Pagine

sabato, luglio 08, 2017

La donna della Samaria







Gv 4,39-42: Descrive il risultato della missione di Gesù nella Samarìa

Il testo:

5-6: In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.

7-15: Arrivò intanto una donna di Samarìa ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli, infatti, erano andati in città a far provvista di cibo. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei, infatti, non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qua ad attingere acqua».




20 commenti:

  1. Inutile negarlo il pianto fa stare meglio. Le volte che si piange talmente tanto che ci si addormenta per sfinimento sul cuscino bagnato di lacrime...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il pianto è liberatorio ma io vorrei vederti sempre sorridere, ma è impossibile.
      Ciao.

      Elimina
  2. E' vero Pippa, succede proprio così, in questi giorni, credo di aver prosciugato le scorte.Scusami tu e scusami August, ma il condividere forse fa stare meglio.
    Auguro a te Pippa e a August, un sereno pomeriggio di sabato.
    Dani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Dani.
      Il ritorno al Padre è lo scopo della vita.
      Ciao.

      Elimina
    2. Grazie Dani :)

      Elimina
  3. Ciao Gus. Un ricordo amato o una frase che m' innervosisce può indurmi al pianto. Non sto affatto bene dopo aver pianto. Sono ancora più incline ad una nuova malinconia frignosa....
    Anche la lettura di un brano evangelico, o di un Salmo che mi canta l'amore di Dio per noi, per me, figlia non molto ubbidiente, mi fa tremare la voce e battere forte il cuore.
    La bellezza di un tramonto o il delirante splendore del sorriso di chi amo mi commuove. Eppure sorrido frequentemente: sorrido non rido...
    Con Elena faccio le più belle risate, perchè lei ride con me, con Elena anche i pianti più copiosi. E il motivo non è mai banale, ma è una struggente fonte dell'amore che il Signore mi ha messo nel cuore.
    Buon pomeriggio Gus e buona domenica.

    RispondiElimina
  4. La migliore risposta è questo esemplare passo del vangelo.
    Ciao Lucia.

    Gv 4,39-42: Descrive il risultato della missione di Gesù nella Samarìa

    Il testo:

    5-6: In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.

    7-15: Arrivò intanto una donna di Samarìa ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli, infatti, erano andati in città a far provvista di cibo. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei, infatti, non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qua ad attingere acqua».

    RispondiElimina
  5. 16-18: Le disse: «Va a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; infatti, hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».

    19-26: Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo».

    27-30: In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?». La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». Uscirono allora dalla città e andavano da lui.

    31-38: Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbi, mangia». Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. Qui, infatti, si realizza il detto: uno semina e uno miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro».

    39-42: Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
    3. Un momento di silenzio orante

    perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.

    RispondiElimina
  6. Era già incorporato prova

    RispondiElimina
  7. Concordo con Pippa, e certe volte mi capita che sognando chi non c'è piu' mi sveglio con un pianto che mi tiene sveglia per molto tempo.
    Gus...scusa ancora e grazie.
    Bacio.

    RispondiElimina
  8. Conosco tanti, troppi, che dicono di non piangere più. Alcuni immagino che se ne vergognino soltanto, perché questa società malata, specie per i maschi, riesce ad inibirle le lacrime. Io piango naturalmente, per commozione, per gioia, per liberazione, per disperazione. Piango per una sofferenza, piango davanti ad un film, piango leggendo righe che mi creano scompiglio. Il pianto è un accessorio autentico della nostra personalità. Bloccarlo è sciocco. Come trattenere la pipì.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dico solo che anche inconsciamente, le lacrime possono essere inibite. Non che io sia perfetto, per lo stesso meccanismo inibitorio chissà quante altre naturalezze mi perdo.. ;)

      Elimina
    2. "ascoltare, perdonare, abbracciare" non è un'autodefinizione, ma sono parole di Lisa e Giuseppe.

      Elimina
  9. Lasciamoci trasformare.....Buona domenica.

    RispondiElimina
  10. Non è facile. Il nostro egoismo non si piega facilmente.

    RispondiElimina
  11. Le redini che guidano la nostra volontà non sono sempre solo in mano nostra. A volte chiamiamo egoismo ciò che da tempo non abbiamo voluto giudicare o prendere coscienza. Egoismo è una visione errata di ciò che ci dona serenità. "Imparate da me che sono mite e umile di cuore" Un po' di sacrificio e forse, basta raddrizzare la strada!!! Buonagiornata.

    RispondiElimina
  12. Giustissimo mio caro , si pensa che il pianto sia un segno di debolezza soprattutto nell'uomo, non ho mai capoito il perchè...talvolta è commozione, dolore, felicità e penso che non ci sia cosa più preziosa che esprmerla così liberamente.
    Bacio serale!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Nella.
      La serata inizia bene.
      Ciao.

      Elimina