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lunedì, novembre 30, 2020

Comprendere la differenza

 




Noi non possiamo giudicare una persona perché non la conosciamo, non sappiamo il perché dell'errore, come accade con l'adultera ( chi è senza peccato scagli la prima pietra), ma è nostro compito esprimere un giudizio di valore che nel caso di Caino è: " Caino ha ammazzato il fratello compiendo un'azione terribile".
La persona che ha commesso il reato ( il peccato è sempre un errore più o meno grave) diventa pericolosa per la collettività e nel carcere può pentirsi e tornare una persona normale. Per questo la pena di morte è una violenza verso la dignità di una persona e sappiamo che non risolve il problema degli omicidi.
Amare Dio è solo un'astrazione ideologica, mentre è Amore vero quando fai qualcosa per il prossimo e non ti adiri che uno ti schiaccia l'alluce.
Eppure nei Vangeli è scritto. Chi dà un bicchiere d'acqua all'assetato lo dà a me. Non si può stare sempre affacciati alla finestra a difendere il proprio orticello e sparare con il mitra a chi si azzarda a calpestarlo.
E' il primo comandamento in simbiosi con l'amore per Dio:
"Ama il prossimo tu come te stesso".
Il non giudicare nessuno vuol dire accogliere tutti.
Senza identificare il non giudicare con la parola accogliere, ci sarebbe un equivoco perché, quanto a giudicare, dobbiamo giudicare.
Ma non possiamo giudicare la persona, la persona viene accolta, giudichiamo un atto: "un atto così è sbagliato".
Dicendo "tu hai compiuto un atto sbagliato", perché per giudicare la persona entrano infiniti fattori a noi sconosciuti.
Certo, il mondo giudica la persona perché fissa la perfezione in valori che costituiscono il tornaconto per sé, e ha interesse, quindi, a eliminare le persone che cadono sotto i segmenti di giudizio in cui fissa la perfezione.
Giudicando esclusivamente un atto, e non la matrice che l'ha determinato, crea la scissione tra essenza ed azione.
Ma siamo esseri in evoluzione, spesso contraddittoria, quindi è giusto contemplare, ed isolarne il giudizio, anche azioni determinate non in linea retta, quindi non coerenti.
D'altra parte nessuno può contenere in sé un qualsiasi valore conquistato se prima non l'ha accolto, sperimentato, compreso e poi messo in azione. Altrimenti è un valore solo acquisito per indotto e non per “esperienza” o percorso. E l'esperienza è somma dei nostri errori.
L'incontro cristiano rende immediatamente consapevole l'uomo sincero della sproporzione tra le sue forze e i termini stessi della proposta cristiana. Consapevole della eccezionalità del problema posto da un simile messaggio.
Il senso della propria originale dipendenza, che è l'aspetto più elementare della religiosità naturale, dispone perciò l'animo semplice a riconoscere che tutta l'iniziativa può essere del Mistero di Dio, e l'atteggiamento ultimo da assumere è quello umile di chi chiede di vedere, di capire e di aderire.
E' talmente fondamentale questo atteggiamento di preghiera che esso è proprio tanto ai credenti e a chi ancora non crede, tanto a Pietro che esclama:
"Credo Signore, ma aumenta la mia fede", quanto all'Innominato che grida: "Dio, se ci sei, rivelati a me.
Saper distinguere il peccato dal peccatore è difficile da far comprendere. 
Il giudizio sull’uomo è quasi sempre un azzardo. Noi leggiamo un fatto terribile e siamo pronti a decapitare l'autore .Invece, il giudizio sulle azioni siamo chiamati a compierlo.
Ora, se io dico che sono contro la manipolazione genetica, la violenza, la disonestà, eccetera eccetera posso essere frainteso, e lo sono stato, più volte, soprattutto in rete. Perché? Perché chi legge non comprende che tra il peccato (azione) e il peccatore (soggetto che compie il peccato) c’è grande differenza.
In poche parole, non mi permetterei mai di giudicare “cattiva” “quella tal persona” che compie azioni sbagliate, ma mi sento in dovere di dire apertamente che la sua azione è un’azione “malvagia”.

 


43 commenti:

  1. Sono quasi settecento in Italia, un numero anche questo che sembra una cifra di altri mondi. Nessun beneficio di pena, esclusione dalle attività degli altri detenuti. Almeno dieci anni di carcere duro in regime di 41 bis: l’Asinara, L’Aquila, Spoleto. Alcuni hanno superato i trent’anni, di reclusione, a Padova sono tutti ergastolani più che ventennali. Alle battaglie radicali, si è unito meno di due mesi fa Papa Francesco: "L’ergastolo è una pena di morte nascosta". Questa è la definizione data da Bergoglio davanti ai giuristi dell’associazione internazionale di diritto penale.

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  2. Non si dice mai a un bambino sei "cattivo", sei "brutto" semmai "hai fatto una cosa cattiva", una cosa "brutta", questo per dire che il giudicare una persona non spetta a noi, a nessuno di noi, mentre abbiamo il dovere di giudicare l'azione, senza questo discernimento non sapremmo distinguere il bene dal male.
    Il problema è qual è il metro di giudizio per giudicare se un'azione è buona o meno.
    Personalmente mi rifaccio al Vangelo e al Catechismo della Chiesa Cattolica, e nonostante ciò chissà quante volte ho peccato "di giudizio". Ciao Gus.
    sinforosa

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    1. In molti affermano che separare l'uomo dall'azione è un assurdo.
      E' un'atteggiamento tipico di chi vuol solo punire, vendicarsi e infischiarsene di un cambiamento dell'uomo.
      Ciao sinforosa.

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  3. In questo post voglio pensare, come mi succede spesso, su qualche sfumatura differente del giudizio... quella che a volte parte in automatico (capita a tutti) nei confronti degli altri, lo stesso di cui potrei essere vittima io, giustamente o no. A me piace il giudizio: la più critica di me stessa sono io.
    Non mi manca il coraggio di guardare negli occhi le personee non abbasso mai la testa. So perfettamente chi sono e mi piace il confronto, con vera coscienza... Ma, soprattutto, quando so che posso imparare.

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    1. Se uno ha una sola gamba corre di meno di chi ne ha due. Lo capisci e lo accetti, perché lo vedi.
      Se il deficit è interiore non puoi vederlo e ti accanisci contro chi corre di meno. I cristiani sono sicuri che solo Dio ci conosce, conosce la nostra vita, quello che ci è successo, gli ostacoli che ha dovuto superare.
      Per questo perdona l'adultera servendosi dell'uomo. "Chi è senza peccato scagli la prima pietra".
      Devi deciderti Lorella. Non si può essere cattolici al 50%. Non basta.

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    2. Non basta? Io ho dato il 100% Senti gus posso dirti che penso di aver sofferto più io di Gesù? Posso dire che mia madre ha sofferto più della Madonna? E altri anche di più!! Io prego mia madre. Non sto bestemmiando, puoi anche non capire il tuo deficit interiore, perché so che oggi ci sono più diavoli che Dio.
      Buona serata

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    3. Ti ho risposto già. Tu hai sofferto per cose che ti sono piombate addosso. Cristo ha sofferto per scelta, per caricarsi sulle spalle la Croce dei nostri peccati passati, presenti e futuri, mettendoci nella condizione di essere perdonati di tutti i peccati, alla sola condizione che noi siamo certi della virtù dello Spirito Santo, il Grande Consolatore che Lui ci ha inviato.

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    4. Dammi spiegazioni concrete. Perdonare i nostri peccati? Quali peccati? Quello di metterlo in croce? Violare i comandamenti? Non capisco. Spiegami... In quel tempo io non ero ancora nata e oggi quando sbaglio, pago: il rendiconto non tarda mai ad arrivare. Pago anche per altri, pensa un po' Anche se spesso lo sbaglio non è nemmeno paragonabile al peccato e nemmeno viceversa. Spirito Santo? C'è chi sostiene che lo spirito santo sia ignoranza. In effetti non ci è dato di sapere... L'unica consolazione è che Dio perdona ma non dimentica. Io ho già dato: mio purgatorio è stato vivere in questo mondo. E non so se queste malattie sono venute a caso. Io ho sofferto tanto soprattutto per gli altri.

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    5. Dopo il peccato di Adamo ed Eva ( desiderio di essere simili a Dio) Dio scacciò dal Paradiso i due e tutti i nati.
      Per ricostruire l'Arca dell'Alleanza Dio ha dato vita a una nuova creazione. Gesù era Adamo e Maria era Eva. Il Sacrificio di Cristo ricreò l'unione con l'uomo e le anime buone che erano bloccate uscirono dai sepolcri e tornarono al Padre.

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    6. La parola sacrificio è incominciata, storicamente, a diventare una grande parola, da quando Dio è diventato un uomo. E' nato da una giovane donna, era stato piccolo, camminava con passetti piccoli, poi ha cominciato a parlare, e poi incominciava ad aiutare suo papà che faceva il carpentiere, poi è diventato più grande e ha incominciato ad andare via di casa senza che sua madre capisse perché.
      Da quando Dio si è fatto uomo, e poi, dopo, ha incominciato a parlare al popolo, e il popolo sembrava che gli andasse dietro quando compiva dei gesti strani ( o miracoli), ma il giorno dopo aveva dimenticato.
      Lui era là da solo, e perciò si ingrossava il numero di quelli che erano contro di Lui, finché, insomma, lo hanno preso e ammazzato, inchiodato a una croce, e ha gridato: " Padre, perché mi hai abbandonato?". E' il grido di disperazione più umano che si sia mai sentito nell'aria della terra, e poi ha detto: "Perdona loro perché non sanno quello che fanno", e poi ha gridato: " Nelle tua mani raccomando la mia vita". Da quel momento lì, da quando quell'uomo è stato messo stirato sulla croce e inchiodato, il sacrificio è diventato il centro della vita di ogni uomo, e il destino di ogni uomo dipende da quella morte.

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    7. “E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito. Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, le tombe s’aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; e, usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti.” (Matteo 27:50-53 NRV).

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    8. Il Cristianesimo è scritto nel Vecchio testamento e soprattutto nel nuovo. Cioè i Vangeli.
      Ogni altra cosa detta dall'uomo è solo menzogna, oppure religione tascabile.

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  4. Conosci il mio nome, ma non la mia storia. Hai sentito parlare di ciò che ho fatto, ma non hai vissuto ciò che ho vissuto io. Sai dove sono, ma non da dove vengo. Mi vedi ridere, ma non sai quanto ho sofferto.
    Continua pure a giudicarmi. Va bene così

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    1. Infatti io ti sprono a superare le sofferenze nel nome del Signore. Lo faccio perché so che il tuo 50% vale moltissimo.
      Forse sei l'unica che è riuscita a dirmi tutto di sé.

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  5. Boa noite Gus. Parabéns pela excelente matéria. As diferenças nunca devem servir de barreiras em nossa vida.

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  6. Queste cose che ho scritto sono una risposta a Lorella.
    Non mi piace usare il blog per parlare di religione.

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  7. Ma lo usi per parlare di teologia (126 post). La differenza sostanziale ti somiglia, Gus... Tra mente e cuore,mare e cielo.
    La differenza tra religione e teologia è che la religione è un sistema specifico di credenza e/o adorazione, che spesso coinvolge un codice etico e filosofico mentre la teologia è l'analisi razionale della credenza religiosa.
    Comunque grazie.

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    1. Ho tre attestati di frequenza di corsi di teologia. I 126 post li ho scritti all'inizio della mia esperienza di blogger. Dal 2018 scrivo con l'etichetta "spiritualità" che rappresenta la ricerca di un dialogo con i non credenti, agnostici e dubbiosi.
      Inizialmente il mio blog poteva definirsi "cattolico" per la presenza di molti blogger come Angeloanonimo e Singerfrapp.

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  8. ... Ho apprezzato, davvero sai.
    Buona notte 🤗

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    1. Sono io che ringrazio chi ha letto.
      Ciao Irina.

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  10. In effetti io sarei pronto anche a perdonare persone che hanno fatto cose sbagliate, anche qui sulla blogosfera. Sono fondamentalmente. ;)

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    1. Franco, tu non concepisci l'altro come un nemico e non hai nemmeno bisogno di perdonare. Non sei una che non dimentica e concepisce la vendetta.

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    2. Non sei una... Viene a me? Ti sbagli gus e poi non dire che stai generalizzando, io perdono ma non dimentico. Voglio solo essere lasciata in pace, ma se vengo coinvolta mi difendo.
      E lo sai bene.
      Buona serata

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    3. Alice, io non sono un prete e non sto dentro un confessionale. La teologia è per necessità impersonale. Non posso dire chi è cattolico e chi non lo è. Se lo facessi sarebbe sbagliato. Le percentuali sono indicazioni astratte, nel senso che siamo tutti peccatori. Persone come S.Pio, San Francesco e Santa Teresa sono eccezioni.
      Per perdonare e dimenticare ognuno di noi ha tempi diversi, ma la preghiera al Padre è chiara e viene da Gesù. Vangelo Luca, cap 11:

      Padre,
      sia santificato il tuo nome,
      venga il tuo regno;
      3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
      4e perdona a noi i nostri peccati,
      anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
      e non abbandonarci alla tentazione».


      Ciao Alice.

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  11. E' una delle cose che ho imparato (o che ho "fissato", perché in fondo era un concetto che non mi era "sconosciuto) in questi ultimi anni.
    Bisogna odiare il peccato, mai il peccatore.
    E il giudizio deve essere sempre fatto con animo puro, perché l'uomo inevitabilmente deve giudicare, in ogni processo cognitivo. Giudicare, ma non processare...

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    1. Impara solo chi è predisposto a imparare.
      Purtroppo per molti la vendetta è una filosofia di vita, praticamente "Occhio per occhio, dente per dente appartiene al Vecchio testamento" e praticamente era solo un modo per non ingrandire la vendetta. Cristo, lo sai, ha cambiato tutto.

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  12. Ho bisogno una goccia d'acqua, ma non lo trovo..... tanti pozzi secchi, cerco, ancora cerco. Si tu l'hai. Buona notte Gus.

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    1. Tutti abbiamo bisogno di una goccia d'acqua.
      Ciao Francesco.

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  13. A volte è davvero difficile condannare soltanto il peccato e non il peccatore, lo ammetto. Ma in fondo la trovo una cosa giustissima, quindi non posso che darti ragione.

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    1. Sì è difficile. Il peccato è astratto, la persona da odiare è lì in carne ed ossa.

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  14. L'azione di per sé è sbagliata perché la comunità ne fornisce una definizione tale che tra l'altro può variare nel tempo. Uccidere è sbagliato, ma per esempio ai tempi degli delle civiltà precolombiane si offrivano sacrifici umani agli dei. Noi oggi questo lo consideriamo aberrante. L'azione è sbagliata e noi giudichiamo l'azione ma poi dobbiamo perseguire l'autore della stessa perché l'azione non si compie da sola ma necessità dell'uomo per essere realizzata e di quel specifico soggetto nel particolare ecco perché, molto più laicamente mi rendo conto, si definisce nel nostro ordinamento il principio che la responsabilità penale è personale. È vero che se Tizio uccide moglie e figli diamo un giudizio etico anche su di lui ma questo nasce dal fatto che se l'azione è spregevole chi l'ha compiuta, salvo distinguo che cmq anche in sede penale si possono rilevare, lo è. Poi ci sono i distinguo: legittima difesa, inanità mentale, oppure pensiamo ad una donna vittima per anni di soprusi psiscologici che un giorno si ribelli ed uccida con un oggetto contundente il suo aguzzino per disperazione. Quindi è vero che nel giudicare l'azione diamo anche un giudizio su chi l'ha compiuta, ma tale giudizio può essere più complesso di una semplice trasposizione: "Azione sbagliata, persona sbagliata", infatti si osservano tutte le situazioni collaterali per poi trarre una conclusione. Ma una persona per quanto da tutti giudicata "per bene" che per un senso di possesso , solo per fare un esempio, stermina moglie e figli, non può essere una persona per bene.

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    1. Piccola postilla: d'altronde se il Padre Nostro dice di aiutarci a non cadere in tentazione, vuol dire che se ci si cade si è peccatori quindi autori di un "reato" in campo cristiano. Reato tra virgolette perché se alcuni dei dieci comandamenti sono regole assolutamente mutuate in un sano ordinamento giuridico laico, vedi per es. "non uccidere", altri sono solo peccati per chi crede, per esempio "non commettere atti impuri" se e laddove per impuri si intenda non sposarsi avere più storie o solo un incontro di piacere non legato alla procreazione.

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    2. Il non giudicare nessuno vuol dire accogliere tutti. Senza identificare il non giudicare con la parola accogliere, ci sarebbe un equivoco perché, quanto a giudicare, dobbiamo giudicare. Ma non possiamo giudicare la persona, la persona viene accolta, giudichiamo un atto: "un atto così è sbagliato". Dicendo "tu hai compiuto un atto sbagliato", perché per giudicare la persona entrano infiniti fattori a noi sconosciuti. Certo, il mondo giudica la persona perché fissa la perfezione in valori che costituiscono il tornaconto per sé, e ha interesse, quindi, a eliminare le persone che cadono sotto i segmenti di giudizio in cui fissa la perfezione. Giudicando esclusivamente un atto, e non la matrice che l'ha determinato, crea la scissione tra essenza ed azione. Ma siamo esseri in evoluzione, spesso contraddittoria, quindi è giusto contemplare, ed isolarne il giudizio, anche azioni determinate non in linea retta, quindi non coerenti.D'altra parte nessuno può contenere in sé un qualsiasi valore conquistato se prima non l'ha accolto, sperimentato, compreso e poi messo in azione. Altrimenti è un valore solo acquisito per indotto e non per “esperienza” o percorso. E l'esperienza è la somma dei nostri errori.

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    3. La formulazione dei Comandamenti ha una storia. Anche per il sesto. Nella legislazione mosaica e in tutto l’ Antico Testamento leggiamo: «Non commettere adulterio» (ebraico ni’ uf; greco moikeia; latino adulterium) e si commina la morte per entrambi gli adùlteri (Es 20,14).

      Nel Nuovo Testamento Gesù condanna non solo l’ adulterio (Mt 5,27), ma anche il desiderio di commetterlo anche se non viene realizzato materialmente (Mt 5,28), e anche altri gesti che portano a vivere in modo scorretto la sessualità (concubinato, fornicazione, meretricio).

      La Chiesa ha riformulato il Comandamento nella forma catechistica: «Non commettere atti impuri» (CCC dopo il n. 25), facendone il contenitore di tutti i gesti che umiliano il corpo, che è fatto per creare relazioni e vita e viene invece ridotto a oggetto di piacere. Qualunque sia la formulazione, il Comandamento dice che la sessualità deve essere vissuta come gesto di amore tra persone che si sono unite in matrimonio, nel rispetto della persona e del significato del gesto.

      La sessualità, il sesso, è un dono di Dio. Niente tabù. È un dono di Dio, un dono che il Signore ci dà. Ha due scopi: amarsi e generare vita. È una passione, è l’amore appassionato. Il vero amore è appassionato”. Così Papa Francesco ha riposto a braccio a una domanda sulla sessualità rivolta da un gruppo di giovani francesi della diocesi di Grenoble-Vienne ricevuti in udienza in Vaticano. Parole, quelle pronunciate da Bergoglio, che rompono un altro tabù clericale. Quello cioè di non affrontare mai il tema del sesso in modo esplicito, limitandosi sempre a bollarlo come peccato.
      “L’amore fra un uomo e una donna – ha affermato il Papa – quando è appassionato, ti porta a dare la vita per sempre. Sempre. E a darla con il corpo e l’anima. Quando Dio ha creato l’uomo e la donna, la Bibbia dice che tutt’e due sono immagine e somiglianza di Dio. Tutti e due, non solo Adamo o solo Eva, ma tutt’e due. E Gesù va oltre, e dice: per questo l’uomo, e anche la donna, lascerà suo padre e sua madre e si uniranno e saranno… una sola persona?… una sola identità?… una sola fede di matrimonio?… Una sola carne: questa è la grandezza della sessualità. E si deve parlare della sessualità così. E si deve vivere la sessualità così, in questa dimensione: dell’amore tra uomo e donna per tutta la vita”.
      Ai giovani francesi Francesco ha anche spiegato che “è vero che le nostre debolezze, le nostre cadute spirituali, ci portano a usare la sessualità al di fuori di questa strada tanto bella, dell’amore tra l’uomo e la donna. Ma sono cadute, come tutti i peccati. La bugia, l’ira, la gola… Sono peccati: peccati capitali. Ma questa non è la sessualità dell’amore: è la sessualità ‘cosificata’, staccata dall’amore e usata per divertimento. È interessante – ha aggiunto il Papa – come la sessualità sia il punto più bello della creazione, nel senso che l’uomo e la donna sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio, e la sessualità è la più attaccata dalla mondanità, dallo spirito del male”.

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    4. Il sesso è bello anche se dovesse capitare di farlo con chi non ami follemente o con chi non ti sposi. Ci possono essere periodi di una vita dove un uomo o una donna non sono pronti o non cercano l'amore o cmq una stabilità attraverso una relazione, e il sesso, sempre nel rispetto di entrambi, non è cmq un qualcosa in tal caso di sporco. Sto parlando di incontri liberi e consensuali e non di andare con prostitute o abusare. L'amore... eh, trovare l'amore è il massimo ma non si può ricondurre il sesso solo all'amore ed ancor meno solo alla procreazione.

      Capisco quello che dici tu sull'atto e sul non giudicare invece l'autore, ma direi che il concetto che mi sembra tu esprima è che accogliere comporta il non considerare i peccati dell'accolto. Questo mi è chiaro, anche se il male esiste e molte persone sono brutte persone, ma secondo me non ha a che fare con il dare o meno un giudizio sull'operato del soggetto, va oltre, si accoglie cmq quella persona a prescindere dai suoi peccati quindi non è un non giudicare, è un accogliere a prescindere senza distinzioni perché si aiuta chiunque senza distinzioni e quindi io non accolgo in base ad un giudizio ma accolgo chiunque chieda e voglia essere accolto, ma questo non toglie che sapere che quella persona ha fatto del male al prossimo resti un pensiero anche nell'accoglitore, solo che questo pensiero non gli impedisce di provare empatia verso tutti e accogliere tutti. Questo concetto però non può facilmente applicarsi alla vita reale, e spesso ci sono come dicevo storie complesse ma altre volte ci sono persone che sono il male e non possono non essere considerate riprovevoli.

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    5. Ho parlato del cristianesimo. Teologia.
      La fede è qualcosa che ti fa vivere seguendo un percorso dettato da Cristo nei vangeli.
      Quello che hai scritto fa parte della mia vita. Sesso per il sesso. Molte esperienze.
      Poi, ho incontrato una ragazza cattolica. Seguiva con semplicità quello che trovi scritto in questo post.
      Con lei andavo in parrocchia per la Messa. Ho confrontato la sua vita con la mia e un po' alla volta ho visto che il suo candore era avvolgente. Ci siamo sposati. La fede nasce sempre da un incontro.
      Riguardo al giudizio di valore è un'accoglienza accompagnata da una speranza. Il cambiamento di chi commette errori. Quando questo non avviene la persona e il peccato diventano la stessa cosa.

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    6. 1) "La fede nasce sempre da un incontro". Non posso più dire niente, è una frase così profonda e toccante che ti arriva dentro e basta. E la tua risposta così personale merita non solo rispetto ma profonda ammirazione a prescindere dal fatto che uno abbia la fede o no.

      2) "Riguardo al giudizio di valore è un'accoglienza accompagnata da una speranza. Il cambiamento di chi commette errori. Quando questo non avviene la persona e il peccato diventano la stessa cosa."

      Verissimo, ma questo aspetto, secondo me non ha a che fare col giudizio sulla persona per il fatto compiuto, ma sul pregiudizio a posteriori quando, per esempio nel caso di un carcerato, scontata la pena lui esce e nessuno è disposto a dargli un'altra occasione perché "lui è quello che ha fatto quella cosa..."

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    7. Chi esce dal carcere ha scontato la pena. Non è questione di dare un'altra occasione, il problema è che non deve reiterare il reato commesso.

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    8. Giusto ma io mi riferivo al pregiudizio che esiste nella società nei confronti di chi ha scontato la pena ed è un uomo libero, pregiudizio che si basa sul pregresso e non sulla realtà del momento. Secondo me l'accoglienza intesa giustamente come tu la evidenzi, è invece proprio perfetta in questi casi.Infatti consiste nell'accogliere chi vorrebbe dimostrare di essere cambiato ma non trova chi gli mostra fiducia, ed ecco che l'accoglienza, quella con i canoni da te descritti, è invece in grado di dare questa fiducia all'uomo che ha commesso un reato ma si sente cambiato e vorrebbe solo poterlo dimostrare.

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    9. La persona intelligenza e senza pregiudizi non ha nessun problema a dare la fiducia. Basta parlarci e leggere nelle parole il cambiamento.
      Purtroppo per molti l'errore è uno stigma che uno si trascina per tutta la vita.

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