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lunedì, dicembre 31, 2018

Il luogo comune







Omaggio a Nina


Essere schietti ed essere sinceri son due cose diverse.
non ho capito nulla della vita e delle persone mi limito a viverle e a lasciarle libere di andare e venire nella mia vita, ma so che posso fidarmi degli altri nella misura in cui mi fido di me stessa. Dipende sempre da me.
Posso solo sperare (che dio benedica la speranza) che quando deciderò di aprirmi alla vita di nuovo sia abbastanza forte da infischiarmene del giudizio degli altri, perché al momento mi
pesa tanto il giudizio.

venerdì, dicembre 28, 2018

il potere della Bellezza









“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante nel davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione a rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.



"Ricetta"


Scaccia la paura
e la paura della paura.
Per qualche anno le cose basteranno.
Il pane nel cassetto
e il vestito nell’armadio.
Non dire mio.
Hai preso le cose solo in prestito.
Vivi nel tempo e capisci
che poche cose ti servono.
Accasati.
E tieni pronta la valigia.
È vero quello che dicono:
ciò che deve succedere, succederà.
Non andare incontro alla pena.
E quando arriva,
guardala tranquillamente.
È effimera come la felicità.
Non aspettare nulla.
E abbi cura del tuo segreto.
Anche il fratello tradisce
se si tratta di te o di lui.
Prendi la tua ombra
come compagna.
Scopa bene la tua stanza.
E saluta il tuo vicino.
Aggiusta il recinto
e anche il campanello alla porta.
Tieni aperta la ferita dentro di te
sotto il tetto delle cose che passano.
Strappa i tuoi piani. Sii saggio
e credi nei miracoli.
Sono iscritti da tanto tempo
nel grande piano.
Scaccia la paura
e la paura della paura.


   Mascha Kaléko


 





mercoledì, dicembre 26, 2018

Nato Morto Risorto








La tristezza è la coscienza drammatica della sproporzione tra il destino ideale dell'uomo e tutto ciò che si fa per raggiungerlo. L'opposto della tristezza è la disperazione, in quanto annulla la tensione delle domande ultime, negando che una risposta sia possibile.
Una tale coscienza considera il problema umano senza censurare nulla, né la "rugosa realtà" come scriveva Rimbaud, né la promessa che il cuore e la mente umani – se sono "giovani" – avvertono nella sfida delle circostanze, né la inevitabile delusione che si proietta sull'esistenza e che però non nega la natura di aspettativa del cuore.
Chi invece censura uno solo di questi fattori, inizia il terribile gioco delle censure che getta la vita nella disperazione. Tale è la sorte dell'orgoglio umano: pur di non riconoscere che la sua grandezza sta nella povera nostalgia di qualcosa che non è nelle sue forze, preferisce negare l'esistenza del reale (Laura Cioni)
Non occorre essere uccelli per vedere più in la...
Non occorrono ali per poter viaggiare e vedere mondi lontani...
Non occorre salire sopra le più alte montagne per vedere la piccolezza di noi...
Non occorre solcare i sette mari, per conoscere l'infinita profondità delle acque...
In un seme di senape c'è tutto l'infinito e oltre.
Perché quel piccolo seme trattiene tutto l'infinito.
Il vangelo di Matteo era lunghissimo e straziante. Alla fine ho pianto sperando anche che Dio e Cristo siano una favola, perché non riesco ad avere la forza di accettare che l'uomo, quindi anche io, sia stato capace di una simile barbarie.
Sì, i difetti di Caifa, dei farisei, degli scribi noi li abbiamo tutti.

lunedì, dicembre 24, 2018

Quarta Domenica di Avvento








L'ora era giusta.
Bisognava affrontare la nebbia, i vetri dell'auto appannati e scacazzati dai piccioni.
Pulisci qua e là. OK si parte.
Alla prima curva sfiori un palo, alla seconda acciacchi un topo.
Il percorso è breve e la parrocchia è raggiunta.
Il parcheggio? Dove se non nel giardino delle carrube.
Eh, Bergman non ti incazzare. Non ho trovato il Posto delle fragole.
La parrocchia offre freddo intenso e un nuovo parroco gelido.
Il confessionale le è chiuso per sciopero dei francescani indebitati.
Ieri era l'ultima domenica dell'Avvento
Il passo del Vangelo è il più grande.
C'è tutto il Mistero del Dio incarnato e della vergine Maria.
Mi domando, prete, che offri un'omelia sonnacchiosa: "Se non ti scaldi
in questa occasione hai sbagliato mestiere".
Non mi ascolta e va avanti leggendo il fogliettino.
Anche questa è fatta.
L'auto è appannata e intirizzita. La scaldo io soffiando vento caldo.
Tre semafori con il rosso bloccato.
Evvai, volevoli il botto. Questa è l'occasione giusta.
Niente. Tutto liscio come l'oGlio imputridito dalla mosca  che
ha bersagliato l'ABBruzzo. E ha scelto la regione giusta.
Quindi, applauso.
Ma la cosa strana è che io sento vivo questo Natale.





giovedì, dicembre 20, 2018

Ahi l'ammore che fa fa













L'amore è lavoro: si costruisce, si forgia, si plasma, si cura, si custodisce, si alimenta.
L'amore che esplode e viaggia da solo è solo una fiammella.

mercoledì, dicembre 19, 2018

Il significato delle cose











Vorrei che tutti capissero che c'è un metodo che precede e rende possibile la conoscenza. Consiste nella capacità di cogliere i nessi tra le cose, di andare oltre quello che appare, di compiere il continuo percorso del segno fino all'origine, al significato.
Non mi faccio irretire da un piccolo campo di verità astratte e formali, con le conseguenti applicazioni scientifico-tecniche. Le restrizioni di questo dominio del razionalismo scientifico portano a una strada dove la conoscenza non ha più rapporto con la vita, con le questioni della vita. La questione che emerge con più forza è quella della certezza, anche per le caratteristiche prodotte dal tempo in cui ci troviamo a vivere, dal nichilismo che respiriamo, dall'incapacità di stare alle evidenze più elementari della nostra esperienza.
Tutto ciò che non è trascrivibile, traducibile in linguaggio matematico e non sottoponibile alla dimostrazione sperimentale, non è conoscibile ed è relegato nel campo del meramente soggettivo.
E quando si sta male ed è già difficile mettere insieme i pezzi di sé.... a salvare sarà proprio quanto non si può dimostrare o definire scientificamente.
La capacità di cogliere i nessi tra le cose è fondamentale per arrivare ad una conoscenza più completa, al di là della tecnologia e della scienza...è l'intuizione soggettiva che conta.
La natura è il luogo dei rapporti che sviluppano la persona; cioè la natura è il luogo dell'esperienza.
Caratteristica della natura è quella di costituire una trama organica e gerarchica che solleciti l'esigenza di unità immanente ad ogni persona.
L'esperienza vera mobilita e incrementa la nostra capacità di aderire, la nostra capacità di amare.
La vera esperienza immerge nel ritmo del reale, e fa tendere irresistibilmente ad una unificazione fino all'ultimo aspetto delle cose, cioè fino al significato vero ed esauriente di una cosa.

martedì, dicembre 18, 2018

Un problema irrisolvibile







Scienza ed etica, scienza e sentimento religioso, sono binomi sempre spinosi. Francamente il discorso è così complesso che è difficile dare un'opinione. Certo fa tristezza vedere come tutto alla fine finisca sempre nel calderone della politica, dove ognuna delle parti cerca sempre di strumentalizzare e tirare acqua al proprio mulino. Ho letto di recente un romanzo interessante che tramite l'intreccio di un thriller ambientato nella Germania del 1780, poneva degli interrogativi simili, senza però dare giudizi assoluti ma molti spunti di riflessione.
L'etica cambia con il tempo. La morale è immutabile.
Le due cose non riescono ad andare di pari passo.
Basta guardare l'ecografia di un embrione di tre mesi per capire che è una vita che sta nascendo. Questa è la verità, ma è scomoda. Una maggioranza ha stabilito che l'embrione non è vita.
Un referendum ha confermato la legge dello stato sull'aborto.
Nessuno può impedire a una donna di portare a termine una gravidanza indesiderata.
Legge e mentalità della donna si impongono alla verità.
Il numero degli aborti annuali è di circa 250.000.
Una volta l'etica sociale considerava normale la schiavitù.
Oggi non è permessa. La mentalità della società si può cambiare ma nessuno si preoccupa di sensibilizzare le donne sulla gravità dell'aborto. Il significato vero dell'aborto.
Nell'antichità l'aborto era fondamentalmente una questione di donne, oggi è una questione di tutti, donne e uomini.
 


lunedì, dicembre 17, 2018

La banalità dell'esibizionismo










Il Financial Times, lo sappiamo tutti che si occupa di economia e finanza, ma si diverte, anche, a censurare le cattive abitudini degli europei, ha pubblicato un servizio secondo il quale l'Italia è il paese più nudo d'Europa, intendendo la nudità esibita non solo nelle strade, ma in televisione, nella pubblicità, al cinema.
Lanciare un frigorifero con una donna poco vestita è diventato una specie di must dal quale i nostri geni della comunicazione non sono capaci di sganciarsi.
Ci si chiede: "Perché la donna si mette in mostra?".
Per piacere personale o per piacere di mostrarsi al prossimo?
Il filosofo e il semiologo non sanno dare risposte precise a questo interrogativo, forse retorico ma corrispondente a una realtà che stiamo vivendo giorno dopo giorno e non soltanto da adesso.
il capitalismo è maschio e fa del mercato il suo dirigibile e sistemizza l'induzione al consumo tramite i media (tutti diretti da maschi). Risultato: una merce materiale ed immateriale vendibile ai maschi in cui le donne trovano azione da attrici: quindi vanno bene vallette, veline, ecc. Il potenziale di acquisto è sempre maschile, cioè quello che prevalentemente ha reddito e che caccia i soldi per l'acquisto del frigo. E dato che il sistema ha un congegno anestetizzante così ben fatto che nessuno si accorge di essere funzionale al mero denaro. Mi chiedo: le donne quando inizieremo seriamente a protestare?
Molti pensano che soltanto mostrando il proprio corpo sia possibile attirare l'attenzione e l'interesse popolare con il risultato di scatenare le critiche di chi vorrebbe altri spettacoli e di chi per interesse che non è morale, come il settimanale inglese, non lascia passare occasione senza metterci alla berlina.
Ma la strada è questa e forse dovremo percorrerla fino al traguardo della banalità.
Non mi stancherò mai di dire che ormai viviamo in una società dove conta solo l'apparire, non la sostanza, e il corpo nudo è il simbolo stesso della mercificazione che ormai si fa anche dell'essere umano.
Le donne non fanno nulla per invertire questa tendenza: anzi si preoccupano sempre più del loro aspetto e si mettono in competizione tra di loro, anziché rivendicare il diritto ad essere considerate persone e non oggetti.


domenica, dicembre 16, 2018

Il timballo










Arriva uno che suona il campanello. Dice che ha fame. Prendi un piatto di pasta e lui lo divora in cucina. Forse è ospitalità.
L'accoglienza è una cosa ben diversa. Marco viene e mi dice: "Ho fame" Mi hai dato il tuo indirizzo e io sono qui".
Ero solo e agitato. La ragazza che viene a cucinarmi non era arrivata. L'influenza ti sbatte nel letto. Agitato perché non so cucinare. Stavo preparando l'unica pietanza che so cucinare. Spaghettini all'olio. Marco mi chiede perché non mangio qualcosa di meglio. Gli spiego tutto e lui dice che può aiutarmi. Mi chiede 10 euro e torna con sfoglie di pasta, prosciutto cotto e mozzarella fresca. A Marco piace la sfogliata. Mi consiglia di fare una passeggiata perché lui deve lavorare con il forno. Mi dice di tornare a una certa ora quando tutto è pronto.
Fatto. La bottiglia di Montepulciano la metto io, il timballo ha la temperatura giusta. Buonissimo. Mai mangiato così bene. Vado un attimo in bagno, torno nella sala da pranzo e Marco non c'è più. Ha lasciato un biglietto: "Augusto, grazie. Ti voglio bene".

sabato, dicembre 15, 2018

Il miracolo della natura






Il raziocinio è come una legge. L'adultera va lapidata. L'affettività guarda dentro la persona che ha sbagliato e legge tutte le cattiverie subite, l'educazione falsa, la paura di reagire e altre debolezze e dice che la persona può essere recuperata.
Il fatto è che ragione e sentimento dovrebbero vivere in simbiosi come il paguro e l'attinia. L'affettività propone e il filtro della ragione consiglia un sì o un no.
La ragione senza l'abbraccio dell'affettività diventa un dogma tremendo.
Nina, devi perdonarti e iniziare una nuova vita. Riconquistare la bellezza interiore della vita. Non conta l'età e nemmeno un fallimento.

giovedì, dicembre 13, 2018

Il Mistero della salvezza








Nei vangeli sinottici Gesù dice ai suoi discepoli che «ad essi è stato dato di conoscere i misteri del Regno dei cieli» ( Mt 13,11), «del regno di Dio» (Lc 8,10) o, anche, che è stato loro «confidato il mistero del Regno di Dio» (Mc 4,11). Il mistero è ora oggetto di rivelazione ai piccoli, ai semplici, ai quali non è richiesto un linguaggio da iniziati ma un cuore puro (cfr. Mt 11,25). Ciò che Dio conosce viene comunicato agli uomini, perché lo conoscano anche loro: «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi» (Gv 15,15). Non si tratta però di una conoscenza riservata, ma, al contrario, di un messaggio destinato ad essere divulgato con una predicazione universale e gratuita: «quello che ascoltate all'orecchio - dirà ancora Gesù ai suoi discepoli - predicatelo sui tetti» (Mt 10,27). La rivelazione del «mistero» della salvezza cristiana e l'invito al «sacramento» del battesimo sono diretti a tutte le genti, senza eccezione (cfr. Ef 3,5-6; Mt 28,19-20). Il contenuto di quest'offerta non è una «gnosi», un sistema di pensiero per interpretare il cosmo e le sue leggi, né semplicemente una regola di vita, bensì l'offerta della vita personale di Dio stesso e l'invito ad entrare in comunione con lui (cfr. 1Gv 1,3-4).






Il regno del polveroso








La prerogativa e il dovere della forma umana è farsi domande altrimenti diventa una vita di animali che mangiano, dormono, si difendono, si accoppiano, si ammalano e muoiono con la sola differenza che gli animali lo fanno per strada e l'uomo in lussuosi appartamenti.
Quando l'assurdo si fa norma e specchio della realtà che ti circonda, è difficile mantenersi integri. Si fa, certo, se si pensa, se si sente, ma si avverte una profondissima e immensa solitudine.
La vera libertà qui, nel mondo materiale non esiste, perché questo contesto non ci appartiene, ci è estraneo perché noi siamo eterni e qui tutto è perituro, anche il ricordo, anche i pensieri, anche la mente (corpo, mente, intelligenza sono vestiti che indossiamo solo per un po’, poi si cambiano).
Il nostro libero arbitrio in definitiva si riduce a due semplici scelte: o segui le leggi Divine o non segui le leggi Divine.
Il resto sono due rotaie che ti sei costruito, due rotaie che dove viaggi pensando di guidare.
Si dovrebbe capire che innanzi tutto si esce dal regno del polveroso dell'assurdo se ciascuno di noi riprende su di sé il mestiere di vivere, il mestiere duro di essere un uomo, quella ricerca del vero senza la quale l'uomo è condannato a una parvenza di incidenza, a una vita spezzata, una vita che non ha senso.



martedì, dicembre 11, 2018

L'alternativa tremenda








Da ragazzo, io e un mio compagno entriamo all'improvviso nella sua abitazione e scopriamo che la madre era a letto con un amante.
Mi disse che era finito, che aveva perso il suo onore.
Il giorno dopo lo trovammo allungato su un binario ferroviario con un mazzo di rose nere sul petto. Una corsa all'ultimo respiro tra me e il treno per toglierlo dai binari. Arrivò prima il treno.