La scuola è una delle agenzie educative, la più importante dopo la famiglia, purtroppo le famiglie sono in continua evoluzione.
Ormai i genitori lavorano entrambi e generalmente il lavoro li tiene lontani dalla famiglia dal mattino alla sera, i bambini iniziano a frequentare l'asilo nido dall'età di tre mesi per più di otto ore al giorno.
Ora, cosa si può pretendere da una mamma e un papà che vedono i loro bimbi solo per la cena, il bagnetto serate, il sonno e il fine settimana?
Il più delle volte questi bimbi ricattano i loro genitori con capricci che sfiancano e così i genitori li accontentano in tutto e per tutto, se poi si considera che l'età della genitorialità si è alzata tantissimo e il bambino, avuto intorno ai quarant'anni, è più percepito come un bene personale da salvaguardare che un essere umano da far crescere, dimmi tu.
E qui parliamo di famiglie "normali", se a queste aggiungiamo la marea di famiglie dove i genitori sono separati, divorziati, dove ci sono "nuovi" papà e "nuove" mamme, nuovi fratelli "del compagno o compagna" del genitore, famiglie di stranieri in cui il papà lavora a singhiozzo e la povertà bussa continuamente alla porta, famiglie di ex-carcerati, famiglie seguite dai servizi sociali... puoi ben capire che la scuola, che ha certamente le sue responsabilità e non deve assolutamente delegare altri, in realtà può fare ben poco.
Ormai i genitori lavorano entrambi e generalmente il lavoro li tiene lontani dalla famiglia dal mattino alla sera, i bambini iniziano a frequentare l'asilo nido dall'età di tre mesi per più di otto ore al giorno.
Ora, cosa si può pretendere da una mamma e un papà che vedono i loro bimbi solo per la cena, il bagnetto serate, il sonno e il fine settimana?
Il più delle volte questi bimbi ricattano i loro genitori con capricci che sfiancano e così i genitori li accontentano in tutto e per tutto, se poi si considera che l'età della genitorialità si è alzata tantissimo e il bambino, avuto intorno ai quarant'anni, è più percepito come un bene personale da salvaguardare che un essere umano da far crescere, dimmi tu.
E qui parliamo di famiglie "normali", se a queste aggiungiamo la marea di famiglie dove i genitori sono separati, divorziati, dove ci sono "nuovi" papà e "nuove" mamme, nuovi fratelli "del compagno o compagna" del genitore, famiglie di stranieri in cui il papà lavora a singhiozzo e la povertà bussa continuamente alla porta, famiglie di ex-carcerati, famiglie seguite dai servizi sociali... puoi ben capire che la scuola, che ha certamente le sue responsabilità e non deve assolutamente delegare altri, in realtà può fare ben poco.
Si diventa insegnanti come sbocco occupazionale e non per una vocazione. Manca una struttura di supporto per l'aggiornamento. Insomma, i ragazzi si annoiano.
RispondiElimina
RispondiEliminaSi diventa insegnanti......ma tanti sono ancora alunni...i docenti di oggi sono i figli della "Nutella" non hanno rotto il cordone ombelicale.
RispondiEliminaI ragazzi non si sentono valorizzati, prima vanno malvolentieri alla scuola, poi cominciano le assenze e gli incontri con brutte compagnie.
Immagine:
RispondiEliminaPossible ricerca correlata: rientro a scuola dopo coronavirus
Valeria, a scuola vanno anche ragazzi eccezionali come i tuoi figli. Quello che hai scritto è più aderente alla realtà del mio post. Dopo aver generalizzato dovevo scrivere che ci sono professori con vocazione e studenti bravissimi.
RispondiEliminaComplimenti per i tuoi ragazzi.
Ciao Valeria.
Hai perfettamente ragione Gus!Da quando sono in pensione la scuola e le famiglie sono cambiate moltissimo,comunque determinante per un ragazzo è la famiglia!OLga
RispondiEliminaLa famiglia è importante, ma non basta.
EliminaCiao OLga.
Bom dia Gus. Aqui no Brasil talvez as aulas só volta ao normal em setembro. As aulas virtuais não são iguais as presenciais.
RispondiEliminaCara, não estou falando do problema do Covid 19, mas do mau funcionamento da escola em geral.
EliminaOlá.
Il problema spesso è l'ossessione di "finire il programma". Non importa come, ma bisogna finirlo.
RispondiEliminaLa burocrazia è l'unico modo di affrontare un problema, specialmente quando scarseggiano le idee.
EliminaCiao Guido.
Parliamo, io e tu con LUI! Ti leggo Gus, con tanta gioia!
RispondiEliminaGrazie Francesco.
RispondiEliminaTi ringrazio per la tua attenzione.
La Scuola non può formare veri uomini perché chi gestisce il popolo non vuole uomini pensanti che decidano avendo uno spettro completo delle opzioni per prendere la decisione e non vuole persone capaci di criticare e non accettare le scelte del Potere. L'esempio della sveglia è perfetto per spiegare come si fa scuola oggi: nozioni, date, ma nessuna analisi socio-politica del momento, nessuna analisi delle ragioni reali di una guerra. Ci sono i docenti che sono diversi e piacevoli eccezioni, ma sono pochi.
RispondiEliminaNon si fanno più elezioni politiche, il capo del Governo non ha una connotazione politica chiara. Salta tra destra e centro, che si fa chiamare sinistra ma non lo è. L'attuale Governo non ha una maggioranza e baratta qualche voto dall'opposizione, offrendo poltrone.
EliminaA questo punto la tua intuizione che sia il Potere a gestire il popolo è molto di più di un sospetto.
Una volta si diceva, prima la famiglia, poi la scuola ed infine famiglia e scuola a braccetto.
RispondiEliminaIo so chi è venuta a mancare e credo anche tu, altrimenti non avresti scritto il post.
Ciao
Quello che resta della famiglia è anche deleterio perché incolpano i professori per le carenze dei figli.
EliminaCiao Farfalla.
Vero quello che tu dici ma la scuola oggi non esiste più come supporto all'educazione dei fanciulli. Io fossi una ministra dell'istruzione obbligherei gli insegnanti a studiare un Pestalozzi, un Piaget, un Dewei e se vuoi anche una Montessori. Li interrogherei, e andrei senza preavviso in qualche classe a vedere se mettono in pratica i loro studi. Chi non è all'altezza, fuori dalla scuola.
EliminaIl covid ha messo in risalto molte incapacità di gestione scolastica anche a livello insegnanti. Ciao buon fine settimana.
Esame anche per la ministra!
EliminaGrazie.
Ciao.
Mancano maestri capaci di suscitare passione ed entusiasmo e spesso viene il dubbio che ciò dipenda da scarso trasporto proprio da parte di chi dovrebbe essere una guida per i giovani.
RispondiEliminaOgnuno di noi dà quello che ha dentro. I docenti non hanno passione e per questo non possono darla ai discenti.
RispondiEliminaCiao.