Mi rivolgo ai cattolici facendo presente che il nostro essere borghesi si vede a occhio nudo. Il borghesismo è infatti la non radicalità con cui percepiamo il rapporto con Cristo.
Se lo percepissimo con radicalità (vivere alla radice da non confondere con fondamentalismo) il nostro rapporto con Cristo giudicherebbe tutto. Quello che siamo, quello che facciamo, la vita comunitaria, la notizia del giornale, l'ambiente del lavoro. E lo giudicherebbe come l'aratro che ferisce la terra perché il seme vi penetri e dia frutto: il giudizio di Dio è il rinnovamento generato dallo Spirito.
E' necessario che cominciamo a prendere sul serio la fede come reagente sulla
vita concreta, in modo tale che siamo condotti a vedere l'identità tra la fede e l'umano più vero.
Così, ad esempio, il rapporto uomo-donna vissuto nella radicalità del rapporto
con Cristo viene a galla con la sua esigenza di verità e unità, di fedeltà e di
permanenza nel tempo (Giussani).
Anche l'atteggiamento di fronte alla vita secondo la radicalità della fede diventa rispettoso della persona e della dignità del suo destino.
La fede non è un’ideologia ma una scelta di fatti concreti che il cuore e la ragione ti portano a fare come conseguenza di un incontro con la persona di Gesù Cristo.
La fede non è statica, ma un cammino con lo sguardo al cielo, ma le mani tese per accogliere ciò che il Signore ci prepara.
Se lo percepissimo con radicalità (vivere alla radice da non confondere con fondamentalismo) il nostro rapporto con Cristo giudicherebbe tutto. Quello che siamo, quello che facciamo, la vita comunitaria, la notizia del giornale, l'ambiente del lavoro. E lo giudicherebbe come l'aratro che ferisce la terra perché il seme vi penetri e dia frutto: il giudizio di Dio è il rinnovamento generato dallo Spirito.
E' necessario che cominciamo a prendere sul serio la fede come reagente sulla
vita concreta, in modo tale che siamo condotti a vedere l'identità tra la fede e l'umano più vero.
Così, ad esempio, il rapporto uomo-donna vissuto nella radicalità del rapporto
con Cristo viene a galla con la sua esigenza di verità e unità, di fedeltà e di
permanenza nel tempo (Giussani).
Anche l'atteggiamento di fronte alla vita secondo la radicalità della fede diventa rispettoso della persona e della dignità del suo destino.
La fede non è un’ideologia ma una scelta di fatti concreti che il cuore e la ragione ti portano a fare come conseguenza di un incontro con la persona di Gesù Cristo.
La fede non è statica, ma un cammino con lo sguardo al cielo, ma le mani tese per accogliere ciò che il Signore ci prepara.
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RispondiEliminaUna vita rispettosa della persona e della sua dignità - ma anche, più in generale, della natura e degli animali, delle cose e di tutto ciò che ci circonda - sarebbe auspicabile per tutti, anche a prescindere dalla religione.
RispondiEliminaTi auguro una buona giornata Gus.
Non ci sono dubbi Sara.
EliminaSe posso permettermi un giudizio, anche se so bene di entrare in un ambito del quale non ho gran competenza,
RispondiEliminail cattolico imborghesito è quello che attacca Papa Francesco sulle sue frasi a favore dei migranti, come se fossero una sorpresa quelle parole o addirittura una distorsione della parola di Gesù Cristo.
La parola di Gesù Cristo, il più grande rivoluzionario della storia che ha difeso gli ultimi, mi sembra in questo piuttosto chiara.
Mi piace molto l'immagine di una fede come cammino, con tante prove, con errori e ripartenze, piuttosto che un qualcosa che "tac", si guadagna e via, io ho la fede e tu no.
Purtroppo la Chiesa è l'esempio reale del passaggio dallo stupore a al formalismo borghese.
EliminaAl Papa si chiede coerenza tra dottrina e applicazione della dottrina. Tra banche e pedofili si sta aspettando troppo nell'azione di pulizia.
L'obbedienza la rispetto ma i fedeli che si allontano stanno diventando un problema.
Difficile argomento , trovo che il borghesismo stia nell'andare in chiesa e non praticare nella vita di tutti i giorni la parola di Dio, chiedere a lui aiuto e non ringraziare, pensare e basta a chi sta peggio invece di pensare prima a chi si ha accanto ed ha bisogno di aiuto vero. Inoltre Gesù ha insegnato si ad essere caritatevoli , ma non fessi, se lo si fa con furbizia , ignoranza e avarizia bisogna si perdonare, ma anche smettere di aiutare.
RispondiEliminaDifficile argomento , trovo che il borghesismo stia nell'andare in chiesa e non praticare nella vita di tutti i giorni la parola di Dio, chiedere a lui aiuto e non ringraziare, pensare e basta a chi sta peggio invece di pensare prima a chi si ha accanto ed ha bisogno di aiuto vero. Inoltre Gesù ha insegnato si ad essere caritatevoli , ma non fessi, se lo si fa con furbizia , ignoranza e avarizia bisogna si perdonare, ma anche smettere di aiutare.
RispondiEliminaDifficile argomento , trovo che il borghesismo stia nell'andare in chiesa e non praticare nella vita di tutti i giorni la parola di Dio, chiedere a lui aiuto e non ringraziare, pensare e basta a chi sta peggio invece di pensare prima a chi si ha accanto ed ha bisogno di aiuto vero. Inoltre Gesù ha insegnato si ad essere caritatevoli , ma non fessi, se lo si fa con furbizia , ignoranza e avarizia bisogna si perdonare, ma anche smettere di aiutare.
RispondiEliminaAnche i Bantù credono a Dio, ma c'è una sequela che Giovanni ci ha insegnato.
EliminaCredere significa amare Dio, amare Dio significa osservare i suoi comandamenti.
Ciao Roberta.
le mani tese per accogliere ciò che il Signore ci prepara.
RispondiEliminaMentre tu se non hai il follewer niente mani tese. Beh non sei un Dio ma un cristiano mi pare di si.
Io non pratico scambio di follower. Il segui è il segno tangibile di un apprezzamento nei miei riguardi finalizzato a un relazionarsi onesto. Tu hai remore strane, un timore irrazionale nel seguire un utente. Io ti dico che non è il segui che spinge e aiuta gli utenti a entrare a rovistare nel blog degli altri.
EliminaE cos'è?
EliminaNon dico di rileggere, ma almeno leggi il mio commento delle 18:59
EliminaQuando un utente si accorge che non può relazionarsi con quella persona smette di seguire.
Insomma, il segui è un sì, smettere di seguire è un no.
È un post davvero bello. Il Signore ci mette in guardia: “non chi dice Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Padre mio... “ e questa volontà passa attraverso le parole, le azioni, gli atteggiamenti che adoperiamo nelle realtà ordinarie e straordinarie. Buona serata, Gus.
RispondiEliminasinforosa
Cristo ci ha insegnato anche la preghiera al Padre.
EliminaCiao Sinforosa.
Ciao Gus, ti posso fare una o due domande, se ti sembrano OT cancella.
RispondiEliminaTu ben sai, come chi mi segue da anni che sono divorziata, il perché lo si sa...
Io secondo la dottrina sarei una peccatrice, non dovrei andare a messa e neanche fare la comunione. Pero' io vado a messa parlo con il mio Qualcuno lo Amo, anche bisticciamo, sono una peccatrice, ma so con tutta me stessa che Lui c'è.
Io, chi sono verso Lui?
Poi, una madre che non e' stata battezzata, ed per far si che i parenti non fossero "carini" verso lei, ha battezzato i bimbi, ed ora stanno facendo catechismo per la prima comunione, la madre che non e' stata ne battezzata logicamente non ha avuto gli altri Sacramenti, e neanche, sembra, gli voglia prendere, che insegnamento puo' dare ai suoi figli?
Che preghiere possono apprendere, se non le sa neanche lei?
I bimbi, cosa capiranno, in futuro quando saranno piu' grandi? Che domande si faranno?
Non giudico, la sua decisione, perché e'a anche una bravissima madre, ma vorrei capire di piu'.
E forse tu me lo sai spiegare.
Grazie bacio.
Fiorella, tu hai subito il divorzio. Non si può vivere insieme a una persona ostile.
EliminaTu puoi fare la Comunione dopo la confessione.
Il percorso cristiano dei figli è scisso dal comportamento della madre. I ragazzi fanno catechismo per la prima comunione. Poi ci sarà la confermazione. A questo punto i ragazzi seguiteranno il percorso di fede.
Certamente il comportamento della madre è una turbativa per la loro crescita cristiana, ma se c'è la fede possono superare questo ostacolo.
Il giudizio su una persona non spetta a noi e poi dici che è una buona madre. Cioè insegna ai figli cos'è il bene e cos'è il male. Stai serena.
Bacio Fiorella.
Non e' giudicare, ma prendo atto che lei la madre fa fare questo percorso ai figli, ma per convenienza, non so se mi spiego, cioè per cose veniali, regalini ecc.
RispondiEliminaQuesto che mi "disturba", e questo che non rieco a comprendere, far fare un percorso cosi importante ai figli per convenienza.
Lei e' una buona madre perché come tutte le madri sia credenti o no non fa mancare nulla ai figli. E questo che mi destabilizza, che per convenienza di "soldi" faccia fare questo percorso ai figli.
Se i figli apprendono dai genitori, piu' avanti cosa faranno? Metteranno in pratica quello che hanno visto e fatto per convenienza?
Fiorella, perché mi hai scritto che è una buona madre?
EliminaEssere una buona madre significa insegnare ai figli quello che è buono e quello che è cattivo. Non è una buona madre.
Credo di aver sempre avuto rispetto per ogni persona e per la dignità del suo destino, anche se non sono ancora certa di essere Cristiana. Ho ancora forti dubbi in merito alla religione: certo è che, comunque, non potrò mai definirmi Cattolica. Ci sono degli aspetti di tale religione - come, ad esempio, il dopo-vita - a cui non riesco proprio a credere.
RispondiEliminaIl dopo la morte, cioè la vita eterna è una promessa di Cristo che ha sconfitto la morte.
EliminaIl credere è una fiducia nelle parole di Gesù.
Come si concretizzerà non lo sappiamo, la nostra mente non riesce a comprenderlo.
Per questo viviamo secondo i Comandamenti nella speranza della salvezza. Questo significa credere.
Ciao Void.
Gus, ho scritto che e' una buona madre perché li cura non gli fa mancare nulla non li picchia. Ecco perché ho scritto e'a una buona madre, con quello che si legge ogni giorno, certe famiglie come trattano i figli...il resto che manca.
RispondiEliminaLa buona madre è quella che trasmette gli insegnamenti di Cristo. Curare i figli e non picchiarli è qualcosa di dovuto
Eliminaverso creature che ha messo al mondo.
Vivere Cristo alla radice non è sempre facile, ma Lui è sempre pronto a prendersi cura di noi nonostante gli errori o gli sbagli che commettiamo. La sua bontà è immensa!
RispondiEliminaE' difficilissimo, ma se non è il nostro obiettivo resta solo un formalismo sterile.
EliminaCiao Simona.
Ciao Gus. Quando ero una ragazzina ricordo che spesso chiedevo ai miei: "Ma che differenza c'è tra essere atea o essere credente? La tua quotidianità, alla fine, è la stessa!". Forse, senza saperlo, già mi riferivo a quell'imborghesimento di cui parli. Mio padre mi rispondeva sempre che, anche se era una differenza in apparenza invisibile, lui la sentiva ogni giorno dentro di sé.
RispondiEliminaAveva pienamente ragione, ma secondo me è una cosa che si comprende crescendo… se tu diventi una persona adulta e matura e coltivi la tua fede, anche lei comunque crescerà con te.
Sì, Silvia. Tra un cristiano privo di stupore per quello che è accaduto e un ateo non c'è nessuna differenza.
EliminaIl formalismo annulla la fede.