La solitudine, quando è troppa, mi fa soffrire anche perché so che sono io ad averla cercata e creata. Quindi forse ciò che mi fa soffrire è il senso colpa, la consapevolezza che la responsabilità è mia se mi sono cacciato in un pasticcio.
Hai ragione a dire che dovremmo essere noi a uscire dal nostro egoismo e ad andare verso gli altri, donandoci. D'altronde è questa l'unica strada per la felicità, anche se sembra che ci stiamo rimettendo qualcosa.
È un po' strano pensare che Pavese ci vedeva così chiaro e poi si è suicidato.
È un po' strano pensare che Pavese ci vedeva così chiaro e poi si è suicidato.
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RispondiEliminaDa giovane ho provato qualche volta la sensazione dell'essere isolato, ma era appunto una sensazione circoscritta a dati momenti; fermo restando la valenza della famiglia come porto sicuro. Comunque non è facile donarsi agli altri. Spesso gli altri non vogliono ricevere.
RispondiEliminaBisogna partire sempre da noi per comprende cosa sta accadendo. A volte si sbaglia anche per troppo amore che ti blocca e non viene compreso dall'altro.
RispondiEliminaDa bambino, a volte, mi sentivo solo tra i grandi.
RispondiEliminaDopo ho capito che si tratta di un cattivo pensiero da scacciare.
Questo post è scritto pensando a lei.
RispondiEliminaVerrà a commentare?
Concordo. Il problema è che le persone sane e equilibrate non esistono.
RispondiEliminaNon a caso il solitario risolve (e male) il problema della solitudine come ultima spiaggia, mentre altri sono fin troppo esigenti.
EliminaIn pochi però si presentano disponibili con tutti (o quasi) soprattutto quando le energie vitali non lo permettono...Soprattutto particolare quando l'interlocutore non è "sano" e ti travolge.
La definirei solitudine di rimbalzo.
Io condivido la solitudine nel mio stato d’animo, oggi più che mai è inconsolabile, disperatamente incolmabile. Ma chi sa davvero condividere in un rapporto leale e di sincerità la propria solitudine? Per non condividerla pienamente, occorrerebbe una grande capacità d’amare incondizionata e non solo.
E' evidente che l'amor proprio, l'amore di coppia e pure l'amicizia si escludono l'uno con l'altro. Troppo spesso ci consoliamo riversando questa mancanza nei propri “affetti amorosi” a tempo determinato.
Eccola qui. Ma non vai in spiaggia? Cribbio, ma sai che il solo virtuale è la distraziata solitudine dei folli? Chiudi quel p.c. CHIUDILO.
EliminaGus O.12 luglio 2019 12:42
EliminaConcordo. Il problema è che le persone sane e equilibrate non esistono.
Il problema gus é non saperle gestire elemodinando continuamente. Sai, c'è chi si diverte con poco. Rosicando però. Qui manca la pulizia mentale.
Anonimo, gli affetti amorosi a tempo determinato creano la solitudine come ogni cosa che resta incompiuta.
EliminaAnonimo eccola qui, ero al mare e il quasi temporale mi ha costretto a tornare. Sul cofano della mia automobile la grandine formato mandarino ha causato 10 bozzi.
EliminaChiara, salute, equilibrio e pulizia mentale rappresentano una trilogia esaltante e rarissima.
EliminaCondivido questa frase che racconta molto in poche righe e perfettaente in tema con la tua immagine.
Elimina" Non a caso il solitario risolve (e MOLTO male) il problema della solitudine come ultima spiaggia, mentre altri sono fin troppo esigenti". Queste parole oltretutto vivono la solitudine con diverse interpretazioni.
La solitudine non la causa, ma l'effetto.
EliminaL'effetto: tutto ciò che deriva da una determinata causa, il risultato di un'azione, oppure la conseguenza di un determinato fatto di una situazione definita.
EliminaA me danno fastidio le persone che parlano troppo, alzano la voce e danno consigli. Questo mi invoglia a stare solo.
EliminaAbbiano dimenticato la solitudine virtuale anche se...forse, è altrettanto vero che non siamo mai soli. Qualcuno ci rincorre sempre, nascosti, piu' o meno, dal quel p.c ben blindato (io li uso raramente da tanto tempo) si presta anvora poca o molta attenzione alle icone del proprio blog. Si teme l'intrusione nella propria vita di questo strano strumento e cerchi di telerlo a debita distanta. Io che non ero affatto una narcisista, lo sona diventata...non sono una brava blogger eppure non tollero la mancanza di sincerità, l'ipocrisia: mi ripugna..
EliminaNiente filtri dunque, ci mancherebbe, e i parenti o amici non sono follewer. Per me le parole hanno un senso e le fotografie in peso. Eppure per far passare la solitudine malinconia di lei basterebbe un pochino di leggerezza, di rassegnazione, di leale condivisione. Non è l'essere sola che mi spaventa, per ora. Ma davvero ci sentiamo sufficientemente professionali per essere credibili? .. e quindi abbastanza semplici per diventare sinceramente noi stessi? Tante belle (o balle) frasi,si, pure gli stessi nick che li trovi ovunque e non ti danno spazio ...tutto dannatamente calcolato, sembrerebbe, che a volte non convincono, forse nemmeno nella vita reale...
La solitudine miete sempre più vittime e non solo fra i "grandi vecchi" ma anche fra i giovani e giovanissimi.
RispondiEliminaCome dici bene tu, dovremmo sforzarci di non autoescluderci dagli altri. E quando la solitudine si fa proprio forzata per cause non dipendenti da noi, perché prima o poi toccherà a tutti di rimanere soli, cercare di non ritirarci nel nostro spazio e coltivare, invece, interessi che possano permetterci di ottenere il massimo da una condizione che potrebbe rivelarsi davvero fruttuosa e bella. Buon pomeriggio Gus :)
sinforosa
Dentro di noi c'è una compagnia che non muore mai.
EliminaCiao Sinforosa.
Senza moderazione l'argomento viene ingabbiato per dare spazio alla follia.
RispondiElimina"...ma io non sono solo, perché il Padre è con me"(Gv 16,31)
RispondiEliminaSfogliando il diario
21 aprile 2009
Ripenso a Giovanni ieri, quando, dopo due settimane, è tornato a stare con me.
Si è messo nel lettone portandosi una lavagnetta su cui era scritto: "Io non sono solo".
Eravamo in due nel letto e questo mi ha spinto a chiedergli cosa lo aveva fatto decidere a scrivere così.
"Perché ci sei tu che mi vuoi bene".
Ma poi ha aggiunto "Io non sono solo quando sono vicino alla luce, quando sono vicino a Dio".
Aveva capito tutto.
RispondiEliminaAbbraccio Antonietta.
E' vero che le persone isolate debbano donare invece di aspettarsi di ricevere.
RispondiEliminaMa è altrettanto vero che noi tutti, oggi, dobbiamo imparare non solo a donare, ma anche a ricevere.
Oggi siamo tutti più soli, anche più chiusi, benché sempre connessi, benchè circondati da persone nella vita di tutti giorni, dal lavoro all'aperitivo.
Sospettiamo quindi di chi dona perché pensiamo a un suo tornaconto.
Non riceviamo più, quindi, l'amore che ci viene donato, perchè arriva da persone che non riteniamo "degne".
Ma nulla è perduto ovviamente.
Sono certo che arriveranno (o torneranno) tempi migliori.
Si può dare solo quello che hai ricevuto.
EliminaLui è Al Pacino, lei è Michelle Pfeiffer e tutto torna a posto: paura d'amare.
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