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venerdì, marzo 26, 2021

Il dubbio e il nulla

 


La tentazione ci allena, il dubbio è un tormento. Lui, però, non era tormentato dalla tentazione. Tra le prove e il suo grido: non credo più! c'era la differenza che distingue l'assenza dal nulla. Il suo posto non è vuoto; non vi è nulla.
In questi giorni mi è capitata tra le mani la prima versione italiana del romanzo, L'impostura, che lo scrittore cattolico francese Georges Bernanos aveva pubblicato nel 1927.
Lo sto rileggendo e mi impressiona la figura di questo sacerdote, l'abbé Cénabre, che precipita nel gorgo dell'incredulità divenendo in pratica un prete ateo, un ministro di Cristo che non crede in Cristo. Ho scelto poche righe che invito a scandire lentamente, soprattutto nella sottile ma acuta distinzione tra «assenza» e «nulla»: sì, l'assenza non è identica al nulla. E questo sacerdote è ormai andato oltre la tentazione: essa è per certi versi preziosa, perché ci allena (Cristo stesso vi si sottopone). È andato oltre il dubbio lacerante che tormenta e quindi tiene vigile la coscienza. Egli è andato oltre anche l'assenza di Dio, ossia il suo silenzio.
Il posto vuoto in casa è pur sempre il segno che manca qualcuno che si rimpiange o si attende di nuovo. No, nell'anima dell'abbé Cénabre non c'è più uno spazio vuoto da colmare, c'è semplicemente il nulla. Perciò, non si può neppure dire che sia ateo nel senso nobile del termine, cioè che viva con un'assenza con la quale si confronta.
Per lui ormai è il nulla il grembo che lo sta risucchiando, un atteggiamento che non permette nemmeno di sentire la mancanza della fede e dell'amore, della realtà e della ricerca. Per questo, egli già da giovane seminarista «non sapeva voler bene… neppure a sé stesso». Può essere in agguato per tutti questo rischio, questo vuoto.
L'assenza è la mancanza di comunicazione. Un distacco definitivo.
Non è casuale. Ha un significato che a volte è difficile da comprendere perché la lontananza non scoppia all'improvviso ma matura lentamente giorno dopo giorno fino a l'esplosione manifesta.
Mi piace la valenza cangiante dell'assenza.
Il camaleonte si acquatta tra le foglie e, nascondendosi, diventa foglia...ed è ancora più presente perché si immedesima nella natura che lo circonda...immobile per non farsi catturare resta fermo in attesa di riprendere a camminare e di diventare un altro...un colore nuovo.

27 commenti:

  1. Immagine:

    English: Sculpture - Truth and Falsehood
    1857-66
    Alfred Stevens (1817-75)
    London

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  2. Possible ricerca correlata: verdad como herramienta analítica.

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  3. Finire nel nulla significa aver chiuso la porta all'amore, prima di tutto.
    L'assenza di amore (in generale, non parlo dell'amore di coppia) si può colmare e anzi l'impegno è diretto a colmare quell'assenza, a cercare l'amore nel prossimo.
    L'amore è una forza trascendentale ed è ciò che collega alla fede e a Dio.

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    1. Sì. E l'amore verso di si chiama Desiderio, desiderio che si manifesti.
      Così chiudiamo il post precedente.
      I miei post trasudano teologia, ma nessuno lo capisce, a meno che non mi decida di svelarlo.

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  4. Secondo Givone è che il concetto del nulla sia il grande rimosso della filosofia occidentale, quasi un fenomeno carsico che si affaccia alla riflessione teorica a distanza di secoli, là dove logica (che vieta di pensarlo) e metafisica (che lo nega) cessano di esorcizzarlo, cancellandolo come alternativa all'essere; mentre si ripropone nelle filosofie che ammettono il nulla come fondamento dell'essere, ed esplorano un'ontologia della libertà che da Plotino a Schelling arriva al nostro Pareyson. Il nulla indagato da Givone non è una forma di negatività opposta all'essere (non ricalca, quindi, la Grundfrage di Leibniz, "Perché l'ente anziché il niente?"), bensì il principio di libertà che permette all'essere la scelta fondamentale tra l'esistere e il non esistere. Il nulla, dunque, come libertà estrema; luogo per eccellenza di tutto ciò che è possibile: un nulla che assomiglia non poco a Dio, "all'abisso della libertà" che alcuni chiamano Dio. Questo "discorso temerario" mutuato da Luigi Pareyson, che approssima scandalosamente Dio al nulla, in un'esperienza vorticosa coniugante perdizione e salvezza, non è tanto interessato a un percorso di fede, o ad attribuire la verità al Dio cristiano piuttosto che al Dio della tragedia greca. Scegliere Dio è scegliere il senso dell'essere, e quindi il nulla che ne è il fondamento. Filosofia e religione accomunate dalle stesse emozioni (stupore, gioia, angoscia di perdita, orrore della fine) di fronte al miracolo dell'esistenza, combattono, in Givone, la stessa battaglia contro l'indifferenza del nichilismo, che oscura il senso dell'essere e condanna l'uomo all'assenza di scopo, alla pura apparenza.

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    1. Io ci provo amica Irina, ma potrebbe non bastare.
      Felice fine settimana.

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  6. Ciao Gus...con l'età sono diventata un po' camaleonte anche io, specie quando mi ritrovo circondata da tante persone e non ti sto a spiegare il motivo, rideresti di sicuro. Ciao e buona giornata.

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    1. Ciao Vivì, ti consiglio di indossare una tuta mimetica, con le tinte di quelle che usano gli americani in Afghanistan.
      Ciao e buona fine settimana.

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  7. Per Sergio Givone, leggete qui:

    https://filosofiaenuovisentieri.com/2012/10/07/storia-del-nulla-di-sergio-givone-2/

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  8. Anche se Google dà diverse indicazioni, cliccate su questa:

    Storia del nulla di Sergio Givone | Filosofia e nuovi sentierihttps://filosofiaenuovisentieri.com › 2012/10/07 › storia...
    7 ott 2012 — di Daniele Baron Nello sviluppo storico del pensiero filosofico occidentale c'è un concetto che è stato per lo più rimosso, sottaciuto o addirittura ...

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  9. In Ogni caso dove a voi sembra ci sia il nulla, sbagliate alla grande, perché lì c'è Dio.

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  10. Ho letto Bernanos quand'ero al liceo e mi aveva affascinato parecchio. A proposito del nulla, faccio un po' fatica a seguirti perchè non ho le tue conoscenze filosofiche e teologiche. Però, leggendo questo post mi sono venuti in mente i versetti di un salmo, credo il 138: "...Se scendo agli inferi, eccoti" e poi "Nemmeno le tenebre per te sono oscure e la notte fa luce come il giorno".
    Ciao, Gus, e grazie!

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    1. Ciao Annamaria.
      Il nulla non si deve nemmeno nominare, perché da quel momento che gli diamo un nome, automaticamente lo facciamo esistere.

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  11. Spero che tutti siamo un po' camaleonti perché credo ce ne sia bisogno. Voler sparire nel nulla, per un po', per poi rendersi conto che non siamo per nulla andati via ma che, anzi, siamo più presenti che mai proprio perché immersi in quel verde che ci ha colorati tutti.
    Gli occhi più esperti, quelli che vogliono venire a cercarci, sapranno scovarci :-*

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  12. prima del Nulla c'è , ci deve essere, l'inquietudine. Scrive Luigi Pozzoli "La vita cristiana è paradossale: è possesso e ricerca, è sicurezza e insicurezza, è gioia e inquietudine. E' una vita mossa, contrastata, esposta a diverse contraddizioni".
    Prima del Nulla c'è la ricerca, il comprendere i perché, il porci domande, esigere risposte.
    Il Nulla non ha nulla a che vedere con la speranza.
    Inquietudine e speranza.

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    1. Il nulla indagato da Givone non è una forma di negatività opposta all'essere (non ricalca, quindi, la Grundfrage di Leibniz, "Perché l'ente anziché il niente?"), bensì il principio di libertà che permette all'essere la scelta fondamentale tra l'esistere e il non esistere. Il nulla, dunque, come libertà estrema; luogo per eccellenza di tutto ciò che è possibile: un nulla che assomiglia non poco al Mistero, "all'abisso della libertà" che alcuni chiamano Dio.

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  13. Il nulla non ha un indirizzo e mi sembra complicato trovarlo. Per questo la tua affermazione è corretta. Sparire nel nulla è un'astrazione della mente, qualcosa per conoscere chi veramente ci vuol bene.
    Il camaleonte è una lucertola con pelle finemente granuloso-zigrinata, che può cambiare colore sotto l’influenza di variate condizioni esterne (luce, temperatura) o quando l’animale è irritato.
    Sei tu che devi avere gli occhi esperti per scovare chi ti potrebbe amare e con la sensibilità enorme che possiede la donna non è nemmeno complicato.

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  14. In effetti in questo caso si va ben oltre l'ateismo...

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    1. Guido, credere a Dio non basta perché bisogna amarlo, e come?
      Osservando i suoi comandamenti. Teologicamente si chiama destino il ritorno al Padre. E' nel tuo percorso di vita che tu dai un sì o mostri indifferenza e si compie il tuo destino.

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    2. Oggi come oggi credo siano pochi quelli che "credono" davvero. Proprio per via di quello che spieghi tu.

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  15. Il nulla come assenza di essere, quindi un non esistere. L'assenza è una forma diversa di presenza, se ci manca una persona è solo un'assenza materiale, perché la sua "presenza" si può sentire, fortemente nel cuore o nella mente. Un post che si può leggere in tante "chiavi", non ti nascondo un ripasso di filosofia😊una chiave teologica per me è piu complessa.
    "Non sapeva volere bene neppure a se stesso" ha richiamato un messaggio che mi hai lasciato sul post: "amarsi è il punto di partenza per amare l'altro"..
    Ogni tuo post è spunto di riflessione, studio ed anche ripasso😊‼
    Buona serata gus

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    1. L'assenza è fisica e psicologica. Una persona che non ti provoca emozioni, anche se è presente, resta sempre un'assenza.
      La presenza prescinde dalla materializzazione. Una persona che ami è nella tua mente. Non la vedi, ma la senti.
      Se uno non si ama come può pretendere che un altro si interessi a lui? Amarsi è ritenere degne di lode le proprie azioni e i pensieri.
      Il rapporto tra due persone è buono quando ognuno è contemporaneamente docente e discente. Si cresce in due.
      A presto Ges.

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    2. già ma non anc-ORA

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  16. per me l'assenza, almeno quella fisica, è solo uno spazio che si apre alla riflessione o in cui riposare oppure occuparsi d'altro.
    la percezione dell'assenza in senso psicologico non mi appartiene.
    pure io sto leggendo bernanos. ho finito di leggere i "dialoghi" e sto leggendo, contemporaneamente "sotto il sole" e il "diario". interessante, anche se non mi appassiona. buon giorno

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    1. Ognuno di noi vede e sente in base a quello che gli è comodo vedere e sentire.
      Ciao Antonypoe.

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