Si parla spesso di ingiustizie, ma il mondo seguita a camminare sempre verso una direzione sbagliata,
cioè privilegiare chi è già avvantaggiato.
Ognuno potrebbe, teoricamente, avere quel che merita se vivessimo in una società giusta, solidale, egualitaria, organizzata per riconoscere ed attribuire i meriti in base alla capacità o agli sforzi fatti.
Non mi pare che il ritratto di una società competitiva come la nostra assegni in base a meritocrazia, poiché i “meriti” premiati sono la concorrenza, il risultato ottenuto a qualsiasi prezzo e con qualsiasi mezzo. Chi parte già avvantaggiato per stato sociale conserva sempre questo privilegio iniziale. Questo è un approccio liberale e individualista. Quindi X, portatore di uno stato economico più favorevole rispetto a Y, manterrà sempre questa rendita di posizione non già secondo meriti ma in base agli accessi consentiti.
Una società giusta è invece quella che tende ad essere egualitaria, cioè una società nella quale si tende a ridistribuire, tra tutti coloro che fanno parte di una certa comunità, le risorse disponibili, realizzando (tendendo a realizzare) una sostanziale eguaglianza.
L'Italia è uno dei Paesi dove, dopo la crisi economica dell'ultimo decennio, la disuguaglianza sociale è più aumentata e dove la concentrazione di ricchezza verso l'alto è diventata più evidente. Lo scrive l'Ocse nel rapporto 'The Role and Design of net wealth taxes', spiegando quindi che uno dei modi per ridurre più velocemente i divari di ricchezza è l'imposizione della tassa patrimoniale.
L'Ocse esamina l'utilizzo della patrimoniale nei Paesi membri ed evidenzia tutti i pro e i contro della tassa. I risultati indicano che, in generale, la necessità di adottare "una tassa sulla ricchezza netta" è minima nei Paesi dove sono applicate su larga scala le tasse sui redditi e sui capitali personali, comprese le imposte sulle plusvalenze, e dove le tasse di successione sono ben disegnate. Al contrario, potrebbe funzionare ed essere utile dove la tassa di successione non esiste e dove le imposte sui redditi sono particolarmente basse.
cioè privilegiare chi è già avvantaggiato.
Ognuno potrebbe, teoricamente, avere quel che merita se vivessimo in una società giusta, solidale, egualitaria, organizzata per riconoscere ed attribuire i meriti in base alla capacità o agli sforzi fatti.
Non mi pare che il ritratto di una società competitiva come la nostra assegni in base a meritocrazia, poiché i “meriti” premiati sono la concorrenza, il risultato ottenuto a qualsiasi prezzo e con qualsiasi mezzo. Chi parte già avvantaggiato per stato sociale conserva sempre questo privilegio iniziale. Questo è un approccio liberale e individualista. Quindi X, portatore di uno stato economico più favorevole rispetto a Y, manterrà sempre questa rendita di posizione non già secondo meriti ma in base agli accessi consentiti.
Una società giusta è invece quella che tende ad essere egualitaria, cioè una società nella quale si tende a ridistribuire, tra tutti coloro che fanno parte di una certa comunità, le risorse disponibili, realizzando (tendendo a realizzare) una sostanziale eguaglianza.
L'Italia è uno dei Paesi dove, dopo la crisi economica dell'ultimo decennio, la disuguaglianza sociale è più aumentata e dove la concentrazione di ricchezza verso l'alto è diventata più evidente. Lo scrive l'Ocse nel rapporto 'The Role and Design of net wealth taxes', spiegando quindi che uno dei modi per ridurre più velocemente i divari di ricchezza è l'imposizione della tassa patrimoniale.
L'Ocse esamina l'utilizzo della patrimoniale nei Paesi membri ed evidenzia tutti i pro e i contro della tassa. I risultati indicano che, in generale, la necessità di adottare "una tassa sulla ricchezza netta" è minima nei Paesi dove sono applicate su larga scala le tasse sui redditi e sui capitali personali, comprese le imposte sulle plusvalenze, e dove le tasse di successione sono ben disegnate. Al contrario, potrebbe funzionare ed essere utile dove la tassa di successione non esiste e dove le imposte sui redditi sono particolarmente basse.
Possible ricerca correlata: bali beach rubbish
RispondiEliminaPer esempio, uno stralunato come Lapo Agnelli, senza quel cognome, al massimo sarebbe arrivato a fare l'arrotino.
RispondiEliminaQUI
RispondiEliminaMi piacerebbe un mondo con meno diseguaglianze sociali. O forse, addirittura, un mondo che ne fosse del tutto privo.
RispondiEliminaPensiero utopico, suppongo.
Seguitando a privilegiare l'economia capitalista il tuo desiderio è veramente utopia allo stato puro. Il capitalismo domina sfruttando la povertà.
EliminaMi ergo a difesa della categoria degli arrotini... che non è affatto un lavoro da deficienti come sembra vuoi evidenziare... ;)
EliminaE' anche per questo motivo che le persone non hanno una visione del futuro positiva
RispondiEliminaSe tutti a livello, singolarnente, faremmo un gesto gentile alla volta il mondo cambierebbe!!!
RispondiEliminaCome Tomaso?
EliminaUna carezza e un sorriso.
Lavoro per tutti vorrebbe dire meno diseguaglianza.....forse!
RispondiEliminaC'è uno slogan: lavorare di meno, lavorare tutti. Roberta il problema più grave è l'evasione fiscale. Il 90% delle imposte dirette che vanno all'erario provengono dai redditi dei lavoratori subordinati. Industriali e professionisti evadono le imposte alla grande. Moltissimi lavorano in nero, zero tasse.
EliminaForse le sanzioni esistenti non bastano a scoraggiare gli evasori...
Eliminabuon pomeriggio
Non controllano nemmeno le dichiarazioni dei redditi.
EliminaItalia prima in Europa per evasione fiscale.
Uno studio di The Tax Research LLP conferma il nostro (triste) primato da 190 miliardi di euro l'anno.
Con la riforma fiscale in programma, con unica o con due aliquote, la vedo male: è stato chiarito con grafici e studi che tale sistema accentua le disparità, perché più si è ricchi e più le tasse hanno un valore inferiore a una tazzina di caffè annullando il peso del tributo. Eppure continuano a parlare che abbassano le tasse, e coloro non conoscono le dinamiche ci credono e non si pongono il problema. Ciao
RispondiEliminaLa Flat Tax agevola il possessore di un reddito alto pagando un'imposta del 15 o 20% eliminando la progressione che arrivava al 42%
RispondiEliminaI redditi bassi che con le detrazioni non erano tenuti al pagamento delle imposte saranno soggetti a versare il 15% e dieci milioni di persone finanzieranno il bonus in favore dei ricchi. Secondo i fautori di questa imposta unica verrà favorito lo sviluppo di nuove iniziative economiche. E 'un imbroglio ipotizzato dal nostro governo. Infatti globalmente l'erario subirà una perdita di entrate fiscali. Per portare il bilancio dello stato in pareggio aumenterà l'aliquota IVA e saranno tagliate le spese per Scuola, Famiglia e Sanità. Praticamente una "mazzata" per chi è già povero.
Sarebbe invece molto importante ideare un nuovo principio di progressività, capace di addolcire la morsa fiscale su chi ha stipendi bassi, rendendo così queste persone capaci di poter acquistare maggiormente, dando così anche slancio a l’economia.
RispondiEliminaPer i redditi Alti, che sono in estrema minoranza rispetto al resto della popolazione, ma che detengono quasi 70% della ricchezza nazionale, la progressività costerà qualcosina di più, ma a beneficiarne saranno anche loro, grazie a un mercato con nuova linfa e uno stato con maggiori risorse.
È quindi nell’interesse di tutti i cittadini puntare su una tassazione che sia maggiormente progressiva e equa.
Invece con la Flax Tax semplicemente si ruba ai poveri per dare ai ricchi.
Dal web.
Buona serata
Sono completamente d'accordo.
EliminaIl problema è un altro. Ristabilire la fiducia tra stato e cittadino, nel senso che si possono abbassare le aliquote ma tutti devono pagare le imposte.
Utopia. Ci vorrebbero solo controlli più attenti.
RispondiEliminaNotte.
Controlli che non sarebbe neanche tanto difficile applicare... commercialisti e medici che girano con la Porsche intestata alla nonna e altri mille esempi...sai quanti ne conosco...perché non li prendono?! Te lo sei mai chiesto?
RispondiEliminaPerché non li denunci?
EliminaPerché è la legge che lo permette! Cosa dovremmo denunciare? Forse un industriale che dichiara di avere un reddito basso per non "mantenere" ex mogli e figli? Ma ai commercialisti non viene il sospetto per, almeno, segnalarli a chi di dovere?
RispondiEliminaBuona giornata
L' Agenzia delle entrate ha caricato una nuova arma per combattere l' evasione fiscale. Tecnicamente si chiama Super Anagrafe tributaria, volgarmente conosciuta come Risparmiometro, un fratello del più noto Redditometro ma con una potenza di fuoco maggiore, in grado di scovare chi dimentica di denunciare le entrate al fisco. Come ricorda Milano Finanza, non si tratta di una vera e propria novità. La sua istituzione è datata 2011, contenuta nel decreto Salva-Italia del governo Monti, ma dopo anni di scarso utilizzo, ora la Super anagrafe tributaria è tornata in auge, a seguito del via libera condizionato del garante della privacy delle scorse settimane.
EliminaDopo l' avvio nell' agosto scorso di una prima fase sperimentale dedicata alle società, il Risparmiometro verrà ora utilizzato anche per le persone fisiche. E ora anche dai militari della Guardia di finanza. In pratica il fisco ficcherà il naso direttamente nei nostri conti correnti, carte di credito, deposito titoli e saprà persino il numero degli accessi alle cassette di sicurezza. Il ragionamento è semplice. Guardando il saldo contabile delle posizioni bancarie e finanziarie dei contribuenti un anno con l' altro e le spese sostenute per il mantenimento della famiglia, la Finanza è in grado di rilevare se esistono redditi non dichiarati. In pratica il patrimonio detenuto dev' essere compatibile con le entrate e con le uscite.
Leggi anche: La circolare dell'Inps che fa godere i pensionati d'oro
I PALETTI
Gli ispettori in ogni caso non possono sparare nel mucchio sperando di cogliere in fallo il maggior numero di persone possibile. Il garante della privacy ha posto paletti molto rigidi per quanto riguarda i dati sensibili. Una prima e ampia scrematura verrà effettuata per evitare il problema della "pesca a strascico" e verranno prese precauzioni per fare in modo che il personale estraneo all' accertamento possa vedere e utilizzare i dati.
Il primo test che riguarda i privati prenderà in esame il patrimonio degli anni 2014 e 2015 (non ancora prescritti) di una precisa lista di persone fisiche ad alto potenziale di rischio, dal punto di vista delle Entrate. Una volta accertata la sospetta evasione, ci sarà un ampio contraddittorio in cui il contribuente potrà esporre le proprie ragioni. Se non saranno ritenute sufficienti, l' Agenzia, per evitare l' accertamento vero e proprio, darà la possibilità di chiudere il contenzioso con il ravvedimento operoso con sanzioni ridotte. Visto che il Risparmiometro confronta le spese effettuate durante un anno con le entrate e fa la tara con la liquidità, i risparmi e le polizze assicurative, sembra davvero difficile ora farla franca al fisco. A meno che non si tratti di evasori totali, senza conti correnti, che utilizzano esclusivamente i contanti per tutte le spese. Oggi come oggi, un caso piuttosto raro.
di Antonio Spampinato.
Ciao.
Ottimo! Ma... Cito un esempio (dei tanti credo) anche perché mi ha toccato da vicino. Sei mesi fa una amica è stata lasciata, senza troppe spiegazioni, (dopo 27 anni di matrimonio) dal marito per un'altra donna (in questo caso l'amante ha tre anni in più di lui). Il signore è un piccolo imprenditore: vende e soprattutto ripara televisioni e... tanto altro (in nero)
EliminaLui ha dichiarato di guadagnare al netto circa ventimila euro all'anno e per il mantenimento della moglie e dei due figli (la moglie ha lasciato il lavoro dopo ventitre anni perché l'ha voluto lui) può pagare solo settecento euro al mese. L'avvocato ha detto alla mia amica di non pretendere di più perché potrebbe dare anche meno. Ovviamente prima di andarsene di casa ha prelevato esattamente la metà dei soldi che avevano nel conto condiviso in banca. La maggior parte di quei soldi erano la liquidazione "fine rapporto di lavoro" della mia amica.
L'unica cosa positiva è che non deve pagare l'affitto: la casa appartiene a lui, ma ha già detto che, appena possibile, la metterà in vendita. Lei ha cinquantacinque anni, resterà senza casa, senza lavoro con scarse possibilità di trovarne un'altro e fra dieci anni, se tutto andrà bene, percepirà circa settecento euro al mese di pensione minima. La figlia ha lasciato la scuola e sta cercando un lavoro, mentre il ragazzino vorrebbe continuare gli studi per ottenere un diploma di ragioneria.
Mi auguro che, almeno loro, saranno sempre uniti.
Ps ho detto a lei di fare domanda di case comunali...cribbio.. nemmeno a parlarne.
Almeno qui potresti rispondere? Non è compromettente. Anche perché tra il dire, lo scrivere e il fare c'è, soprattutto, il mare...e i soldini di chi fa buona propaganda per lavoro o soprattutto per incassare.
EliminaBuona giornata
Certo. La redistribuzione deve favorire i meno abbienti.
RispondiEliminaI più capaci dovrebbero vincere i concorsi per le assunzioni e i raccomandati andrebbero puniti.
Il problema per i nostri poveri è di favorire con il voto partiti che definiscono Carola una comunista perché non vuol far affogare i migranti africani. I nostri poveri votano anche in favore dei partiti che vendono il fumo demagogico.
RispondiEliminaCome si ipotizzava da giorni, il nome di Carola Rackete, il capitano della nave ong Sea-Watch 3, è stato scritto quest’oggi nel registro delle persone indagate per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per rifiuto di obbedienza a nave da guerra nazionale.
EliminaIndagata il capitano della Sea-Watch 3
È il codice penale di navigazione a cui si deve fare riferimento per aver chiaro cosa rischia ora Carola Rackete, la 31enne tedesca capitano della Sea-Watch 3, la ong con a bordo 42 migranti in mare da più di 2 settimane e che ieri ha tentato di forzare il blocco delle autorità italiane cercando di entrare nel porto di Lampedusa.
Rifiuto di obbedienza a nave da guerra
Per la disobbedienza alla nave da guerra, come prevede l’art. 1099 del codice, la pena in cui la Rackete potrebbe incorrere è il carcere: dai 3 ai 10 anni galera. Entrando ulteriormente nello specifico della vicenda, non è escluso che la Procura di Agrigento contesti al capitano anche la resistenzae non la sola disobbedienza contro nave da guerra, facendo entrare in gioco dunque quanto previsto dall’art 1100.
Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
Per il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina invece, la pena si quantifica dai 5 ai 15 anni di carcere a seconda della gravità rilevata.
E anche in questo caso, qualora venisse presa in considerazione l’aggravante dell’associazione a delinquere, entrerebbe in gioco l’antimafia di Palermo.
Il Decreto Sicurezza: la carta di Matteo Salvini
Nulla di particolarmente singolare però, come sottolinea la Procura, ma atto dovuto.
Quanto di più incerto all’orizzonte per la Rackete potrebbe non essere solamente il porto di Lampedusa ma anche una multa ora prevista dal Decreto di Sicurezza, entrato in vigore lo scorso 15 giugno. Matteo Salvini punta infatti a punire la Rackete prendendo in considerazione la reiterazione di reato.
Violazione al divieto di ingresso
Alla Rackete potrebbe essere contestato infatti il reato di “reiterata violazione al divieto di ingresso“.
Insidiosa l’interpretazione a riguardo. Sulla carta infatti, la Rackete ha violato una prima volta l’ingresso nelle acque internazionali quando ancora il Decreto Sicurezza non era entrato in vigore.
Reiterazione di reato
Potrebbe però essere considerata “reiterazione” il tentativo di forzare il blocco per entrare nel porto di Lampedusa che la Rackete ha messo in atto ieri, dopo il già precedente tentativo di ingresso. L’aver riacceso i motori nonostante la Sea Watch fosse già stata bloccata dalla Guardia di Finanza potrebbe dunque essere considerata “reiterata violazione”.
Multa amministrativa e sequestro della nave
Qualora le venisse contestato il reato, la Rackete così come l’armatore potrebbero incorrere in una multa amministrativa compresa tra i 10mila e i 50mila euro
Ue: Stati membri pronti ad accogliere i migranti della Sea-Watch 3
Nel mentre, giungono novità sul fronte Ue. Secondo quanto trapelato dalla Farnesina, Francia, Germania, Lussemburgo e Portogallo insieme ad altri Stati membri dell’Unione si sarebbero già resi disponibili ad accogliere i 42 migranti a bordo della Sea-Watch 3 al momento, all’indomani di 2 sbarchi.... e avanti così. Tutti devono collaborare. TUTTI. La Germania in primis.
Quanti italiani avrebbero voluto scappare in. Svizzera per evitare una guerra peraltro non voluta? Eppure sono morti o chi ha disertato é finito in galera. Il "fortunato" che è riuscito a scappare in Svizzera ha dovuto lavorare sodo e si è costruito da solo una propria dignità.
EliminaL'Italia non ha più nulla da offrire ... È questo che non si vuol capire. Vicino a casa mia i salesiani hanno accolto tantissimi profughi. Li vediamo tutti i giorni... cellulare con cuffiette e giocare a calcio. Nel frattempo sono arrivate le piattole anche negli autobus. Mai visti per un lavoro socialmente utile. Mi chiedo solo se non si annoiano.
Carola è libera e può andare dove vuole. Tutti i presunti reati sono stati cassati.
EliminaCarola è una grande donna.
Buona notte Chiara.
Buona serata Joanna.
RispondiEliminaNotte.
RispondiEliminaPubblicato il: 02/07/2019 20:40
RispondiEliminaCarola Rackete torna libera. Il gip di Agrigento, Alessandra Vella, non ha convalidato l'arresto della comandante della Sea Watch escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra. Secondo la gip il reato di resistenza a pubblico ufficiale sarebbe stato giustificato da una "scriminante" legata all'avere agito "all'adempimento di un dovere", quello di salvare vite umane in mare. Da stasera la donna tornerà quindi libera perché viene meno la misura degli arresti domiciliari.
Secondo il gip di Agrigento la decisione di attraccare a Lampedusa non sarebbe stata "strumentale, ma obbligatoria" perché i porti della Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri. Di altro avviso la Procura secondo cui non c'era "lo stato di necessità". Inoltre, per la Procura l'impatto tra la nave Sea watch e la vedetta della Gdf è stato "volontario", come spiegato ieri dal Procuratore Luigi Patronaggio al termine dell'udienza di convalida. "E' stata valutata negativamente, in maniera volontaria, la manovra effettuata con i motori laterali della Sea Watch che ha prodotto lo schiacciamento della motovedetta della Guardia di finanza verso la banchina. Questo atto è stato ritenuto, da noi, fatto con coscienza e volontà", ha detto.
Carola Rackete è accusata per i reati 1100 del codice della navigazione, cioè resistenza a nave da guerra, e l'articolo 337 del codice penale, cioè resistenza a pubblico ufficiale. Ma da stasera è tornata libera.
Il prefetto di Agrigento ha firmato il decreto di espulsione: disposto nei confronti di Rackete un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale con accompagnamento alla frontiera. "Ho firmato pochi istanti fa il provvedimento di espulsione per Carola Rackete", ha detto all'Adnkronos il Prefetto di Agrigento Dario Caputo. "Le confermo che ho firmato il provvedimento - dice -. Vedremo cosa accade adesso perché è previsto un ulteriore interrogatorio ma nulla impedisce la firma del decreto di espulsione".
Si, una grande, ma prova a pensare cosa sarebbe successo se una italiana avesse portato con un tir 50 profughi, se davvero sono profughi. Solo noi non abbiamo certezze. In Germania poi li vogliono solo se sono laureati.
RispondiEliminaL'ideale non è Carola, ma dare risorse e lavoro nelle loro terre.
Una scelta leale che supererebbe il coraggio di Carola.
In attesa che l'Europa dia una mano ai paesi africani, quelli che si avventurano nei barconi li facciamo affogare?
EliminaL'Organizzazione internazionale per le migrazioni rende noto che dall'inizio dell'anno sono quasi 1.500 le persone decedute mentre tentavano di raggiungere le coste europee. La rotta del Mediterraneo centrale verso l’Italia resta la più letale, con 1.104 vittime registrate da gennaio, quasi quattro volte gli annegamenti sulla rotta per la Spagna (294), benché il numero degli arrivi nella Penisola iberica sia ormai più alto
Chi vive sperando... Allora, se le percentuali di morte sono così alte per raggiungere le coste italiane è un motivo ragionevole per non venire più.
EliminaVengono perché tra la morte probabile e la morte certa, scelgono la prima alternativa.
EliminaNon hai risposto alla mia domanda. Siamo forse troppo accoglienti per loro che affrontano una probabile morte mentre in altri porti, come tu sostieni, sono più sicuri?
EliminaCiao.
L’Italia non possiamo spostarla. Le nostre coste sono e resteranno il punto d’approdo più vicino e raggiungibile. Di più: i porti italiani sono quelli “sicuri” ideali alla gran parte delle operazioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale. Varrebbe quindi la pena finirla con la pantomima dei porti chiusi e delle acque territoriali proibite e assumersi le proprie responsabilità, salvando chi c’è da salvare, accogliendo chi c’è da accogliere. Il rimbalzo alla lillipuziana Malta, che fa già il suo lavoro, è miserevole per la sproporzione e non meriterebbe neanche un commento. Tunisia e Libia non possono essere considerati “porti sicuri”: lì vengono bombardati i centri detentivi “ufficiali” e ne esistono di decine controllati dai trafficanti dove si vive come nei lager.
Eliminarete Wider
https://www.wired.it/attualita/politica/2019/07/05/italia-migranti-porti-sicuri-mediterraneo-sea-watch/?refresh_ce=
50 profughi in Germania, soprattutto. Il pericolo, la disperazione esiste ovunque. Anche in terra ferma.
RispondiEliminaNel marzo 2018, l’agenzia statistica Eurostat ha pubblicato un’analisi sull’incidenza dei migranti rispetto al totale del popolazione dei vari stati Ue. Tra i Paesi con la percentuale più modesta compariva anche l’Italia: 5 migranti ogni 1000 abitanti , contro i 16,4 su 1000 abitanti raggiunti nel caso della Svezia. Pochi mesi dopo, un’indagine della società di ricerca statunitense Pew Research Center ha messo sotto il riflettore la frequenza di atteggiamenti di ostilità verso stranieri e minoranze religiosi nell’Europa occidentale, inclusa la Scandinavia. Agli intervistati veniva assegnato un punteggio «di intolleranza» da zero a 10, in base alle risposte fornite su un campionario di 22 domande. Il 38% degli italiani ha registrato un punteggio compreso fra 5 e 10 , il livello più alto fra i 15 Stati considerati dal rapporto. In Svezia non si è andati oltre all’8%, la media più bassa su scala continentale.
RispondiEliminahttps://www.ilsole24ore.com/art/i-paesi-piu-intolleranti-quelli-meno-migranti-italia-inclusa-ABDLgvWB
In che senso?
RispondiEliminaRicordi quando ti avevo mandato il mio video (da fb) di auguri per l'nuovo anno? Tu avevi apprezzato e ringraziato. Dal momento che sapevo che non eri iscritto a fb ti avevo chiesto in che modo avevi visto il mio video. Mi avevi risposto: "dal profilo di Lucia Nadal" ...dal momento che lei collaborava nel tuo blog... Nei blog si condivide tutto Anche le balle.
RispondiEliminaNotte 🤭☺️
Io non sono iscritto a FB. Se lo fossi non avrei problemi a dirlo.
RispondiEliminaQuella roba che hai inviato non l'ho nemmeno guardata. Cancellata.