, comprese le imposte sulle plusvalenze, e dove le tasse di successione sono ben disegnate. Al contrario, potrebbe funzionare ed essere utile dove la tassa di successione non esiste e dove le imposte sui redditi sono particolarmente basse.


giovedì, novembre 22, 2018

Storie di sacrificio









La parola sacrificio è incominciata, storicamente, a diventare una grande parola, da quando Dio è diventato un uomo. E' nato da una giovane donna, era stato bambino, camminava con passetti piccoli, poi ha cominciato a parlare, e poi ad aiutare suo papà che faceva il carpentiere, poi è diventato più grande ed è andato via di casa senza che sua madre capisse perché.
Da quando Dio si è fatto uomo, e poi, dopo, ha incominciato a parlare al popolo, e il popolo sembrava che gli andasse dietro quando compiva dei gesti strani ( o miracoli), ma il giorno dopo aveva dimenticato.
Lui era là da solo, e perciò si ingrossava il numero di quelli che erano contro di Lui, finché, insomma, lo hanno preso e ammazzato, inchiodato a una croce, e ha gridato: " Padre, perché mi hai abbandonato?". E' il grido di disperazione più umano che si sia mai sentito nell'aria della terra, e poi ha detto: "Perdona loro perché non sanno quello che fanno", e poi ha gridato: " Nelle tua mani raccomando la mia vita". Da quel momento lì, da quando quell'uomo è stato messo stirato sulla croce e inchiodato, il sacrificio è diventato il centro della vita di ogni uomo, e il destino di ogni uomo dipende da quella morte. Nella vita terrena di ognuno di noi quello che si chiama sacrificio credo sia l'obbedienza alla propria coscienza.
A volte la propria coscienza detta percorsi duri da seguire, ai quali certamente si ovvierebbe, potendo (e con potendo intendo dire se si fosse singoli, individui non legati ad altri). Ma laddove si comprende l'utilità del sacrificio, la propria responsabile risposta al richiamo, ecco che il sacrificio assume un valore grandissimo.
Perché va oltre la fatica del gesto chiamato sacrificio. Il sacrificio diventa amore per Cristo.


Il sacrificio secondo Luigi Giussani.

mercoledì, novembre 21, 2018

Il fallimento educativo







Un genitore fallisce, più o meno, come fallisce un imprenditore: faciloneria, calcoli sbagliati, eccesso di fiducia nelle proprie idee, sfiga.
Definirei "sfiga" l'insieme dei fattori ambientali e umani che sfuggono al nostro controllo. Le "cattive compagnie" sono un esempio di sfiga. L'insegnante balordo è un altro esempio. Se consideriamo le malattie, gli incidenti, i traumi psichici eccetera, facciamo una casistica che non finisce più.
Fare l'imprenditore, però, è molto più facile che fare il genitore. L'impresa opera in un ambiente amorale (non immorale: attenzione!), regolato dalle norme impersonali del mercato. L'impresa segue l'andamento dell'economia e, se la congiuntura è buona, bisogna essere proprio degli idioti per fallire.
Il genitore, invece, deve misurarsi con l'etica. Che cosa è Bene e che cosa è Male? Boh. Cinquant'anni fa, tutti sapevano distinguere il Bene dal Male. Dio, Patria e Famiglia erano il Bene; Satana, l'Anarchia e l'Adulterio erano il Male. Poi c'è stata l'atomica della rivoluzione culturale che ha fatto esplodere la nostra cultura polverizzando i valori.
Chi dice che non ci sono più valori sbaglia di grosso. I valori ci sono ancora, solo che ce ne sono a miliardi perché ogni individuo ha i suoi.
La frammentazione dei valori è il vero problema, non la loro assenza. Di tutte le sfighe che contribuiscono al fallimento di un genitore, la frammentazione dei valori è quella più tremenda.
Potremo mai "ricompattare" la nostra cultura attorno a un nucleo forte di valori condivisi?
Secondo me, no.
Siamo dunque condannati a fallire come genitori, come coniugi, come insegnanti, come predicatori...



 


martedì, novembre 20, 2018

Alienazione e reificazione












La psicoanalista Melanie Klein, dopo Freud, sottolineò che il bambino è mosso da pulsioni verso gli oggetti e attraverso queste pulsioni crea le relazioni. Nel contempo anche le stesse persone diventano "oggetti" in tal senso. Le pulsioni spingono verso la realizzazione di queste relazioni, con l'obiettivo del piacere personale. Guardiamo al bambino: desidera il giocattolo, ma anche la compagnia dell'amico perché attraverso il gioco (solitario o in compagnia), prova piacere.
Questa pulsione verso gli oggetti la confermiamo anche negli anni successivi.
Poi chiaro che nell'epoca del consumismo queste pulsioni sono esasperate (pensiamo per assurdo alla pubblicità che "rimbomba" e "rimbambisce").
Come sappiamo, oggi vale più l'apparire dell'essere, quindi quanti più "giocattoli costosi" abbiamo (auto, telefonino ecc.), più agli occhi degli altri appariremo importanti.
Lo spettacolo (inteso come rappresentazione cinematografica? varietà? Fiction o Telefilm televisivi? Talkshow?) un po' come la pubblicità finisce sì per trasmettere dei modelli di comportamento, mettendone altri in evidenza come anomalie.
Sicuramente trasmette un messaggio di una società fondata sull'apparire piuttosto che sull'essere, sicuramente trasmette delle "regole" che ti induce a "rispettare", andando magari contro quello che è invece sono le tue inclinazioni e il tuo modo di fare.
Di sicuro la cosa più condizionante, nel mondo dei massmedia, è appunto l'informazione.
Non è questione di notizie bufala o meno, ma proprio di come viene strutturata l'informazione. Condiziona tantissimo le nostre vite.


domenica, novembre 18, 2018

Assecondare l'attesa









Ognuno di noi ha sempre qualche obiettivo da raggiungere e spesso serve molto tempo. E' un qualcosa che ami e ora non hai. Pensarci spesso, volerlo subito, nell'immediato è un errore gravissimo perché la mancanza ti confonde le idee, ti scoraggia e finisce per inceppare i tuoi passi verso l'obiettivo. L'atteggiamento da avere per arrivare a quello che desideriamo si chiama "distacco", cioè credere che l'obiettivo verrà raggiunto dopo un lasso di tempo e intanto tu seguiti a camminare con tranquillità e senza affanno.
L'immediato non è vero, tant'è che crepa, fa crepare.
Prima di tutto fa diventare vecchi, inceppa la lingua, le dita sulla tastiera.
Fa venire i reumatismi.
L'immediato muore tra le tue mani.
Alla mattina sei entusiasta di tua moglie, alla sera la manderesti a quel paese.
L'immediato lega, incatena, fino a strozzarti.
Se tu fissassi una stella senza un distacco non capiresti che è una stella dentro l'infinità stellare.
Il distacco significa guardare l'insieme, il tutto invece del particolare, e per questo serve lontananza.
Il punto è che non abbiamo telescopi sufficienti, che non ci è dato vedere il contorno di tutte le cose, anche se forse dovremmo semplicemente fidarci del fatto che sono li, anche se non le vediamo. Ed è anche che a volte la passione umana ci impedisce il necessario distacco.
Il giudizio sulla realtà senza preconcetti richiede un «distacco da sé», un lavoro faticoso che, nella tradizione religiosa, si chiama ascesi, e che può essere realizzato solo dalla persuasione dell'«amore a noi stessi come destino, come affezione al nostro destino. È questa commozione ultima, è questa emozione suprema che persuade la virtù intera».


venerdì, novembre 16, 2018

L'amore è fatto di piccole cose








Il mio amore è lei, l'ho sempre amata tanto. A volte mi disorienta la disperazione che mi sommerge, quando la nostalgia è insopportabile. Vivo di illusioni per non togliermi il futuro. Non so che esisterà una speranza che mi consentirà di... vivere senza di lei. Rimango nell’ incertezza del cuore e nella nostalgia di un passato che non tornerà più.

mercoledì, novembre 14, 2018

Farmaci tossici







Ho smesso di fumare da più di tre anni.
Per smettere ci vuole una motivazione. Io fumavo forte dall'età di 12 anni. Anche le Gauloises.
Negli ultimi tempi, mentre il caffè non mi dava nessun disturbo la Marlboro accelerava lievemente il battito cardiaco e questo mi dava fastidio. Non avevo finito nemmeno di fumare la sigaretta e l'ho spenta e buttata nel cestino dell'immondizia. Nello spesso posto sono finite le scorte. Da allora 0 sigarette.
Una settimana basta per togliere la dipendenza.
Ora posso dire che il fumo è il vizio più stronzo del mondo. Uno si ammazza per niente. Se faccio un'ecografia toracica si vede che il catrame non è ancora andato via del tutto

martedì, novembre 13, 2018

Autorità e violenza










Hannah Arendt. Mi interessa molto la discussione su violenza e potere, due termini quasi sempre associati tanto che è diventato un luogo comune affermarne la intrinseca connessione.
Non so se ho capito bene quello che la Arendt sostiene, ma mi sembra che operi un rovesciamento di questo postulato sostenendo appunto che la violenza è solo uno strumento.
La Arendt nota come ci sia sempre stata una generale riluttanza ad occuparsi della violenza in sé, difatti esiste un consenso generalizzato fra i politologi sulla affermazione che la violenza è "la più flagrante manifestazione del potere" e Max Weber ha definito lo stato come "il dominio degli uomini sugli uomini basato sui mezzi di una violenza legittima o quanto meno ritenuta legittima".
E considera strano questo consenso a meno di non rifarsi alla valutazione data da Marx dello Stato come strumento di oppressione nella mani della classe dominante.
E' opportuno a questo punto definire cosa intendiamo per potere altrimenti non ci si capisce niente.
La Arendt dice che noi non distinguiamo fra parole chiave come "potere", " potenza" ," forza", " autorità", e "violenza".
Le quali invece rispondono a proprietà diverse ed usarle come sinonimi ( a proposito) falsa la prospettiva storica e determina una sorta di cecità rispetto alla realtà a cui fanno riferimento.
In sostanza tutti i termini enumerati sopra finiscono per identificare un'unica cosa e cioè "i mezzi attraverso i quali l'uomo domina sull'uomo".
La Arendt fa una distinzione sostanziale tra tutti quei termini:
potere = alla capacità umana di agire di concerto.
Non è mai una proprietà individuale, ma di un gruppo e continua ad esistere finché il gruppo resta unito;
potenza: indica invece una proprietà al singolare, che può essere relativa ad un oggetto o ad una persona e appartiene alle sue caratteristiche individuali. Si può realizzare in rapporto ad altre cose o persone, ma non dipende da loro;
forza: che viene usato spesso come sinonimo di violenza deve essere riservata solo alle "forze della natura" o " la forza delle circostanze", cioè per indicare forze sprigionate da fenomeni naturali o sociali;
autorità: è un termine secondo la Arendt che viene più spesso usato a sproposito e la sua specificità è "il riconoscimento indiscusso da parte di coloro cui si chiede di obbedire" in assenza di qualsiasi coercizione o persuasione;
violenza: si distingue per il suo carattere strumentale ed è quella che più si avvicina alla forza individuale poiché " gli strumenti di violenza sono creati allo scopo di moltiplicare la forza naturale finché, nell'ultimo stadio del loro sviluppo, possano prenderne il suo posto.
Il potere dunque è caratterizzato dall'agire insieme ed ha quindi a che fare con la politica.
Si può legittimamente parlare di politica e di potere soltanto in presenza di una pluralità di individui che agiscono insieme.
Dove non esiste la pluralità e l'agire comune in uno spazio pubblico e libero ( in assenza di questi due presupposti si riduce alla pura naturalità) si configurano regimi autoritari in cui impera la violenza e non si può parlare né di potere né di politica.




lunedì, novembre 12, 2018

Il buon esempio








Si diffonde sempre di più fra i ragazzi e le ragazze dai 12 ai 16 anni l’abitudine di fare sesso, di filmarlo con i cellulari e poi passarselo fra amici o mandarlo in rete. L’iniziativa viene dai maschi più vecchi di qualche anno, che convincono i più piccoli e le ragazzine. Quasi sempre queste in seguito si pentono, restano traumatizzate, intervengono i genitori, ma poi tutto ricomincia come prima. Cosa sta succedendo? Per rispondere dobbiamo partire da un dato biologico. A questa età i giovani maschi hanno due soli impulsi molto sviluppati: l’aggressività e il sesso. E la loro sessualità, a differenza di quella delle femmine, è totalmente separata dagli affetti amorosi. Quando possono fare ciò che gli pare, essi costituiscono delle bande aggressive, violente, con cui dominano gli altri. Alcune ragazze vanno con loro perché innamorate del capo, altre perché pensano che si tratta di un gioco, altre perché terrorizzate. Nella scuola italiana si sono messi in moto gli stessi processi che sono sempre esistiti nei ghetti degradati delle metropoli, nelle favelas, dove comandano bande di giovani violenti e le giovani donne vengono schiavizzate e avviate alla prostituzione. E come mai succede? Perché è scomparso il controllo che, nel passato, veniva esercitato dalle famiglie e dalla comunità. Negli ultimi decenni si è diffuso il convincimento erroneo che il mondo dell’amore, dei sentimenti delicati, delle buone maniere, della lealtà e della legalità sia qualcosa di naturale, di spontaneo. No: è il prodotto di millenni di civilizzazione e si conserva solo grazie alla continua vigilanza della comunità, alla sua costante azione educativa, alla sua continua crescita culturale. Quando questo ordine si rompe, per esempio in una guerra, vediamo esplodere i comportamenti primordiali più brutali: gli uomini torturano, stuprano, uccidono. Basta lasciare giovani maschi e giovani femmine insieme senza leggi, e ben presto si forma un gruppo dominante di maschi violenti ed armati che schiavizza gli altri e monopolizza tutte le femmine. Cosa fanno i signori della guerra in Africa, cosa fanno gli arabi nel Darfur? No, la pura spontaneità non produce vivere civile, ma solo paura, oppressione ed arbitrio. La civiltà è il prodotto dell’educazione degli impulsi attraverso la cultura, la morale, la legge. Soprattutto attraverso l’esempio.





www.corriere.it/alberoni
16 aprile 2007


mercoledì, novembre 07, 2018

Il vortice della libertà













Siamo condizionati nostro malgrado. Nelle scelte, nelle etiche, nelle amicizie, sul lavoro. Difficile mantenere una linea, insegnare comportamenti, fornire esempi coerenti e saggi, non ci riusciamo con noi...figuriamoci con gli altri.. ma l'esempio rimane la cartina tornasole più valida, a mio avviso.
La coscienza della propria identità rischia di essere un'illusione.

lunedì, novembre 05, 2018

Il mio rapporto con il confessore










Se non ci ponessimo la domanda di certo diventerebbe impossibile avere la risposta. E' dentro la nostra vita l'errore e il peccato. Per questo io in confessione racconto chi sono, quello che faccio ogni giorno nella speranza che il confessore riesca a trovare quello che io reputo normale e che invece è peccato. E' un lavoro serio, anche se il prete inizia con: "Che peccati ricordi?" Resto perplesso. Uno tiene la colf in nero, ruba allo stato e lo dimentica? Non paga le ferie e la malattie e froda la colf. Se passo con l'automobile con il rosso è un peccato perché metto a rischio la vita mia e degli altri. Eppure mentre aspetto il mio turno vedo i penitenti che finita la confessione hanno sempre il volto atteggiato a una specie di sorriso.
Il nostro libero arbitrio in definitiva si riduce a due semplici scelte: o segui le leggi Divine o non segui le leggi Divine.
Il resto sono due rotaie che ti sei costruito, due rotaie che dove viaggi pensando di guidare.
Si dovrebbe capire che innanzi tutto si esce dal regno del polveroso dell'assurdo se ciascuno di noi riprende su di sé il mestiere di vivere, il mestiere duro di essere un uomo, quella ricerca del vero senza la quale l'uomo è condannato a una parvenza di incidenza, a una vita spezzata, una vita che non ha senso.
Nella complessa struttura del peccato l'uomo non ha il coraggio di entrarci dentro per comprendere, ma ci gira attorno e così facendo pensa che stia realizzando i suoi ideali, invece sta solo sognando.
La domanda da porsi in ogni azione della nostra vita è: "Quello che voglio fare fa bene a me e non fa male al mio prossimo?".
Non solo l'azione attuale ma anche una ripassatina al passato e sanare gli errori.
Il libero arbitrio ci induce allo sbaglio. Ma è fin troppo facile sapere dove sbagliamo e dove no. Quando invece il dubbio attanaglia la nostra volontà, può essere che non ci arriviamo davvero. Allora si può chiedere consiglio, aiuto, pareri, opinioni. Perché ci possono comunque essere modi di fare nei quali sbagli comunque. Tipo: torno a casa presto e preparo la cena per la mogliettina stanca oppure vado a trovare i genitori ai quali avevi promesso una visita?
Quello che ho scritto riguarda anche chi non è credente. Certi insegnamenti relativi ai Comandamenti riguardano tutti gli uomini:

-non desiderare la cosa d'altri
-non fare falsa testimonianza
-non rubare
-non uccidere


sabato, novembre 03, 2018

Si nasce per vivere







Cultura é toda forma de intervenção humana na natureza transmitida de geração a geração, nas diferentes sociedades; Criação exclusiva dos seres humanos; Ela é múltipla e variável no tempo e no espaço, de sociedade para sociedade. Este blog pretende dividir um pouco da cultura engendrada pelo homem de todas as épocas e lugares, de todas as áreas do conhecimento humano, especialmente das artes, ciências e filosofia.