Pagine

sabato, luglio 29, 2023

Le apparenze sociali

 






Un velo che maschera la sostanza del reale o addirittura una patologia della modernità, l’alienazione implicita nella società dello spettacolo in cui la manipolazione e la menzogna oscurano la realtà autentica dei soggetti. Ecco il nodo da cui prende le mosse l’indagine di Barbara Carnevali, storica della filosofia, in un saggio pubblicato da Il Mulino, intitolato *Le apparenze sociali*.   
Un progetto di filosofia dell’apparire sociale a partire proprio dall’analisi delle vanità, di quel mondo effimero in cui rientrano le mode, la fama, il successo, il prestigio, le buone maniere, lo snobismo, i pettegolezzi, e che non è una forma minore di realtà ma l’assetto sensibile della società dove si giocano come uno spettacolo le immagini che le persone hanno reciprocamente di sé stesse.
La finzione, l'ipocrisia. Mai capito perché le persone fingano a tal punto. Come fossero dei diabetici che per consolarsi si sparassero mezzo chilo di caramelle scadenti. Mi preoccupa molto molto di più l'impreparazione delle persone.
A forza di portare una maschera ben accettata da una parte della 'categoria' non si rendono conto che il presente e il futuro hanno bisogno dello studio e della gavetta.
Fingono di sapere e salgono i gradini: è un controsenso ma si alimentano ugualmente in questo modo.
E mi preoccupano ancora di più chi non li riconoscono. Il tassello dell'apparenza, quello più problematico che deriva dalla paura della non accettazione da parte di una società che tende e propende verso la manifestazione degli eccessi, ma sono tanti quelli che non ritengono un ostacolo assorbire i modelli vigenti, che esaltano l'apparenza e si trovano benissimo nel mostrarsi, il che andrebbe anche bene se non ci fosse il totale rifiuto e la messa al banco di chi non ha la predisposizione a farlo e se ci fosse una maggiore apertura mentale. Alla voce apparenza nel libretto delle istruzioni dovrebbe essere riservata una sezione dedicata, all'accettazione, alla libertà e al rispetto del modo di essere di ciascuno e forse le paure avrebbero meno presa su chi si sente diverso e si piega all'omologazione perché è fragile e vive il peso de giudizio. Il fatto che l'uomo percepisce che l'apparenza conta più della sostanza porta a una caduta della cultura, dei valori e dell'etica. La conseguenza è la fine del desiderio in senso esistenziale.
Per te donna con gli attributi ben fatti ti chiedono di allungarti sopra un'automobile, oppure di fare l'ombrellina.
Questa è la maschera e il ruolo che la società (il Potere) ti dà, e se la togli appare un volto terrificante.

lunedì, luglio 24, 2023

Dare un valore alla sofferenza

 


La pace accompagnata dalla serenità arriva sempre da una fonte inesauribile. Un'acqua viva che sgorga limpida e purificatrice. Non conosco modalità diverse, non vedo alternative valide, facili surrogati, qualcosa che entra in te e rimane scacciando la solitudine. E poi la memoria è viva grazie agli sprazzi ripetuti di sofferenza. Solo così la morte si trasforma in una luce immensa. Amare significa aver piacere della presenza di un'altra persona. Una persona a cui raccontare le tue sensazioni, emozioni, commentare un passo del vangelo. Sono tutte cose che non puoi fare con altri, nemmeno i figli perché il rapporto non è paritario come quello marito-moglie. Tu sei il padre e non puoi esternare una tua tristezza e procurare un dolore. Io li accolgo sempre con il sorriso e le mie angosce non trovano uno sbocco relazionale. Il dolore è la mancanza di comunicazione, una parte del tuo essere vivo che è morta.
"Sia fatta la tua volontà" è il passo più importante per la vita di un cristiano. Significa che quello che mi accade è sempre per il mio bene perché io ho donato la mia vita al Signore. È questo che mi fa stare bene anche se solo attraverso il dolore posso rendere viva mia moglie. In questi momenti di sofferenza sento che mi sta accanto. È una realtà particolare, anche difficile da raccontare, perché solo chi la vive in prima persona può comprenderla. Spesso "da noi", (noi esseri umani), ci si aspetta sempre la cosa giusta. Devi fare questo, devi essere così, devi fare in quest'altro modo. La verità è che non dobbiamo niente a nessuno, se non a noi stessi e al rispetto di chi incarniamo veramente. A volte mi chiedo cosa sarebbe stato giusto dire in certe occasioni. Bisogna sempre dire la cosa giusta o farla, ma non è così! Nessuno è perfetto. Allora accettiamo di essere mortali con i nostri difetti perché in realtà nell'amore incondizionato succede qualcosa di straordinario. Chi ci ama non fa domande, chi ci ama condivide, capendo cosa stiamo pensando
La gente parla del dolore con una tale superficialità da fare impallidire, come se il dolore fosse come un segno con la matita che puoi cancellare con la gomma del tempo, 
ma non è così.

lunedì, luglio 17, 2023

La poligamia è bella

 


L'uomo è un animale e quindi come istinto dovrebbe preferire la poligamia. Infatti, molti lo fanno senza rimorso alcuno. A me sembra qualcosa di schifoso. Il mentire al coniuge, accarezzare con quelle mani che nemmeno due ore fa sostavano in altri posti. Molte donne danno per scontato che l'uomo si prenda queste libertà e fanno finta di non sapere. Non è giusto.
La tendenza dell'affettività è verso la poligamia e solo la ragione cerca di ricondurla alla monogamia. Il richiamo dei sensi è determinante, non ficcarsi in situazioni a rischio è decisivo.
Insomma, l'amore diventerà un contratto a termine e per definire solo obblighi, doveri e diritti della coppia che si sfascia: praticamente il superamento del matrimonio.
Fare figli diventa un atto irresponsabile e poi creano intralci al lavoro.
Secondo Bauman, se l’uomo senza qualità è il perfetto ritratto dell’uomo moderno (leggere Musil), l’uomo senza legami è l’individuo plasmato dalla «modernità liquida», termine con cui l’autore indica quel periodo che dagli anni ’60 in poi è stato indicato da altri studiosi come postmodernità, tarda modernità, capitalismo maturo, modernità riflessiva.
Per natura io credo che siamo fatti tutti per essere poligami. Ma c'è la ragione, c'è il decidere di mettere un freno a determinati istinti. La possibilità di non cedere esiste, tuttavia credo che dietro un atto egoista esista sempre una motivazione. A volte futile, stupida, una giustificazione abietta. A volte motivata da qualcos'altro di cui forse non si ha neppure piena coscienza.
Insomma, il discorso sarebbe lungo e forse neanche così semplice da trattare.
Da quello che vedo e sento in giro in ambito di tradimenti c'è ormai assoluta parità di genere.
Tanti uomini tradiscono ma anche tante donne, eccome, con una differenza dovuta proprio al genere: la donna è molto più scaltra dell'uomo, nel tradire.
Indubbiamente chi riesce a tradire il proprio compagno/a marito/moglie è perché di fatto non ama a sufficienza colui o colei con cui ha scelto di vivere o non sa nemmeno cosa significhi amare; tuttavia, ci sono culture che ammettono e accettano la poligamia. In questo caso tutto può anche andar bene finché non arrivano figli, è allora che cominciano le vere rivalità, difficoltà, complicanze.
La vita di coppia è molto impegnativa e chi non ha voglia di affrontare questo impegno farebbe meglio a rimanere solo o sola o a formare una coppia a tempo determinato. Oggigiorno, sempre di più, pochi hanno voglia di impegnarsi.

giovedì, luglio 13, 2023

Aristotele, il fine ultimo

 




La scienza indaga "come" l'embrione determini il successivo effetto, mettiamo il feto. Non indaga per quale fine lo determini, ovvero del perché lo determini. In altre parole, la scienza si occupa della vita, del suo sviluppo, e non di quale sia il fine della vita: la scienza si occupa di determinismo, non di finalismo. La morte della conoscenza è pensare che sia già stato tutto compreso, e già elaborate tutte le regole per giungere alla comprensione delle cose. Ciò che sappiamo, o crediamo di sapere, non è che una piccola parte della realtà, e la metodologia che ci siamo dati è un'inquadratura "di comodo" per poterci dare un certo ordine. Francamente è più preciso dimostrare qualcosa con linguaggio logico della matematica che letterario. Dimostrare l'esistenza ma non comprenderla. Lui comprende Noi ma noi siamo troppo piccoli non in volume, peso o altro. Noi siamo piccoli in Sapienza. A me interessa l'uomo. La conoscenza scientifica di Galileo riguarda principalmente qualcosa che accadeva. La Terra ruotava attorno al Sole. La scoperta di Galileo ha dato la felicità all'uomo? Oggi ho letto che in Italia circa 10mila ragazze tra i 14 e i 19 anni hanno avuto un figlio. La scienza si pre-occupa di queste madri-bambine? La conoscenza riguarda il reale, cioè il fine ultimo delle cose. Puoi osservare un campo di grano, una vigna, un uliveto e si capisce che il significato ultimo di queste cose è permettere all'uomo di nutrirsi. Tutta la natura ha questo significato. Perché? È una casualità, oppure il mondo è al servizio dell'uomo. Il nesso è tra la natura e l'uomo. Cosa rende possibile di andare oltre quello che ci appare? Ciò che non è ancora stato toccato o accertato direttamente nei sensi vitali è nell'esistere nel suo essere più proprio, nella sua essenza. Questo è già un inizio molto profondo di ciò che continua a variare troppo nella scienza e anche metafisica".


sabato, luglio 08, 2023

Il desiderio dell'inclusione nella normalità

 


L'incubo (The Nightmare) è un dipinto a olio su tela (1,02 m x 1,27 m) di Johann Heinrich Füssli, realizzato nel 1781 e conservato al Detroit Institute of Arts, negli Stati Uniti d'America.
Il significato del dipinto è da far risalire ad una leggenda della mitologia scandinava. Il “mare” era un piccolo demone che durante il sonno poteva sedersi sul petto dei dormienti causando ansia e incubi notturni. Questo tema è raffigurato in L’Incubo di Johann Heinrich Füssli ed è precursore del Romanticismo europeo.
Secondo Moravia crediamo di realizzare i nostri desideri, ma in realtà siamo sempre all’interno di un percorso obbligato che il sistema sociale impone, e questo ci angoscia e ci rende rancorosi. Inoltre, la nostra ispirazione è un'esagerata voglia di inclusione nella normalità. Negli ultimi anni è stata decodificata una nuova ansia sociale denominata FOMO, fear of missing out, la paura di restare fuori, di non essere inclusi nella socialità.
Il conformismo è viscido perché quando si cerca di combatterlo, nasce un altro tipo di conformismo.
Per esempio, gli Hippy, composto per la maggior parte da adolescenti e giovani adulti bianchi, di età compresa tra i 15 e i 25 anni, che avevano ereditato una tradizione di dissenso dai primi bohémien e dai beatniks, criticavano la guerra nel Vietnam, contrari al nucleare, fautori della libertà sessuale, accolti al meglio dai Beatles nella famosissima canzone All You Need Is Love, con il passare del tempo finirono per diventare, anch'essi, beceri conformisti.
Croce diceva: non possiamo non definirci cristiani. Tutta la nostra cultura si basa sugli insegnamenti del Vangelo, paradossalmente ho conosciuto atei con un senso della morale più alto dei credenti. Il fatto è che i veri credenti sono pochi, molti credono per tradizione, perché imposto loro dall’educazione e spesso sono ignoranti. Credono per modo di dire.
Inconsciamente le nostre radici sono cristiane. Una religione che auspica l'abbandono dell'attaccamento alle cose della terra e la speranza verso il cielo.
Con la società nichilista è cosa difficile e allora l'uomo diventa un miscuglio di credente-ateo. Come ho scritto si tratta della religione tascabile.
L'ateo deve costruirsi una coscienza, come il samaritano, e riesce a farlo bene e così si creano due schieramenti, uno pieno di falsi credenti e un altro di atei che sono più vicini a Dio.
Il giudizio sulla realtà senza preconcetti richiede un «distacco da sé», un lavoro faticoso che, nella tradizione religiosa, si chiama ascesi, e che può essere realizzato solo dalla persuasione dell'«amore a noi stessi come destino, come affezione al nostro destino. È questa commozione ultima, è questa emozione suprema che persuade la virtù intera».
Se uno non è molto vicino al *distacco* non potrà essere mai un credente.
Laico, agnostico e altri termini sono tutte definizioni dell'ateismo.
Non c'è niente di male. Ognuno sceglie la strada che vuole.
In teologia l'errore viene chiamato peccato.
Leggi qualsiasi comandamento e si vede subito l'errore.
*Non desiderare la donna d'altri* perché si sfascia un'altra famiglia.
Se la nostra vita è piena di errori abbiamo detto no a Cristo. A questo punto non so cosa succede, ma io sto bene dicendo sempre sì.
Non so cosa sia la morale universale e nemmeno mi risulta una scrittura nel DNA
.

martedì, luglio 04, 2023

La morte della creatività

 





La creatività ha diversi benefici. Stimola il pensiero critico, ci permette di apprendere con maggiore facilità, di risolvere problemi e di cogliere opportunità. Migliora la qualità del lavoro e aumenta la produttività, ma contribuisce anche a farti sentire più sicuro di te e più competente. Apre mente e cuore e ci permette di sfruttare risorse che neppure sapevamo di avere. Migliora l’autostima e aiuta la comunicazione