L'offerta è una tavola imbandita che offre coreografiche ed elaborate squisitezze, con cibi che sembrano a portata di mano, ma in realtà costano tantissimo in termini fisici e psicologici. Quel di cui avremmo bisogno è semplicemente pane e olio ma il desiderio indotto ci fa sentire tesi verso l'apparente varietà di offerta. E mischi un pasticcino a una tartina, aggiungi uno shakerato E123, ripassi al tavolo per una meringa e poi ti dai del coglione per la nausea allo stomaco. Se l'anoressia psicologica fosse un segno del percorso verso un rifiuto -nausea- potrebbe essere anche un passaggio auspicabile. Mi passa l'appetito verso qualcosa che non nutre né spirito né corpo. Ma dove si trovano pane e olio, amici?
Cos’è la vita? Cos’è l’amore? Cos’è la morte? Da quando vi sono uomini che pensano, queste domande fondamentali non hanno cessato di impegnare il loro spirito. Da millenni, le grandi religioni si sono sforzate di fornire le loro risposte. L’uomo stesso, non appare, allo sguardo penetrante dei filosofi, nel suo essere, indissolubilmente “homo faber”, “homo ludens”, “homo sapiens”, “homo religiosus”? E non è a quest’uomo che la Chiesa di Gesù Cristo intende proporre la buona novella della salvezza, portatrice di speranza per tutti, attraverso il flusso delle generazioni e il riflusso delle civilizzazioni?
la vita è un dono ricevuto che contempla in sè la responsabilità ma anche il libero arbitrio. Quando la scelta di restituzione del dono propende, per varie ragioni, verso il diniego, è semplicemente un problema di non aver trovato (forse non cercato?) quella “ragione" in grado di propendere verso il positivo, verso la sua accettazione nel bene e nel male. Non è un problema di ordine morale. E' un problema di spendita esistenziale.
C'è una frase molto bella di Elisabeth Kubler Ross: “Le persone sono come le vetrate. Scintillano e brillano quando c'è il sole, ma quando cala l'oscurità rivelano la loro bellezza solo se c'è una luce dentro.» Scoprire quella luce dentro ognuno di noi, le chiavi per accedervi, attraverso chi o cosa, è il vero senso del dono.
Cos’è la vita? Cos’è l’amore? Cos’è la morte? Da quando vi sono uomini che pensano, queste domande fondamentali non hanno cessato di impegnare il loro spirito. Da millenni, le grandi religioni si sono sforzate di fornire le loro risposte. L’uomo stesso, non appare, allo sguardo penetrante dei filosofi, nel suo essere, indissolubilmente “homo faber”, “homo ludens”, “homo sapiens”, “homo religiosus”? E non è a quest’uomo che la Chiesa di Gesù Cristo intende proporre la buona novella della salvezza, portatrice di speranza per tutti, attraverso il flusso delle generazioni e il riflusso delle civilizzazioni?
la vita è un dono ricevuto che contempla in sè la responsabilità ma anche il libero arbitrio. Quando la scelta di restituzione del dono propende, per varie ragioni, verso il diniego, è semplicemente un problema di non aver trovato (forse non cercato?) quella “ragione" in grado di propendere verso il positivo, verso la sua accettazione nel bene e nel male. Non è un problema di ordine morale. E' un problema di spendita esistenziale.
C'è una frase molto bella di Elisabeth Kubler Ross: “Le persone sono come le vetrate. Scintillano e brillano quando c'è il sole, ma quando cala l'oscurità rivelano la loro bellezza solo se c'è una luce dentro.» Scoprire quella luce dentro ognuno di noi, le chiavi per accedervi, attraverso chi o cosa, è il vero senso del dono.
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RispondiEliminaLa curiosità di una domanda allarga la ragione perché dilata l'orizzonte del conoscibile.
RispondiEliminaIl cuore intuisce già che l'orizzonte è più ampio di quanto il mondo oggi affermi.
La nostra capacità di indagare le cose con la ragione è ispirata dal presentimento del cuore che esiste qualcosa di più grande. Lo hai detto tu. La simpatia si sente e spiegarla è un esercizio inutile e forse anche dannoso.
Se uno non è appassionatamente alla ricerca dello scopo del suo vivere non capisce che gli altri sono vivi, alla ricerca di uno scopo del loro vivere, non capisce che gli altri vivono e che non sono manichini, ma compagni in cammino.
Teresa di Calcutta quando vedeva la gente in India abbandonata lungo le strade, che erano cloache a cielo aperto, non aveva timori perché la stima verso quell'uomo che stava morendo, era tale e quale alla stima che portava a sua madre.
Teresa di Calcutta e' stata un esempio di grande amore verso l'umanità. Un esempio che si ripeterà poche altre volte nella storia o forse mai più. Se solo tutti noi riuscissimo a sentire anche il più piccolo pezzettino del suo cuore dentro di noi.
Riusciamo a vedere nell'altro ciò che siamo. E allora l'altro susciterà in noi amore se ne siamo pieni noi, fastidio se ci sentiremo intimamente attentati nei nostri privilegi e così via. Se sono sereno guardo nell'altro-e desidero per l'altro- tutto ciò che desidero per me.
Trova il tempo..
La peggiore malattia oggi è il non sentirsi desiderati né amati, il sentirsi abbandonati.
Vi sono molte persone al mondo che muoiono di fame, ma un numero ancora maggiore muore per mancanza d’amore.
Ognuno ha bisogno di amore.
Ognuno deve sapere di essere desiderato, di essere amato, e di essere importante per Dio. Vi è fame d’amore, e vi è fame di Dio.
Si chiama esigenza di infinito o brama di verità.
La Chiesa è Cristo che nella sua breve permanenza fisica nella terra ha fornito un modello di vita che prevedeva anche la morte sulla croce. L'uomo piccolo in sapienza ha scelto percorsi più comodi fino a dimenticare Dio. Il risultato? Ha riempito di anidride carbonica l'atmosfera causando l'effetto serra, ha inquinato le acque, ha visto l'uomo accanto come un nemico e non come un fratello fino ad arrivare alle guerre che non potevano risolvere i problemi di convivenza. Imitando l'animale il pesce grosso ha mangiato quello più piccolo e un milione di bambini muoiono ogni anno per diarrea causata dal fatto di aver bevuto l'acqua delle pozzanghere in mancanza di quella potabile. Lo so che nessuno si accontenta di mangiare pane olio e vino.
RispondiEliminaBella la metafora della tavola imbandita anche del superfluo. Mi metto tra i "colpevoli" perché oggi troppe cose superflue sono divenute indispensabili e questo vale anche per me.
RispondiEliminaHai descritto dei comportamenti dell'uomo..le guerre, la distruzione dell'ambiente, l'opulenza nel cibo e non solo.
In questo però sono caduti anche uomini che in teoria il dono non lo hanno rimandato al mittente.
La via della semplicità è più ardua da percorrere anche rispetto a quella della fede.
Il blog è selettivo. Si capisce subito chi cerca solo l'affermazione personale e chi ha interesse a confrontarsi.
Eliminala cosa più irritante è la tendenza a contraddire quando non si hanno argomenti che possano supportare una propria opinione.
L'infantilismo, il dispetto, l'offesa sono frequenti e irrazionali.
Perché non cercare la semplicità?
La semplicità si coniuga con un pensiero originario, che prende le mosse dal punto di partenza. Quindi dal cuore, dal sentimento, dall'origine del sentirsi profondamente disponibili. Il sentire non è spiegabile, è un vuoto irrazionale capace di riempirsi di immaterica realtà. Perciò a volte quando anche tutto intorno è nero noi vediamo la fiammella.
E' arduo per molti riuscire ad avere un pensiero semplice. Pensare con semplicità. Sì, una cosa che solo i bambini piccoli (età prescolare) sanno fare, poi, noi li educhiamo al ragionamento, distruggendo il pensare veloce, fatto di leggerezza.
La semplicità si coniuga con una grande pulizia interiore.
Una coscienza che sa riconoscere il bello e accettarlo.
Trovare i difetti è un espediente per non aderire mai.
La semplicità è cogliere il molteplice in ciò che è normale e sopravvalutarlo.
Quando qualcosa piace ha tutti i pregi del mondo, quando non piace non c'è magia che possa fartela apprezzare.
In pochi sanno cogliere la genuinità nelle persone e nelle cose, l'artificio invece lo colgono tutti.
Questa è una citazione già letta...ma l'artificio non lo colgono affatto tutti, anzi... questa è, purtroppo, una vita che va avanti ad artifici, anche nella blogosfera...
EliminaLa blogosfera dilata gli artifici.
EliminaBellissima la citazione sulle vetrate e le persone, ed è anche verissima. Che poi per brillare in realtà basta poco. Basterebbe, per esempio, mettere da parte l'invidia e pensare a migliorare sé stessi; basterebbe un po' di comprensione verso il prossimo, un po' di umanità. Davvero, piccole cose...
RispondiEliminaChe cos'è la morte? E'la fine di tutto o piuttosto un nuovo inizio? E qual è la relazione tra la vita e la morte? A queste domande cerca di rispondere Elisabeth. Pioniera dell'Hospice Movement, figura di spicco della tanatologia contemporanea, Kiibler-Ross, oltre ad aver studiato il processo psicologico vissuto dal morente, elaborando il modello, divenuto famoso, delle cinque fasi del morire, è stata una dei primi scienziati a occuparsi delle NDE (dall'inglese Near Death Experience), le esperienze di pre-morte. Basandosi sulle testimonianze di coloro che sono «tornati» a vivere e su esperienze analoghe che lei stessa ha vissuto, l'autrice ci presenta la sua concezione della morte: una realtà radicale con cui dobbiamo fare i conti se vogliamo dare un senso alla nostra vita, ma anche un momento di passaggio, una porta verso un'esistenza infinitamente completa e ricca.
RispondiEliminaLe piccole cose, le cose semplici, purtroppo, sono difficili per l'uomo a causa delle sue incrostazioni al cuore.
Ciao Paola.
E' terribile cibarsi di qualcosa che non nutre.
EliminaLa Chiesa deve tornare a cibarsi solo di pane e olio.
Elimina"A noi tocca rimuovere la pietra! E così Dio risuscita la comunità. C'è gente che non vuole rimuovere la pietra, e per questo nella loro comunità non c'è vita!"
EliminaSulla Chiesa mi sfondi una porta aperta... è la causa del disamore che si propaga.. manca un esempio reale...
EliminaHo prevenuto le tue critiche.
EliminaUn'altra ennesima storia del cibo che non riesce sempre a mantenere un tono invitante e l' impostazione di fondo finisce per appannarsi quando si tratta di affrontare gli argomenti più alti, e dare quindi una spiegazione sui misteri della esistenza e della creazione: rimaniamo suggestionati dal fatto che forse non siamo altro che quello che mangiamo, o siamo quello che meritiamo? ma non riusciamo a capire perché siamo. Con risultati certamente più validi, si mette in parallelo lo sviluppo dell' etichetta a tavola con quello dell' etica, ma ancora una volta risulta interessante soprattutto tutto ciò che riguarda le convenzioni e le motivazioni profonde di piccole rivoluzioni del galateo e della gastronomia, mentre la tesi diventa discutibile quando si tenta di passare dalla dimensione antropologica a quella filosofica e teologica.
RispondiEliminaTratto da un libro.
B. Notte.
Con la moderazione diventi un piccolo topino in gabbia.
EliminaChiare, fresche et dolci acque,
RispondiEliminaove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo ove piacque
(con sospir mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse
co l'angelico seno;
aere sacro, sereno,
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.
S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda.
La morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo;
ché lo spirito lasso
non poria mai in più riposato porto
né in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.
Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta,
et là ' ov' ella mi scorse
nel benedetto giorno
volga la vista disiosa et lieta,
cercandomi: et, o pieta!,
già terra infra le pietre
vedendo, Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sì dolcemente che mercé m'impetre,
et faccia forza al cielo,
asciugandosi gli occhi col bel velo.
Da' be' rami scendea
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
et ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo.
Qual fior cadea sul lembo,
qual su le trecce bionde,
ch'oro forbito et perle
eran quel dì, a vederle;
qual si posava in terra, e qual su l'onde;
qual, con un vago errore
girando, parea dir: Qui regna Amore
Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
Costei per fermo nacque in paradiso.
Così carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e 'l dolce riso
m'aveano, et sì diviso
da l'imagine vera,
ch'i' dicea sospirando:
Qui come venn'io, o quando?;
credendo esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
questa erba sì, ch'altrove non ho pace.
Se tu avessi ornamenti quant' hai voglia,
poresti arditamente
uscir del bosco e gir in fra la gente.
Stupenda questa poesia!
EliminaCiao August
Dani
Da questa sera leggerete Petrarca.
RispondiEliminaMeglio Baricco.. ;)
EliminaPersonalmente non sono mai riuscito a terminare la lettura di un libro scritto da Baricco...però in quello che dice ora, in buona parte ha ragione.
EliminaGrave pecca... spesso i libri di Baricco sono thriller ad orologeria.. ;)
EliminaMi ha deluso. Non ho desiderio di leggerlo.
EliminaO.T.
RispondiEliminaStadio di Roma: arrestato per corruzione il presidente dell’assemblea capitolina. Terremoto nel M5S
Si tratta di Marcello De Vito, noto esponente del Movimento. Quando diceva: "Combatteremo la corruzione"
Sono fermamente convinta del fatto che ciascuno di noi possieda "una luce dentro", ma che non tutti sappiano/possano/riescano vederla o tirarla fuori. Le determinanti possono essere infinite.
RispondiEliminaLa luce c'è ma quasi tutti per egoismo la spengono subito.
EliminaCiao Gus, avevo fatto un post su una vetrata liberty che adornava un edificio dove invece dentro ci sono persone che soffrono...
RispondiEliminaP.s. Ti ho risposto sul mio blog.
Bacio
Vorrei vederti fuori dalla stalla piena di letame.
EliminaHo rivisto tanti miei post tutti imbrattati dai soliti ignoti.
Con la moderazione raspano la vetrata da fuori ma non possono entrare e io finalmente sono libero e discuto solo con la gente civile.
Stai tranquillo che il letame va dove va, e imbratta, ma non insudicia, chi e' pulito.
RispondiEliminaCon me non attaccano piu' e "vendo" il loro letame della mia stalla aperta a tutti, e loro imbrattano in altri blog, o nei loro, e rimangono imbrattati.
Ciao Gus,
RispondiEliminami è piaciuto questo tuo post quando parli del fatto che il pericolo di oggi è sentirsi non amati e non voluti.
Ti dico invece come la vedo io, da buddhista: la luce è in te, sei tu che devi impegnarti a farla risplendere.
Ama e sarai riamato, anche in modi che non ti aspetti.
Ti abbraccio.
Sì, Francesca, accendiamo la luce.
EliminaAbbraccio.
Il letame ha anche un suo blog e molti vanno a commentare le idiozie.
RispondiEliminaE che ci sia il blog che raccoglie letame, come in ogni fattoria c'è anche il posto dove conservarlo
RispondiEliminaPer le idiozie, ogni tanto, si possono commentare, o riderci sopra, e tu lo sai il perché lo faccio...perché ho voglia di "staccarmi" dal dolore, e tu sai.
Poi posso anche non scrivere per mesi o scrivere delle mie "disavventure" se cosi posso chiamarle
Ma tranquilli tutti che non vi lascio insultare.
Chi crede agli insulti dei soliti ignoti è come loro.
RispondiEliminaInfatti, che problema c'è, e' il loro il problema.
RispondiEliminaIo dico, sempre e solo come sono e come penso, nel bene e nel male.
Ma non insulto nessuno.
E credo a te e a chi mi conosce da anni e a chi ci si sente tutti i giorni.
Non devono trovare la porta aperta per entrare.
RispondiEliminaC'è anche una porta aperta nel lato opposto, entrano ed escono con un colpo di corrente d'aria.
RispondiEliminaEntrano, scrivono e tu cancelli.
RispondiEliminaPer me si tratta di illogicità manifesta.
Tu sai che cancello solo le offese.
RispondiEliminaPer te puo' essere illogica per me e' essere coerente con me stessa e coerente con chi mi commenta.
Meglio essere logici cancellare post, commenti blog ecc?
No, io cancello come ho sempre fatto gli insulti.
Gus, lo sai perfettamente, non sarò una brava blogging, ma il mio diario, la mia casa la gestisco come voglio, senza mai nascondermi dietro un dito.
Bacio
Il tuo post ha 158 commenti.
EliminaQual è l'argomento di discussione?
Comunque riscrivo qui il mio commento scritto sul tuo post su chi ama la pioggia.
RispondiElimina" Io non amo la pioggia, ma amo quello che scrivi ogni anno in ricordo della tua amata Bruna"
Grazie Fiorella.
EliminaBacio.
Il mio era come sempre un mio pensiero, se c'è gente che vuole commentare commenti, se ci sono i soliti ignoti che inulto per i cavoli loo li cancello e non discuto con loro,
RispondiEliminaTi ho difeso e cancellato gli insulti, tu hai risposto, io se ritengo opportuno rispondere sul mio blog lo faccio, ma non offendo.
Sei libero di pensare come vuoi, ora ogni giorno di piu vedo che si stanno affondando nella loro melma, difendo e basta.
E sei libero di frequentare il mio blog o no ci mancherebbe.
Tu fai sempre post stimolanti. Quando torneranno gli scritti a te congeniali, io verrò a commentare.
EliminaNon ha importanza se tu pubblichi o no, questo si evince che io non ho filtri ma ho difeso e ti ho difeso
RispondiEliminaCosa puo' voler lasciare solo commenti che decidi tu?
Non sono stata irrispettosa, anzi.
Cosa possono pensare i tuoi commentatori?
Io cancello solo chi fa zizzania e ingiuria.
E diciamo.o Gus, hai lasciato per anni un post e ce ne sono altri che hanno commenti ingiuriosi verso te e altri blogger. Lasciati li per anni e forse ce ne sono ancora.
Com'e puoi darmi tu, il com'e gestire il blog?
Io lo sai ti voglio bene e ti ammiro per la tua fede e cultura, ma mettiti una volta nei miei panni e nei miei pensieri, ti prego, e ti prego di capirmi
Questo e'a il mio ultimo commento, non voglio disturbarti piu'
Da me la porta e'a aperta per te, non ho mai escluso nessuno, se viene in pace.
Bacio e ciao
Fiorella, la moderazione si deve espandere perché gli utenti offensivi non abbiano spazio.
EliminaStiamo trattando un argomento che non è quello di questo post. Non scrivere più.
Bacio.
Caro Gus, quanti tra di noi conoscoscono di avere una luce dentro, una luce che sta a noi e solo a noi stessi tenere sempre accesa anche quando il buio ci avvolge nella maniera più cupa. Ed è qui che la fede vacilla, la fede anche in noi stessi, perchè siamo ammorbati dall'apparenza , e questo ci allontana dalla nostra luce, che poi non troviamo più. Lasciamo almeno che un piccolo lume resti dentro di noi, se alimentato troveremo la via.
RispondiEliminaAbbraccio forte serale
Attraverso la preghiera e la domanda si crea il contatto con Cristo e la luce si accende di nuovo.
EliminaAbbraccio Nella.
"Primavera d'intorno brilla
RispondiEliminanell'aria, sì che a mirarla
intenerisce il cor"
G. Leopardi
Ciao August, non è OT, vero? Se il cuore s'intenerisce...
Buona primavera di luce...anche nel cuore.
Un abbraccio.
Dani
Leopardi è un grande.
RispondiEliminaGrazie Dani.
Abbraccio.