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mercoledì, novembre 29, 2023

L'ansia di sentirsi migliori

 



La celebre frase: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo», a cui è legato indissolubilmente il nome di Voltaire, in realtà non fu mai pronunciata dal filosofo. Appartiene, infatti, ad una saggista (Evelyne Beatrice Hall) che scrisse e ricostruì la vita e le opere di Voltaire. Ciononostante, sicuramente le prese di posizione del filosofo in merito non scarseggiarono e, anche nella sua vita privata, soffriva profondamente delle conseguenze dell’intolleranza degli uomini. Ogni anno, infatti, dedicava un giorno al lutto e all’astensione da qualunque attività: il 24 agosto, anniversario della notte di San Bartolomeo (una strage compiuta nel 1572 dalla fazione cattolica ai danni dei calvinisti parigini), si dice che aggiornasse la sua casistica dei morti nelle persecuzioni religiose arrivando a contarne 24/25 milioni. Ma la sua personalità non fu esente da contraddizioni: si batteva contro le guerre, ma faceva affari lucrosi nel campo dei rifornimenti all’esercito; era un paladino della tolleranza ma intrattenne degli accesissimi diverbi con l’illuminista Rousseau, diverbi che screditavano la validità del principio dell'obiettività; infine, celebri furono le prese di posizione sull’inferiorità degli africani rispetto a scimmie e elefanti, oltre che all’uomo bianco.
Al di là di tutto, credo che la comunicazione abbia sempre quel pizzico di imperfezione che può anche far emergere un contrasto tra due persone.
È vero che questa società è fortemente individualista, ma non dobbiamo dimenticare che comunque ognuno di noi è un singolo.
Talvolta è difficile capire noi stessi, figuriamoci farlo capire agli altri.
Il problema è che certe persone se subiscono un torto, presunto o vero, ti tagliano dalla loro vita, non dimenticano nemmeno i piccoli errori, non accettano scuse e non ne vogliono proprio parlare.
Non si tratta di un pizzico di imperfezione, ma di qualcosa che io non concepisco, perché sono diverso da loro.
Il conflitto, ovvero la divergenza di opinioni è naturale ed è un bene che ci sia: l'aspetto interessante è se nel contesto di un confronto gli interlocutori siano più interessati a confrontarsi sui contenuti e rispettive argomentazioni piuttosto che misurarsi sull'aspetto formale della relazione, ovvero chi ha ragione e sa discutere meglio. Dipende naturalmente dal coefficiente di narcisismo presente in ciascuno degli interlocutori o meglio ancora dal rapporto tra narcisismo e curiosità per l'altro in particolare e per la conoscenza in generale. Personalmente ritengo che possa essere costruttiva ogni discussione non eccessivamente avvelenata dall'ansia di doversi dimostrare migliore ad ogni costo: si impara da tutti e tantissimo dai meno esperti, come i bambini ad esempio...Il vero dialogo passa attraverso il vero rispetto che significa saper ascoltare, saper andare oltre le parole udite e saper accettare che una persona la pensi in modo diametralmente opposto al tuo e non per questo diventa per te meno importante. Il mondo è bello proprio perché non esiste un individuo uguale all'altro.



54 commenti:

  1. Immagine:

    Tutti parliamo d’ansia, usiamo il termine in mille modi diversi, alcuni sono buffi ed altri spaventosi, come ansioso, ansietta, ansiogeno, ansietà, ansiolotico… a specchio delle mille sfumature che la parola può assumere.

    Queste parole servono per definirci e per definire le situazioni che ci troviamo ad affrontare. Mai come ora questa parola fa parte del nostro vocabolario.

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  2. Sono d'accordo, ma ho sempre sperimentato e verificato che è difficile il confronto con persone che hanno idee e opinioni del tutto opposte alla tua; del resto tutto ciò che passa attraverso i mezzi di comunicazione non fa che istigare il litigio più che un dibattito serio e misurato. Non mi piace chi considera un'opinione altrui necessariamente sbagliata rispetto alla propria, per cui, devo ammettere che evito discussioni con quanti so che la pensano diversamente da me, però convivo bene e serenamente accanto a loro.

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  3. Ricordo che spesso prima di natale 🎄 c' erano sempre discussioni animate tra di noi.
    È quasi ora di fare regali molto costosi ai nipoti??
    Auguri, come la tua amica fiorella, ne avrai bisogno.
    Tranquillo non commentero' più.
    I giovani sono troppo viziati. Salutami bru.

    Vergognatevi

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    1. La mia tranquillità non dipende dai commenti che ricevo.
      Ciao Asia.

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  4. No tranquillità, ma felicità, come hai detto tu se non commento .
    Ma se esiste un Dio non potrai essere tranquillo.
    Io lo sono, so molto bene che Dio mi è vicino.

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    1. Mi fa piacere che tu percepisca la vicinanza di Dio.

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  5. Ci sono persone che non si mettono mai in discussione, nessuno è perfetto fortunatamente.

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    1. Nessuno è perfetto e nemmeno perfettibile.
      Le teste quadre non mollano.

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    2. Proprio vero, ci sono molte persone che non si mettono in discussione e la cosa tragica è che sono "maestri" nel criticare il prossimo e dargli dei consigli 🤦

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    3. I consigli li ascolto solo dagli amici certi.

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  6. La fine di una giornata si conclude sulla poltrona e la TV davanti, e un film da vedere.
    Generalmente conosco le tematiche che mi verranno proposte.
    Sono neutrale. Se io avessi divorziato quattro volte non guarderei con astio un film che parla di un amore immortale.
    Generalmente vedo il film fino al the end, ma non è raro che mi addormenti dopo 20 minuti, oppure che spenga la TV per leggermi
    il romanzo di Stephen King, *La storia di Lisey*.

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  7. Il nostro livello di tolleranza riguardo a un dato argomento è inversamente proporzionale all'interesse personale che abbiamo verso lo stesso.

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    1. L'interesse personale può portare ad un contrasto insanabile, ma in molte situazioni l'intolleranza è la mera opposizione per l'opinione diversa dalla nostra. Un difetto caratteriale.

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  8. Io cerco di applicare un metodo che, se non infallibile, aiuta molto: ogni volta che c'è una questione, provo a mettermi nei panni dell'altro, obiettivamente e senza pregiudizi. E' un bell'esercizio che apre prospettive e scenari. Se siamo bravi a rimanere obiettivi e sereni, si giungerà sempre ad un giudizio equilibrato. Marina descrive bene le modalità, possiamo convivere senza farci la guerra, magari lo capissero un po' tutti.. anche su un blog.

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  9. La celebre frase: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo», a cui è legato indissolubilmente il nome di Voltaire, in realtà non fu mai pronunciata dal filosofo. Appartiene, infatti, ad una saggista (Evelyne Beatrice Hall) .
    Sembra il massimo dell'obiettività, ma nei fatti non lo era.
    La sua personalità non fu esente da contraddizioni: si batteva contro le guerre, ma faceva affari lucrosi nel campo dei rifornimenti all’esercito; era un paladino della tolleranza ma intrattenne degli accesissimi diverbi con l’illuminista Rousseau, diverbi che screditavano la validità del principio dell'obiettività; infine, celebri furono le prese di posizione sull’inferiorità degli africani rispetto a scimmie e elefanti, oltre che all’uomo bianco.
    Il problema è che ognuno di noi si reputa obiettivo, ma lo è veramente.

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    1. Il problema è che ognuno di noi si reputa obiettivo, ma lo è veramente?

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  10. L'obiettività di giudizio dipende fortemente dal criterio di indagine della realtà applicato. Dipende dunque dal patrimonio che si acquisisce scolasticamente nella prima infanzia (Giorgio Israel - fisico e matematico). Se ti insegnano che tutte le opinioni hanno pari dignità, non operi a monte la necessaria selezione, che si basa soprattutto sulla capacità di 'osservazione del fenomeno, l'obiettività della quale è subordinata necessariamente al grado di preparazione matematica, in quanto quello matematico è il solo linguaggio che permette di ragionare col tuo cervello e non con quello dell'esperto di turno, lo specialista. Non vi è altro modo per operare selezioni su materiale contraffatto! Se non capisci ad esempio il procedimento geometrico matematico applicato da Eratostene per calcolare la circonferenza terrestre, e se non capisci che tale procedimento puoi appplicarlo anche tu, finirai per credere a facilitazioni immaginarie (chiamarle teoriche è un abuso di significato) come la terra piatta, o peggio, la terra 'cava'. Sigh! Finirai insomma sempre ed immancabilmente nelle grinfie di chi vuole sfruttarti come 'utile idiota' da dare in pasto all'opinione pubblica (spesso meno preparata dei suoi 'capri espiatori'). Ma questo è solo un esempio di come, in assenza di un'adeguata formazione matematica, si finisce per avvalorare e dare per buone filosofie fuorvianti, costrutti teorico-astratti che mai hanno assaggiato verifica ma che si ritengono corretti , non soggetti cioè a rivisitazione critica (Malthusianesimo, Darwinismo, ufologia, etc...).

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  11. Ognuno di noi, parlo di persone oneste, accetta le opinioni dell'altro dentro confini definiti e soggettivi.
    Per esempio, se l'interlocutore afferma che il fascismo ha ben governato, non posso andare avanti nel dialogo.

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  12. Se sei sicuro di quel che affermi, è tuo dovere morale, tentare di 'andare avanti'. A meno di non pensare che un interlocutore sia 'inferiore' a te. Ma questa opzione la escluderei in virtù del tuo indirizzo morale.

    Eppure, anche un giudizio politico, storico-politico, in quanto tale, poggerebbe su capacità di indagine, e di analisi del mondo (In questo caso analisi di tipo sociologico) subordinate un occhio 'critico' che si sia precedentemente formato e specializzato su uno zoccolo di basilari conoscenze matematiche (Anche nel senso di metodo matematico). Infatti, prima ancora che le formule, il principio matematico su cui dovrebbe poggiare l'analisi scientifica, implica che la discussione debba partire per esser tale da punti di vista in comune (principio di evidenza). Prendendo il 'fascismo' dunque, supponiamo che io non sia d'accordo col tuo giudizio. In senso matematico, per affrontare un confronto costruttivo, dovremmo principiare da una descrizione del fenomeno condivisa da entrambi. Il punto , in questo caso, sta nel significato del termine 'buon governo'. Questo giudizio poggia per te su alcune priorità (forse etiche) , se queste non sono anche le mie, matematica insegna che non si può andare avanti nel discorso/ scambio, non lo si può fare cioè in maniera costruttiva perché le premesse non consentirebbero la comunicazione. Giochiamo quindi al confronto costruttivo. Ti domando: che significa, in senso ampio e condivisibile, 'buon governo' ? Oppure: in cosa il fascismo ha governato tanto male da non poter essere frainteso?

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  13. Il nazifascismo è storicamente rifiutato da tutti i democratici che rifiutano le dittature.
    Per esempio, Putin afferma che la democrazia è un errore dell'Occidente.
    E' possibile un dialogo?

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  14. Son d'accordo con te: bisogna fare in modo che il dialogo non cada mai. Ognuno di noi può imparare qualcosa dall' altro e il confronto, non certo la chiusura verso ogni genere di diversità, può solo farci migliorare.

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    1. Fabio, io sono cattolico, ma parlo con piacere con l'ateo perché sostiene tesi accettabili. Come ho detto a Fabio, c'è distacco insanabile verso i responsabili di Auschwitz.

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    2. Responsabili. Già, un bell'inghippo. Io son certo di sapere cosa fecero coloro che furono gli esecutori materiali di un piano che mi sembra troppo diabolico per esser stato progettato, organizzato e messo in atto, dallo psicopatico in prima e solitaria persona. Ma in quanto a responsabilità, la mia sicurezza vacilla. Facile così. Prima si calano le braghe al cospetto del folle, poi in coro davanti a un giudice internazionale, si piagnucola il motivo sempreverde della pietà cristiana, mentre la mannaia oscilla minacciosa, lucidata a puntino per eseguire la sua atavica funzione di scomposizione meccanica delle cervici colpevoli di aver retto cervelli troppo piccoli, troppo inutili.. Quindi, passata la paura, si risollevano le braghe e ci si dispone alla volontà dei vincitori, magari continuando a fare ciò che si è sempre fatto in barba all'umanità dei giusti; magari sostituendo sigilli e bandierine sulle ogive fiammanti, tirate a nuovo come sepolcri di bianco smaltati, destinate al macello di prima, come a quello del dopo, ma stavolta con un velo posticcio di falsa dignità, calato sulle impresentabili nudità della vergogna.
      Amen.

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    3. Anche con la Meloni gli italiani si sono calate le braghe.
      La sua visione di patriota scivola giorno dopo giorno verso una versione edulcorata di fascismo.
      Scioperi dimezzati e qualche Lollobrigida che ferma i treni.

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  15. Continuo a sostenere che un dialogo è sempre possibile se si considerano le premesse, non gli effetti, o gli slogan di Putin, non meno che di Biden. La democrazia come 'errore' dell'occidente, infatti è uno slogan, anche piuttosto banale. Uno specchio degli slogan prodotti in occidente sulla Russia. Ma io proseguo con la mia premessa che è un po' come descrivere la materia partendo dal basso, dalla descrizione atomistica . E quindi reitero la mia domanda : cosa caratterizza negativamente il governo di Mussolini? Domanda banale ma risposta tutt'altro che semplice perché sono pronto a scommettere che le qualità del governo fascista in Italia, non differiscono sul piano etico e morale, da quelle espresse in India dalla corona britannica (Razzismo, sfruttamento, apartheid etc...), in Congo dal civilissimo imperatore Leopoldo, e così via, per non parlare delle macchinazioni degli imperialismi moderni. Allora, direi che bisogna stare attenti quando si pronunciano giudizi generali di carattere etico se si tirano in ballo politiche di governo.

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    1. Auschwitz, purtroppo, coinvolge anche il fascismo alleato con Hitler.

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  16. L'etica è sempre una maschera. Il criterio del 'buon' governo da un bel po' di tempo a questa parte, più che i diritti della persona guarda e tutela (magari preferenzialmente) i 'diritti' dell'azionista. L'economia poggia sull'arricchimento e soprattutto sul denaro che non è un semplice mezzo per raggiungere uno scopo (desiderio, benessere). Laddove col denaro raggiungi qualsiasi desiderio ecco che esso diventa uno scopo/ fine ultimo, e non un semplice strumento (Marx, ma anche Galimberti). E qui, si nota che mussolini non fu al principio che un utilissimo imbecille creato ad usufrutto degli scopi economici delle multinazionali occidentali. Questo credo che sia il mattoncino di base da cui far partire il concetto di dittatura, con le sue svariate declinazioni storiche ( Da Adolf a Pol Pot, da Fulgenzio Batista a Pinochet, a Saddam Hussein). Contesto quindi che le dittature siano il prodotto di menti malate. Sono il prodotto casomai di un principio collaudato e antico di egemonia economico-politica che poggia sulla limitatezza psicologica di soggetti scelti attentamente, fra i quali Mussolini non sarebbe nemmeno il più stupido. In questo senso vedo Mussolini, il suo autoritarismo (non tutte le sue scelte politiche), assai negativo.


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  17. Io personalmente cerco sempre di rispettare le persone con cui parlo, anche se le mie e le sue idee sono diametralmente opposte. Il reale, vero dialogo passa solo per la via del rispetto, come hai giustamente detto anche tu. Non sono tra quelle persone che si sentono migliori degli altri. Ognuno ha dirito ad avere le sue idee, perfino quando queste idee siano sbagliate. E cercare di fare cambiare idea ad una persona spesso ottiene esattamente l'effetto contrario. Sono molti anni che non cerco nemmeno più di farlo. Sicuramente anche Voltaire, nel bene e nel male, non fu esente da errori e contraddizioni, come ogni essere umano penso

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    1. Con i sostenitori delle barbarie viene meno qualsiasi forma di dialogo.
      Ciao Arwen Elfa.

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  18. La dittatura è un'ideologia chiara di quelli che affermano che la democrazia è una degenerazione dell'Occidente.

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  19. A volte, quando saltuariamente, mi capita di frequentare gli scaffali della Coop e mi arriva il solito pippone insulso e cretino pro uguaglianze, vorrei avere una bomba atomica e annientare tutto ciò e tutti coloro che hanno divulgato questa cazzata infinita delle uguaglianze.

    > Il mondo è bello proprio perché non esiste un individuo uguale all'altro.

    Qualcuno ritorna nelle realtà, di tanto in tanto. Bravo, Gus!

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    1. Sei sicuro che questo mondo sia bello?

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    2. Non c'è da dare un giudizio morale: fisica e biologia sono così. È bello che l'acqua sia bagnata!?
      È la vita, Gus, non la morte della fantomatiche uguaglianze.

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    3. La totalità degli uomini ha due occhi, le orecchie, il naso, la bocca,
      il cuore, il fegato, due braccia e due gambe, ecc....
      Come vedi le uguaglianze dipendono da fisica e biologia.

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  20. Mmh, temo che il commento sia stato spostato nello spam, dai filtri gugglici, Gus.

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  21. Ah no, vedo ora che è attiva la moderazione. Chiedo scusa.

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  22. Mi aggrappo solo al titolo che è : "L'ansia di sentirsi migliori" mai avuto di questi problemi usando un detto: do a Cesere quello che è di Cesere ........ il resto è mio.

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  23. A volte a mio avviso quello che impedisce un confronto sano e civile non sta tanto nell'ansia di dimostrare di essere migliori ma nell'arrogante consapevolezza di essere inferiori ed invece di imparare per crescere nasce l'odio della voglia di schiacciare chi può invece darti qualcosa di più

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    1. Il mio post cerca di fare chiarezza sull'autore di una celebre frase:

      *La celebre frase: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo», a cui è legato indissolubilmente il nome di Voltaire, in realtà non fu mai pronunciata dal filosofo. Appartiene, infatti, ad una saggista (Evelyne Beatrice Hall) che scrisse e ricostruì la vita e le opere di Voltaire.*

      L'ansia.....fa capolino nella parte finale del post:

      *Personalmente ritengo che possa essere costruttiva ogni discussione non eccessivamente avvelenata dall'ansia di doversi dimostrare migliore ad ogni costo: si impara da tutti e tantissimo dai meno esperti, come i bambini ad esempio...Il vero dialogo passa attraverso il vero rispetto che significa saper ascoltare, saper andare oltre le parole udite e saper accettare che una persona la pensi in modo diametralmente opposto al tuo e non per questo diventa per te meno importante. Il mondo è bello proprio perché non esiste un individuo uguale all'altro.*

      La tua osservazione completa l'osservazione dei comportamenti umani per quanto riguarda il relazionarsi.

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  24. La nostra è una società che esalta l’ego in un modo smisurato. Le guerre, i conflitti, i litigi nascono proprio perché pensiamo di essere portatori di una verità assoluta, perché pensiamo si avere ragione e basta che qualcuno abbia un’opinione differente che lo buttiamo via. Forse anche per questo molti preferiscono essere ipocriti o accomodanti, perché temono di non essere più accettati. Purtroppo a vincere è sempre l’ignoranza.

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    1. Ho letto ieri che Israele alle donne palestinesi prese in ostaggio riservava un trattamento speciale. Senza vestiti e senza cibo.

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  25. Non ho particolari ansie per sentirmi migliore. Direi che mi metto in gioco al massimo di quello che posso dare ma non l'ho mai vissuto come fattore competitivo.

    Negli anni scorsi i colleghi di lavoro, in Italia e all'estero, erano contenti di lavorare con me perché dicevano che ero uno che faceva gruppo oltre al sapermi rapportare con tutti. Ma non so se questo è il senso del tuo post. Ma posso dire che quella del sentirsi migliore è un'ansia per me sconosciuta.

    Un salutone amico Gus e alla prossima

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  26. Lo so. Sei una persona gentile che parla volentieri di sé stesso.
    Salutone

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  27. Io non ho l'ansia di sentirmi migliore, mi viene l'ansia quando mi trovo a dover affrontare qualcosa che non capisco. Meno male che sono ottimista di carattere altrimenti... ❤️👋🦋

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  28. Quando esci di casa controlli più volte di aver chiuso finestre, rubinetti o gas?
    Almeno tre volte!
    Solo una volta
    No

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  29. sono un narcisista a cui interessa la bellezza, anche se inferiore :)
    lieto giorno

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