La ricchezza non è una colpa, ma il problema è che non è nemmeno un merito. Se fossi capo del Governo farei una bella tosatura con un'imposta di successione corposa con il 50% in favore della disoccupazione.
Io penso che la politica debba riprendere la direzione del Paese e disciplinare l'economia in senso democratico. Cioè tornare alle origini: la prima definizione di "politica" risale ad Aristotele ed è legata all'etimologia del termine; secondo il filosofo, "politica" significava l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano.
Dalla metà degli anni 50 alla metà degli anni 60 avviene un passaggio velocissimo da un mondo tradizionale fondato su una concezione umanistica e solidale a un altro in cui trionfano egoismo, apparenza, vuoto morale.
E' il mondo del Nuovo Potere che nella sua ingannevole tolleranza persegue un'omologazione generalizzata.
Negli anni ci siamo abituati a considerare "normale" e "dovuto" avere più di una casa, più di una automobile, fare fine settimana fuori casa, ci siamo abituati al ristorante almeno una volta la settimana o al mese, ci siamo abituati al teatro, al cinema, al divertimento, all'aperitivo prima di cena, ai viaggi, alla cura esagerata del corpo, al telefono di ultima generazione, allo shopping a ogni cambio di stagione e via discorrendo e quando non si possono più avere soldi per questo ci si reputa poveri e indigenti, si ricorre ai prestiti, ai debiti pur di ottenerli, ci si dispera.
Questo non per dire che non esiste disuguaglianza, purtroppo c'è e ci sarà sempre, piuttosto per affermare che molti, forse la maggioranza, ha investito in queste cose futili e non magari in una istruzione migliore, in una università piuttosto che un'altra, insomma per molti "quella" e solo "quella" è vita e investire sul futuro della famiglia, dei figli è superfluo.
Il male del capitalismo è soprattutto la perdita dei valori culturali e dell'appartenenza a una società. Tutte le spese elencate sono il cinico frutto dei media che ci insegnano un certo modo di vivere con il solo scopo di incrementare i guadagni delle aziende industriali, commerciali e dello svago. Le coppie per una automobile rinunciano a un figlio. Si desidera la donna d'altri, la roba d'altri, si ammazza per raccattare anche 100 euro. Chi ha insegnato la qualità della vita viene considerato un personaggio inventato dalla Chiesa, mai esistito con una credibilità inferiore a quella che ha babbo natale. E' proprio il futile che muove l'ingranaggio del capitalismo che trasforma l'uomo da soggetto a oggetto di consumo.
I paesi più poveri sono paesi per lo più agricoli. Purtroppo anche quelli che hanno buone produzioni restano poveri per le difficoltà di commerciare e sfruttare davvero tali produzioni.
Mi spiego: lo zucchero europeo è prodotto in quantità eccessive e non solo non importiamo zucchero da altri, ma ne esportiamo abbondantemente nei paesi poveri , anche in quelli che sono produttori di zucchero. Il nostro costa meno del loro, perché i nostri governi offrono ai coltivatori degli aiuti di stato, che, naturalmente, i paesi poveri non possono permettersi.
Così gli stronchiamo le gambe.
Il capitalismo è competizione disumana. Non può sopravvivere se aiuta concretamente i paesi poveri. La politica dei produttori di zucchero è un esempio chiaro. Il capitalismo fa solo elemosina. Non può e non vuole aiutare la concorrenza. Nel frattempo distrugge valori e ambiente.
Il capitalismo teorizza il primato dell'economia sulla politica e va avanti con lo sfruttamento dell'uomo, il massiccio ricorso al lavoro minorile. Causa lo sviluppo degli integralismi religiosi e quindi intolleranza. Crea sacche di povertà anche nei paesi ricchi. In Europa i disoccupati superano i diciotto milioni. I governi sono corrotti, le città non sono vivibili e le periferie centri di raccolta degli emarginati. L'uomo è ridotto ad un animale di consumo.
Il problema è politico. Riprendersi il primato sull'economia. Produrre di meno, ma qualitativamente meglio, nel rispetto rigoroso dell'ambiente.
Non siamo in una società meritocratica che offre le stesse opportunità a tutti. Vanno avanti i ricchi, i figli di, gli amici di... i soliti raccomandati, a scapito di chi magari potrebbe operare sul serio per migliorare il nostro Paese.
La distribuzione della ricchezza trovo che non ci sia mai stata: il ricco sarà sempre più ricco, alle spalle del povero.
Perché?
Perché chi sta ai vertici non vuole perdere il suo status, per cui l'evasore continuerà a evadere le tasse, il politico continuerà a guadagnare cifre esorbitanti senza fare niente, c'è chi continuerà a intascare bustarelle per chiudere tutti e due gli occhi...E intanto la disoccupazione aumenta, i poveri sono sempre più poveri, aumentano i poveri che vengono qui per cercare una vita dignitosa e cosa trovano? Niente, solo altri poveri.
"Negli anni ci siamo abituati a considerare normale e dovuto avere più di una casa, più di una automobile, fare fine settimana fuori casa, ci siamo abituati al ristorante almeno una volta la settimana o al mese, ci siamo abituati al teatro, al cinema, al divertimento, all'aperitivo prima di cena, ai viaggi, alla cura esagerata del corpo, al telefono di ultima generazione, allo shopping a ogni cambio di stagione e via discorrendo e quando non si possono più avere soldi per questo ci si reputa poveri e indigenti, si ricorre ai prestiti, ai debiti pur di ottenerli, ci si dispera".
RispondiEliminaMi piace molto quest'osservazione. In effetti molte persone, uomini e donne, seguono perfettamente questa filosofia. Poi magari quelle persone che postano foto ammiccanti su Instagram mettendo anche delle belle frasi filosofiche scopiazzate qua e là, quando la loro unica filosofia è quella del paese del "bengodi" e dello sfrenato consumismo. Persone che danno valore allo status sociale, alla "macchinona", al portafoglio pieno; e quindi, persone che non sanno fare rinunce.
Poi per questa maggioranza, per fortuna, c'è una minoranza (sperando che non sia così tanto..minoranza) non rumorosa che ha ancora valori solidi e che dà meno valore all'apparenza. Anche se non è facile "accontentarsi" di ciò che si ha. Oggi risulta meno difficile trovare un appagamento spirituale.
Anche quando io ero piccolo, venivamo riempiti di giocattoli e c'era chi magari "osteggiava" involontariamente il bambino la cui famiglia non poteva permettersi la stessa cascata di giocattoli. Peggio quando si è adolescenti, quando si mette al bando chi non ha i vestiti di marca.
Bisogna riscoprire il modo di vivere pensando particolarmente alla povertà che affligge 3/4 della popolazione del mondo.
EliminaBom dia, Gus, infelizmente existem muitos ricos, as custas dos pobres.
RispondiEliminaSì, Luiz, ci sono molti ricchi a spese dei poveri.
EliminaForse è stato sempre cosi, il povero ed il ricco hanno cavalcato secoli di sfruttamento e disuguaglianze..Forse è solo cambiata la concezione di ricchezza e povertà..i miei nonni subito dopo le guerre lavoravano per il principe Boncompagni nei loro racconti vivevo stranamente questo rapporto di sudditanza..ciò che piu mi scuote il sistema nervoso è la mancanza di meritocrazia che vivo e tocco spesso..non cambierà mai questa situazione, io sono assolutamente per la ripartizione della ricchezza soprattutto in questo delicato periodo storico che stiamo vivendo..una bella tosatura rende perfettamente l'idea!
RispondiEliminaBuona serata gus
Il problema dell'uomo è che l'idea della tosatura, della pari ricchezza, nel momento che dovrebbe diventare operativa non ha la forza di farlo.
EliminaLa base di partenza in una società stabilisce con una percentuale molto altra il tuo futuro.
Tu puoi essere un bravo medico, ma il primario dell'ospedale è sicuramente il figlio di un padre medico.
In ogni caso se manca anche concettualmente il principio della società giusta, di sicuro, la pari dignità diventa una distopia.
A domani Ges.
Se al governo abbiamo chi fa del capitalismo la sua religione se nell'UE abbiamo come mantra la frase prima di tutto e su tutto non possiamo sperare che le cose cambino soprattutto se anche la gente non si sveglia e crede che Draghi possa essere il salvstore della Patria e tanti altri continueranno a fare prestiti per comprarsi l'ultimo modello di cellulare sism9 mlmedsi male.
RispondiEliminaMolti diranno che senza capitalismo non si vive. Io dico, invece, che si muore.
RispondiElimina
RispondiEliminaIl pensiero di Guy-Ernest Debord sviluppa essenzialmente i concetti di alienazione e reificazione, già centrali nelle riflessioni di Karl Marx, ma reinterpretati alla luce delle trasformazioni della società europea nel secondo dopoguerra. Lo sviluppo dell'economia nell'età contemporanea, con l'emergere dei nuovi fenomeni sociali del consumismo e della centralità dei mass media, avrebbe segnato infatti una nuova fase nella storia dell'oppressione della società capitalista: la prima fase del dominio dell'economia sulla vita sociale aveva determinato nella definizione di ogni realizzazione umana un'evidente degradazione dell'essere in avere. La fase presente dell'occupazione totale della vita sociale da parte dei risultati accumulati dell'economia conduce a uno slittamento generalizzato dell'avere nell'apparire, da cui ogni avere effettivo deve trarre il suo prestigio immediato e la sua funzione ultima. Ciò che aliena l'uomo, ciò che lo allontana dal libero sviluppo delle sue facoltà naturali non è più, come accadeva ai tempi di Marx, l'oppressione diretta del padrone ed il feticismo delle merci, bensì è lo spettacolo, che Debord identifica come un rapporto sociale fra individui mediato dalle immagini. Una forma di assoggettamento psicologico totale, in cui ogni singolo individuo è isolato dagli altri e assiste nella più totale passività allo svilupparsi di un discorso ininterrotto che l'ordine presente tiene su se stesso, cioè, il suo monologo elogiativo.
Lo spettacolo, di cui i mass media sono solo una delle molte espressioni, è parte fondante della società contemporanea, ed il responsabile della perdita da parte del singolo di ogni tipo di individualità, personalità, creatività umane: la passività e la contemplazione caratterizzano l'attuale condizione umana.
Aristotele si vergognerebbe della Politica, ora. Questo è un mondo dove il 10% della popolazione detiene la ricchezza mondiale. Dove non solo qui sei ricco e in un paese dell'Africa muoiono di fame, ma anche dove da un balcone si predica umiltà, pace e democrazia, e dove proprio sotto quel balcone si muore di fame.
RispondiEliminaSiamo di fronte a contraddizioni pazzesche, delle quali non ci accorgiamo neanche più.
Quelli che dileggiamo un Di battista che se ne è andato in giro per il mondo per i cavoli suoi e ora torna a fare la voce grossa per i 5s, sono i medesimi che applaudono il ritorno di Letta che ha fatto la medesima cosa.
E' tutto un ridicolo che si morde la coda.
Il capitalismo ha difetti strutturali che con il tempo invece di diminuire aumentano. L'assenza di una politica rigorosa, o meglio l'assenza della politica, permette danni gravissimi sulla popolazione.
EliminaCiao Gus! Buona domenica!
RispondiEliminaGrazie Irina.
EliminaCiao.
Non ci sono dubbi, il capitalismo è la rovina del mondo.
RispondiEliminaLa società è malata e come farmaco somministrano un veleno.
EliminaC'è una frattura, una divisione troppo netta tra chi comanda e decide le sorti del cittadino, e il cittadino stesso. Insomma, manca l'empatia. Anche io dico spesso "Se andassi io al Governo"... ma il problema è che non ci andrò mai. O se dovessi arrivarci, ci sarò arrivato soltanto attraverso un percorso che mi avrà portato a cambiare.
RispondiEliminaDistribuzione della ricchezza? Per carità. Del resto si sa che una cosa è spartirsi una torta in due, un'altra è farlo in dieci...
«Ancora prima dell’epidemia di coronavirus abbiamo sprecato un decennio nella lotta contro la povertà, con un trionfalismo fuori luogo che ha bloccato proprio le riforme che avrebbero potuto prevenire gli effetti peggiori della pandemia», ha commentato Alston.
EliminaPhilip Alston, Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla povertà.
Non è questione di empatia. Il cittadino subisce e si sente soddisfatto quando la fetta di torta è grande, mentre soffre quando la torta non ancora riesce ad assaggiarla.
Il mondo ricco ha bisogno del povero per sfruttarlo e assegnargli tutti i lavori più umili.
EliminaIl follower, ormai è mio. A volte è visibile, altre, resta bloccato.
RispondiEliminaCaxxo, devi togliere anche la mia immagine. Vai in bacheca e cancella. Sai bene come fare Cancellare tutto di MinniE
RispondiEliminaTecla rinsavisci. Smettila di fare la sciocca.
RispondiEliminaPosso andare a cenare, oppure hai bisogno di una lucidatina alle scarpe?
RispondiElimina🙄