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lunedì, marzo 06, 2023

Obbedienza del figlio verso il padre

 




L'obbediente ammira le cose della terra per il loro aspetto interiore e sublime.
De Lubac, in Paradossi e nuovi paradossi, osserva che "il conformista", quell'uomo che aderisce alla mentalità comune, prende perfino le cose dello spirito per il loro aspetto formale, esteriore.
Per questo occorre coltivare una dote umana che è immediatamente propria del bambino e diventa grande quando è propria dell'adulto: lo stupore.
Giovanni e Andrea si mettono a seguire Gesù. Gesù si volta e dice: "Che cosa cercate?". "Maestro, dove abiti?". "Venite a vedere". Ed essi andarono e rimasero quel giorno con Lui.
Immaginiamo quei due che vanno dietro, tutti intimiditi, a quel giovane uomo che li precede.
Chissà con quale stupore lo guardavano e lo ascoltavano.
Dallo stupore nasce una domanda: "Chi è Costui?", e a questa domanda segue una risposta, un sì o un no.
Lo stupore è un presentimento di qualche cosa di sovrumano, mai immaginato, inimmaginabile.
È una sequela. Un incontro, una Presenza eccezionale, la domanda, la risposta e l'assunzione di responsabilità di fronte al fatto.
Stupore e obbedienza rappresentano la chiave di tutto. In merito all'obbedienza sono pochi coloro che ne riconoscono il significato profondo e per assurdo liberatorio, forse perché non ne hanno mai sperimentato la 'potenza'.
Gesù aveva autorità perché obbediva al Padre.
C'è un bellissimo libretto di Padre Raniero Cantalamessa che titola proprio 'L'obbedienza' e ne spiega benissimo il valore, ormai quasi perduto.



45 commenti:

  1. È una storia presa dai Vangeli.
    Io credo che sia accaduta, ma potrebbe essere qualcosa detta da un uomo che si credeva il figlio di dio, ma era solo una sua fantasia.
    Mi chiederete: "Allora perché l'hai scritta?" Rispondo.
    L'ho scritta per la bellezza dell'evento.
    È una sequela: *Un incontro con una persona di grande fascino che ti porta a formulare una domanda che ha una risposta carica di stupore.*

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    1. La bellezza non ha matrice certificata. È bellezza e basta.

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    2. Diverse situazioni hanno come matrice comune proprio la Bellezza, che è realtà e non utopia.

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    3. “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore (Peppino Impastato)“.
      Peppe fu ucciso dallo zio Tano Badalamenti perché non era mafioso, anzi combatteva la mafia.

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  2. L'obbedienza è un valore se prestata a chi opera per il bene. In caso contrario rischia di essere acquiescenza. Poi non bisogna perdere la capacità di stupirsi perché chi non si meraviglia più di niente rischia di dar tutto per scontato.

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    1. Certo. Noi contiamo sull'onestà del padre verificata dal figlio.
      Senza stupore ogni cosa scade in una arida regola.

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  3. Un post molto bello e carico di significati, grazie Gus. Buona serata.
    sinforosa

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  4. Dal Vangelo secondo Giovanni 1,35-42

    Testo del Vangelo
    In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì - che, tradotto, significa maestro - dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» - che si traduce Cristo - e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» - che significa Pietro.

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  5. Cantalamessa:

    Ma perché è così importante obbedire a Dio? Perché Dio ci tiene tanto a essere obbedito? Non certo per il gusto di comandare e di avere dei sudditi! È importante perché obbedendo noi facciamo la volontà di Dio, vogliamo le stesse cose che vuole Dio e così realizziamo la nostra vocazione originaria che è di essere “a sua immagine e somiglianza”. Siamo nella verità, nella luce e di conseguenza nella pace, come il corpo che ha raggiunto il suo punto di quiete. Dante Alighieri ha racchiuso tutto ciò in un verso considerato da molti il più bello di tutta la Divina Commedia: “e ’n la sua volontate è nostra pace” .

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    1. L'obbedienza è parola che riempie il cuore della modalità nuova di una speranza vera: la speranza come certezza che l'uomo ha in cammino; un cammino che è dettato dalla certezza della fede e che si documenta, ravvivandosi continuamente con quel che fa, con la carità.

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  6. Molto bello questo post!Mi hai abbandonato?

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    1. Per me il blog funziona così. Si sceglie un argomento e si aspettano i commenti. Scrivi troppo e non ce la faccio a seguirti.

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  7. Io non posso sostituirmi a Dio, ma posso parlare come Gus.
    La bellezza esteriore proviene da tuo padre e tua madre: i loro corpi hanno creato il tuo.
    La bellezza interiore è qualcosa dentro di te e ti appartiene. Si chiama radiosità e la sua luce irradiata dalla sorgente interiore colpisce ogni persona che contatti.

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    1. Valeria, io scrivo quello che sento.
      Apprezzo la bellezza esteriore, ma so che il tempo la ridimensiona.
      La Bellezza interiore resta per sempre.

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    2. La teoria estetica di James Joyce
      Joyce si appassiona di filosofia, costruisce una teoria dell’arte che lo fa "rinsavire" se così possiamo dire. La sua è una metanarrazione che va oltre i fatti, per approdare a una visione del mondo. Non il dogma, non la teologia scalderanno la sua vita, ma la visione estetica che dà senso e calore. Paradossalmente, la sua teoria del bello è ricavata da Tommaso d’Aquino, quindi da un padre della Chiesa, un cattolico d.o.c. Dall’aquinate egli riprende il concetto di quidditas, la cosa in sé, la peculiarità imprescindibile, inamovibile ed eterna specifica di ogni ente. In termini estetici e letterari possiamo chiamarla "lo specifico artistico".
      Joyce lo ribattezza "radiosità". La parola parla da sé. La bellezza è luce. La "radiosità" è una porta spalancata sull’oltre, sebbene sia assolutamente fisica, qui, immanente.

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  8. Concordo: lo stupore può aprire le porte a qualcosa di speciale, ma intendo qualcosa di veramente nuovo. E quella novità abbatte gli schemi, soprattutto quelli mentali, perché ci propone un cambiamento in meglio, o almeno spesso ho pensato a questa situazione.

    Diciamo che in molti casi gli esseri umani sono abitudinari, o almeno tendo a ripetere ciò che già conoscono per tanti motivi. Lo stupore ci può cambiare la vita.
    Un salutone e alla prossima Amico Gus

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  9. Lo stupore annienta le regole e va nel cuore di chi comprende.
    Gesù di sabato guarisce un malato. I farisei affermano che ha peccato lavorando nel giorno del riposo.
    Altre persone assistono alla guarigione e sono presi dallo stupore e si domandano: "Ma chi è Costui?".
    Come vedi lo stesso fatto ha reazioni diverse di chi non comprende il miracolo e di chi viene scosso da qualcosa di impensabile.
    Un salutone amico mio.

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  10. “Se obbedirete alla mia Parola sarete davvero miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (cfr Gv 8, 31-32).Forse verrà un giorno in cui dovremo decidere a chi vogliamo badare, se a noi stessi (convinti che sottomettersi a qualcuno significhi perdere la nostra libertà) o a Gesù (che nel Vangelo afferma che sottomettendoci a lui la libertà invece la guadagniamo). Sembra difficile rimanere a metà strada e non fare una scelta.
    E la scelta la facciamo. È camminare su quella strada è non tradire il nostro cuore che è difficile!

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    1. L’imbattersi in una presenza di umanità diversa viene prima non solo all’inizio, ma in ogni momento che segue l’inizio: un anno o vent’anni dopo. Il fenomeno iniziale – l’impatto con una diversità umana, lo stupore che ne nasce – è destinato a essere il fenomeno iniziale e originale di ogni momento dello sviluppo. Perché non vi è alcuno sviluppo se quell’impatto iniziale non si ripete, se l’avvenimento non resta cioè contemporaneo.

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  11. Ho letto il tuo post ed i commenti, e quella che si definisce obbedienza sembra più lealtà unita al rispetto verso gli altri e nel caso della fede, verso Dio, verso Gesù, seguendo il proprio cuore., Un "obbedire" inteso come rispettare e seguire liberamente e per scelta quei dettami che una fede, quella cattolica nella fattispecie, ci insegna e ammonisce di seguire. Non credo sia cieca obbedienza, lo stesso Gesù portò tre suoi Apostoli sul monte più alto della zona (mi pare Pietro, forse Giovanni, e forse Giacomo, spero di non ricordare male) affinché non si sentissero superiori agli altri ma potessero vedere dall'alto anche i loro difetti e nel caso di Giovanni, all'inizio, almeno anche di alcuni suoi pregiudizi. Lì Dio si rivelò loro. E tutto per loro cambiò Non la ricordavo ma mi è capitato di ascoltarla di recente e sentirla spiegata in questo modo. Quindi non li indottrina ma li persuade, non li vince ma li convince, non li domina ma permette loro di comprendere e capire.Se ho detto una sciocchezza correggimi alludo al senso di quel passo della Bibbia

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    1. *Non la ricordavo ma mi è capitato di ascoltarla di recente e sentirla spiegata in questo modo. Quindi non li indottrina ma li persuade, non li vince ma li convince, non li domina ma permette loro di comprendere e capire*

      Straordinario. È il cuore del cristianesimo.
      Quello che non fa la Chiesa che cerca di imporre, impaurire usando le fiamme dell'inferno, il cui significato è la tristezza di aver rifiutato Dio e non poterlo abbracciare.

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  12. Era insabbiato nella melma dello spam.

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  13. Interessantissimo quello che scrivi. Da peccatore dico che è realmente difficile fare questo tipo di obbedienza descritta molto bene da te. Io personalmente già faccio molta fatica ad obbedire ai 10 Comandamenti.

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    1. Bene i Comandamenti + ama il tuo prossimo come te stesso

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    2. Gus
      Quel tuo + è la mia regola di vita.

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    3. Da come ti proponi è molto visibile.

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  14. Credo sia finito anche il mio in Spam

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  15. Ho recuperato e risposto.

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  16. Mooie foto Gus. Fijne dag.

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    1. Grazie. O vengo a vedere le tue splendide foto.

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  17. È molto difficile praticare l'obbedienza pura perché va in contrasto con "il libero arbitrio" ...
    Non trovi?

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    1. Nessuno è obbligato a dare un sì a Dio. Puoi essere ateo.
      Se dai il sì l'assunzione di responsabilità è indispensabile.
      Quando deroghi commetti un peccato che ti sarà perdonato se quel sì è stato abbandonato per debolezza.
      Nel momento che rifiuti concettualmente un modo di vivere, il sì diventa un no, la religione diventa tascabile, nel senso che l'adatti alle tue esigenze personali.

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  18. Mi sa che anche il mio commento è finito in spam

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  19. Spesso si è obbedienti per essere amati da chi te lo deve e lo stupore nasce nel momento in cui noti che non serve a niente.

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    1. Dall'obbedienza sbagliata verso chi non ti vuole si percepisce lo stupore negativo. Quello dell'inganno.

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  20. la mia autorità (potere o forza debole) è invece tutta basata sulla disobbedienza :)
    ciao

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  21. Praticamente il non uccidere, obbedienza cattolica, tu lo trasformi in uccidere.

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    1. sì, non ho pietà :)
      pane al pane e vino al vino.
      ciao

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    2. Qualsiasi realtà va capita solo dopo averla vissuta.
      Ciao.

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    3. l'esperienza è fondamentale.
      ciao

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    4. Forse non è l'esperienza, ma si tratta di scelte teoriche che all'atto pratico sono fallite.
      ciao.

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