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mercoledì, maggio 31, 2017
lunedì, maggio 29, 2017
venerdì, maggio 26, 2017
mercoledì, maggio 24, 2017
La libertà senza confini
Non esiste una morale cristiana, esiste solo una testimonianza ed una metanoia. Ancora troppi confondono la fonte con la foce inquinata da fin troppi rifiuti tossici, anche quelli aggiunti dai denigratori che però come gli altri non sanno e non vogliono andare controcorrente. La testimonianza è Cristo.
La morale cristiana non è fatta da leggi di dinamismi più o meno scientificamente scoperti nelle mosse del divenire umano dall'analisi razionale, ma l'attrattiva scoperta e ragionevolmente riconosciuta di fronte a quella Presenza eccezionale.
Il motivo e il contenuto dell'azione è Cristo: questa è la moralità perché Lui è la Verità.
Non basta sapere le leggi per osservarle. Lo sapeva bene san Paolo che, nella "Lettera ai Romani", afferma nettamente:" C'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo. Infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio".
La speranza dell'uomo e di un popolo non si possono poggiare sulle leggi; le leggi non sono capaci di darci la forza di aderire al bene che pur vediamo.
Dimenticando Cristo potrebbe avverarsi quel presagio e quell'incitamento di Nietzsche che ritiene decisivo, per superare e sconfiggere definitivamente il cristianesimo, attaccarlo non tanto sul piano della sua verità quanto su quello del valore della morale cristiana, mostrando che essa costituisce un crimine capitale contro la vita. In concreto il cristianesimo avrebbe introdotto nel mondo il sentimento e la coscienza del peccato e sarebbe il più grande avvenimento della storia dell'anima malata e il più fatale artifizio dell'interpretazione religiosa, da superare ed eliminare facendo riconquistare alla vita umana la sua innocenza, al di là del bene e del male, e così la gioia di vivere e una libertà senza confini.
La morale cristiana non è fatta da leggi di dinamismi più o meno scientificamente scoperti nelle mosse del divenire umano dall'analisi razionale, ma l'attrattiva scoperta e ragionevolmente riconosciuta di fronte a quella Presenza eccezionale.
Il motivo e il contenuto dell'azione è Cristo: questa è la moralità perché Lui è la Verità.
Non basta sapere le leggi per osservarle. Lo sapeva bene san Paolo che, nella "Lettera ai Romani", afferma nettamente:" C'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo. Infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio".
La speranza dell'uomo e di un popolo non si possono poggiare sulle leggi; le leggi non sono capaci di darci la forza di aderire al bene che pur vediamo.
Dimenticando Cristo potrebbe avverarsi quel presagio e quell'incitamento di Nietzsche che ritiene decisivo, per superare e sconfiggere definitivamente il cristianesimo, attaccarlo non tanto sul piano della sua verità quanto su quello del valore della morale cristiana, mostrando che essa costituisce un crimine capitale contro la vita. In concreto il cristianesimo avrebbe introdotto nel mondo il sentimento e la coscienza del peccato e sarebbe il più grande avvenimento della storia dell'anima malata e il più fatale artifizio dell'interpretazione religiosa, da superare ed eliminare facendo riconquistare alla vita umana la sua innocenza, al di là del bene e del male, e così la gioia di vivere e una libertà senza confini.
lunedì, maggio 22, 2017
La bellezza dell'amore
Uno sterminato Arkansas è il teatro dove Thelma e Louise comprendono di vivere in una società in cui l'assassinio fisico e morale della donna è una costante maledetta del maschio e pensano di ricambiare con l'omicidio dell'uomo dimostrando, invece, l'incapacità della donna di rapportarsi a un universo maschile prepotente rinunciando a lottare per raggiungere la complementarietà dei ruoli sessuali.
giovedì, maggio 18, 2017
Lo stupratore squattrinato
Venne rapinata e violentata sotto casa, ma non avrà alcun risarcimento. Né dall’aggressore né dallo Stato. Un diritto che le è stato negato da un’interpretazione discrezionale di una direttiva della Comunità Europea che riconosce alle vittime di reati violenti un indennizzo se l’autore non può pagare. Per i giudici torinesi la donna non avrebbe fatto tutto quello che era in suo potere per ottenere quel risarcimento direttamente dall’uomo che l’ha violentata.
IN GARAGE
Il 22 ottobre del 2011 Roberta stava rientrando a casa dopo una giornata di lavoro. Era appena scesa dall’auto per aprire il garage della sua abitazione quando è stata aggredita alle spalle. Poco settimane dopo il suo stupratore, un 40enne italiano, è stato arrestato. La giustizia penale ha fatto il suo corso: l’uomo è stato condannato a 8 anni e due mesi di carcere. Roberta ha avuto solo la soddisfazione di vedere il suo aggressore dietro alle sbarre. E così si è rivolta allo Stato, trascinando davanti al Tribunale civile di Torino la Presidenza del Consiglio dei ministri chiedendo che venisse condannata a pagarle un indennizzo per l’omessa attuazione della «Direttiva Ce numero 80 del 2004», che impone agli Stati membri di garantire un adeguato ed equo ristoro alle vittime di reati violenti intenzionali. Il giudice ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati della donna, Stefano Commodo e Gaetano Catalano dello studio Ambrosio & Commodo. Il perché è da ricercarsi in un tecnicismo.
L’AUTORE DEL REATO
La questione ruota intorno a quella direttiva Ce per la quale l’Italia nell’ottobre scorso è stata condannata dalla Corte di Giustizia europea perché inadempiente nella sua applicazione. La norma prevede che le vittime di reati violenti intenzionali debbano essere risarcite dallo Stato perché in molti casi «non possono ottenere un risarcimento dall’autore del reato, in quanto questi non può essere identificato o non possiede le risorse necessarie». Ma per i giudici aver subito un stupro e una rapina non dà diritto di per sè al risarcimento, la vittima deve anche dimostrare che il colpevole non sia in grado di pagare di tasca propria.
La sentenza, depositata la scorsa settimana, si scontra con un altro verdetto, diametralmente opposto, a Milano. Negli stessi giorni in cui il giudice torinese negava l’indennizzo a Roberta, la Corte d’Appello civile del capoluogo lombardo condannava la Presidenza del Consiglio a risarcire con 220mila euro due donne, madre e figlia, vittime di rapina e stupro. Un caso drammatico: la figlia è stata violentata davanti alla madre durante una rapina nel loro negozio. Nella sentenza si evidenzia come gli stupratori, sei romeni che stanno scontando 11 anni di carcere, non fossero pacificamente in grado di risarcire la vittima perché detenuti. Così come lo stupratore di Roberta. Ma nel caso milanese non è stato necessario alcun tipo di accertamento patrimoniale da parte dei legali.
Letto nel quotidiano "La Stampa"
mercoledì, maggio 17, 2017
Una domanda che chiede una risposta
Il cristianesimo ha tutta la morale che nasce da una storia brevissima, da una storia di tre anni, da quel momento in cui Pietro ha detto: “Sì, ti amo"
Il mondo nuovo è che gli uomini sono salvati dal fatto che accettano inconsciamente che ci sia qualcosa più grande di loro, cioè il mistero dell’Essere.
Il senso della nostra vita è misterioso; è «nelle mani di Dio», come dicevano i nostri vecchi. «Nelle mani di Dio», come qualche volta riusciamo a dire anche noi, con minore forza e verità. Ma questo «essere nelle mani di Dio» innanzitutto vuol dire che qualunque cosa noi si subisca, o qualunque cosa attraverso la quale noi quotidianamente passiamo, qualunque cosa accada, tutto è per un positivo, per un bene. Non si può staccare l'idea del Mistero di Dio dalla parola bene.
Gesù gli ha chiesto: "Simone mi ami tu?" Non gli ha detto tu mi hai tradito, non peccare, non essere incoerente. E' andata così perché Cristo sa che in noi la fede è minuscola e dovrà perdonarci cento volte cento.
martedì, maggio 09, 2017
Il marito quasi perfetto
Marito Esemplare: si sposa per amore, considera sua moglie una divinità terrena ed è sempre gentile e bendisposto ad aiutarla, ascoltarla, confortarla e ammirarla in ogni sua piccola o grande conquista della vita, nella gioia come nel dolore. La perdona, la rispetta, darebbe la vita per lei. Lavora felice pensando a lei, torna sempre a casa con un regalino e la accompagna ogni volta che desidera a fare shopping, pagando tutto lui, e siede accanto a lei sul divano, abbracciandola davanti alla tv, guardando insieme Sex and the City durante la finale dei mondiali di calcio.
Marito Standard: si sposa per paura di restare solo, considera sua moglie una sciocca qualsiasi e passa le sue giornate a lavoro, per poi tornare a casa già nervoso e pronto a litigare. Finge di sbattersene di sua moglie ma in fondo le vuole bene e dopo un paio di parolacce le chiede scusa e la abbraccia teneramente. La partita e la birra sono all'apice della sua scala valori, guai però a chi gli insulta la consorte.
Marito Sanguisuga: si sposa per interesse, se ne fotte di sua moglie, sposata unicamente per il suo patrimonio, ma fotte un elevato numero di altre donne. Dorme in un letto separato, non parla quasi mai con sua moglie, hanno una tv per ciascuno e si evitano a vicenda.
Marito Sprovveduto: si sposa per ingenuità, innamorato di sua moglie fino a scoprire che lei è in realtà totalmente diversa da quella che sembrava prima. Troppo fesso per reagire, lavora come uno schiavo per soddisfare i capricci della donna infedele ricevendo solo insulti da lei e dalla suocera. Morirà martire, vergognosamente cornificato.
Marito Tuttofare: si sposa per compulsività, tratta la moglie come un'allieva da educare, supervisionando meticolosamente ogni suo gesto, movimento e attività casalinga. Munito di grembiule e porta attrezzi, lamenta l'incapacità della sua consorte nello svolgere le faccende più impossibili che lui spaccia per elementari, come risparmiare 10 euro sulla caldaia costruendola e installandola da sé oppure salvando il 2% di energia elettrica col nuovo gruppo elettrogeno a dinamo autonoma alimentato da pompelmi.
Marito Bestia: si sposa per comodità, tratta la moglie uno schifo e la schiavizza a ceffoni e calci. Quando c'è la partita, usa la moglie come tavolino per poggiare i piedi e le bevande. Morirà senza accorgersene, poco cornificato ma parecchio incazzato, avvelenato da uno dei due figli.
Marito Perfetto: si sposa per sadismo dopo aver ucciso la suocera, tiene la moglie nuda e incatenata in uno sgabuzzino nutrendola a pane, acqua intofandola di mazzate dalle tre alle sei volte al giorno. Durante la partita, usa la moglie come antenna legandola sul tetto con le stecche di metallo sulle braccia, per una ricezione ottimale. Non le permette di parlare né di avere opinioni, altrimenti giù di crick sulle gengive.
lunedì, maggio 08, 2017
La menzogna peccato grave
Un uomo di nome Anania con la moglie Saffira vendette un suo podere e, tenuta per sé una parte dell'importo d'accordo con la moglie, consegnò l'altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. Ma Pietro gli disse: "Anania, perché mai satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest'azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio". All'udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli che ascoltavano. Si alzarono allora i più giovani e, avvoltolo in un lenzuolo, lo portarono fuori e lo seppellirono. Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò anche sua moglie, ignara dell'accaduto. Pietro le chiese: "Dimmi: avete venduto il campo a tal prezzo?". Ed essa: "Sì, a tanto". Allora Pietro le disse: "Perché vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te". D'improvviso cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono, la trovarono morta e, portatala fuori, la seppellirono accanto a suo marito.
venerdì, maggio 05, 2017
Cento anni dall'evento di Fatima
Nel Cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle.
Maria è scossa dal sonno di morte.
Il Figlio le porge la mano e Maria lo segue.
S'innalza dalla terra, attraversa le sfere celesti le porte eterne si schiudono e la Madre di Dio vi entra.
Era conveniente che colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. Era conveniente che colei che aveva visto il proprio figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre. Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio.
Lo psicanalista Carl Gustav Jung rimase impressionato dalla proclamazione del dogma ritenendolo "l'evento più rilevante della storia del cristianesimo dai tempi della riforma", definì tale proclamazione "petra scandali per una mente priva di sensibilità psicologica", affermando che tuttavia "il metodo che il Papa adopera per dimostrare la verità del dogma ha senso per la mente psicologica". Nel nuovo dogma Jung apprezzava in particolare l'estensione simbolica della Trinità a una "quaternità" che si apriva finalmente alla dimensione femminile e, quindi, alla totalità.
Maria è scossa dal sonno di morte.
Il Figlio le porge la mano e Maria lo segue.
S'innalza dalla terra, attraversa le sfere celesti le porte eterne si schiudono e la Madre di Dio vi entra.
Era conveniente che colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. Era conveniente che colei che aveva visto il proprio figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre. Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio.
Lo psicanalista Carl Gustav Jung rimase impressionato dalla proclamazione del dogma ritenendolo "l'evento più rilevante della storia del cristianesimo dai tempi della riforma", definì tale proclamazione "petra scandali per una mente priva di sensibilità psicologica", affermando che tuttavia "il metodo che il Papa adopera per dimostrare la verità del dogma ha senso per la mente psicologica". Nel nuovo dogma Jung apprezzava in particolare l'estensione simbolica della Trinità a una "quaternità" che si apriva finalmente alla dimensione femminile e, quindi, alla totalità.
lunedì, maggio 01, 2017
Leggendo " Il Sabato"
Cornelio Fabro
In questo
primo maggio dove i lavoratori non sono più compagni, ma seguono i comportamenti del film “Kill Your Friends”, ho pensato di
leggere vecchie riviste e con stupore ho constatato la loro attualità.
Il poeta José Jimenez scrive: “Sento che la mia nave ha urtato sul fondo qualcosa di grande e nulla accade. Quiete, onde. O tutto è già accaduto e stiamo così, paghi nel diverso.
Tutto è già accaduto perché il Mistero che ha fatto il mondo è diventato uno di noi, un compagno del cammino di ognuno. Eppure noi stiamo tranquilli malgrado sia accaduto qualcosa di grande, cioè nell’ovvio, nel modo di vivere di tutti, discepoli della cultura dominante e plagiati da essa. La routine non ci fa accorgere il diverso, l’urto con l’annuncio di fede. Ciò che qualifica questa mentalità comune si chiama ateismo.
Ateo è una parola priva di senso, un ossimoro, è come dire “cerchio quadrato” Perché a-teo vuol dire “senza un significato”, e l’umana ragione non può sussistere senza l’affermazione di un significato. La mentalità comune generata dal potere è qualificata da un ateismo che non è teorico. Un uomo dice: "Io, un ente supremo, lo riconosco, ma la Chiesa, i preti…no!”, e mi sembra comodo riconoscere un ente supremo ma astratto, perché non determina nessun cambiamento. E’ l’ateismo pratico o detto in termini sociologici, il laicismo.
Cornelio Fabro ha così definito la mentalità laicista: “Dio, se c’è, non c’entra con la vita dell’uomo" e l'uomo finisce per fare ciò che gli pare e piace. Una versione drammaticamente quotidiana di tale posizione è quella espressa nell’affermazione: “Io seguo la mia coscienza”.
Il poeta José Jimenez scrive: “Sento che la mia nave ha urtato sul fondo qualcosa di grande e nulla accade. Quiete, onde. O tutto è già accaduto e stiamo così, paghi nel diverso.
Tutto è già accaduto perché il Mistero che ha fatto il mondo è diventato uno di noi, un compagno del cammino di ognuno. Eppure noi stiamo tranquilli malgrado sia accaduto qualcosa di grande, cioè nell’ovvio, nel modo di vivere di tutti, discepoli della cultura dominante e plagiati da essa. La routine non ci fa accorgere il diverso, l’urto con l’annuncio di fede. Ciò che qualifica questa mentalità comune si chiama ateismo.
Ateo è una parola priva di senso, un ossimoro, è come dire “cerchio quadrato” Perché a-teo vuol dire “senza un significato”, e l’umana ragione non può sussistere senza l’affermazione di un significato. La mentalità comune generata dal potere è qualificata da un ateismo che non è teorico. Un uomo dice: "Io, un ente supremo, lo riconosco, ma la Chiesa, i preti…no!”, e mi sembra comodo riconoscere un ente supremo ma astratto, perché non determina nessun cambiamento. E’ l’ateismo pratico o detto in termini sociologici, il laicismo.
Cornelio Fabro ha così definito la mentalità laicista: “Dio, se c’è, non c’entra con la vita dell’uomo" e l'uomo finisce per fare ciò che gli pare e piace. Una versione drammaticamente quotidiana di tale posizione è quella espressa nell’affermazione: “Io seguo la mia coscienza”.