Quando Gesù viene chiamato l’Agnello di Dio in Giovanni 1:29 e Giovanni 1:36, è un riferimento a Lui come sacrificio perfetto e finale per il peccato. Per capire chi era Gesù e che cosa ha fatto, dobbiamo partire dall’Antico Testamento che contiene profezie sulla venuta di Cristo come “sacrificio per il peccato” (Isaia 53:10). L’intero sistema sacrificale stabilito da Dio nell’Antico Testamento, era infatti un preparativo per la venuta di Gesù Cristo, che è il sacrificio perfetto di Dio per l’espiazione dei peccati del Suo popolo (Romani 8:3; Ebrei 10).
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martedì, giugno 30, 2015
L'amore che si sviluppa attraverso la conoscenza
Quando Gesù viene chiamato l’Agnello di Dio in Giovanni 1:29 e Giovanni 1:36, è un riferimento a Lui come sacrificio perfetto e finale per il peccato. Per capire chi era Gesù e che cosa ha fatto, dobbiamo partire dall’Antico Testamento che contiene profezie sulla venuta di Cristo come “sacrificio per il peccato” (Isaia 53:10). L’intero sistema sacrificale stabilito da Dio nell’Antico Testamento, era infatti un preparativo per la venuta di Gesù Cristo, che è il sacrificio perfetto di Dio per l’espiazione dei peccati del Suo popolo (Romani 8:3; Ebrei 10).
mercoledì, giugno 24, 2015
Quando l'affettività diventa prepotenza
Ma, si potrebbe dire: dove finisce la consuetudine e
inizia la "cultura" (quando M. scrive i saggi, dalle Indie
Occidentali appena scoperte arrivano notizie di popoli nuovi, dove il potere
non ha le caratteristiche del dominio, rivelando un’antropologia culturale
diversa da quella europea e asiatica...)? E poi, l'abitudine intorpidisce
davvero i sensi o è anche una necessità? Non andremmo tutti alla malora se
agissimo come ci pare e tentassimo la via della libertà? Come si fa a stare nudi
e liberi, senza "abiti" o tradizioni? E se si tratta di cambiarli,
quali sono quelli inadatti alla valorizzazione personale?
martedì, giugno 23, 2015
Quando l'incontro ha una particolare attrattiva
Il
coraggio di dire Io avviene in una situazione
particolare
che si chiama incontro.
Solo
nel fenomeno dell'incontro si dà la
possibilità
all'Io di decidere, di rendersi capace
di
riconoscere ed accogliere la verità,
e
la verità è una presenza.
Tutto,
per ciascuno di noi, è cominciato con un incontro.
La
fede nasce come grazia di un incontro che
gratuitamente
sorprende.
Quando
si è colpiti dall'incontro la vita cambia,
senza
che ci si ponga innanzitutto il problema di cambiarla.
L'incontro
con Cristo, come narra il Vangelo, ha fatto
venir
voglia di seguirlo, non immediatamente
di
cambiare la vita.
In
quell'inizio, l'ultimo pensiero per Giovanni, Simone e Andrea,
era
quello di cambiare la vita.
Seguendo
la Presenza incontrata si impara
che
cos'è la vita morale, essa viene resa possibile.
Perché
se il termine della nostra considerazione
fosse
cambiare la vita o il diventar più morali,
come
esortano gli esponenti del partito degli onesti,
l'attenzione
si sposterebbe inevitabilmente su di sé
invece
che sulla Presenza, e ciò non farebbe cambiare.
venerdì, giugno 19, 2015
Potrebbe aver ragione Leopardi
Stendo un tappetino dove potrà camminare l'amico vagabondo. Fanno ancora l'esame di stato? Ma è un'idiozia. Leopardi introduce il rapporto tra quello che offre il mondo e il nostro Desiderio. Senza saperlo, lui, il precursore del nichilismo, spiega che il desiderio dell'uomo non è di questo mondo. L'aveva già capito quando compose l'Infinito, a Silvia e il Sabato del villaggio. Più avanti della teologia e dei dottori della Chiesa, lui, il Leopardo ateo e inconsapevolmente credente.
giovedì, giugno 18, 2015
Il posto del Regno di Dio
domenica, giugno 14, 2015
Non bisogna confondere l'etica con la morale
Problematiche su quello che è Valore e non cambia mai e quello
che da valore voene declassato a possibilità |
mercoledì, giugno 10, 2015
Si perde il significato delle cose
Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza. La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto, non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento. L’ho amata più della salute e della bellezza, ho preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che viene da lei non tramonta. Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.
I Comandamenti dell'Essere (Non avrai altro Dio fuori di me, Ama il prossimo tuo come te stesso, Non nominare il nome di Dio invano, Ricordati di santificare le feste, Non desiderare la donna d'altri, Non desiderare la roba d'altri)Nel Libro della Sapienza si parla della Prudenza e della Sapienza. Virtù che rappresentano “ L’Essere”, cioè quello che noi siamo.
Il significato biblico di sapienza dà risalto al sano giudizio, basato su conoscenza e intendimento; è la capacità di usare con successo la conoscenza e l’intendimento per risolvere problemi, evitare o prevenire pericoli, raggiungere certi obiettivi o dare consigli ad altri su come farlo. È il contrario di stupidità, stoltezza e pazzia, alle quali è spesso contrapposta. Secondo Tommaso d'Aquino, fra queste quattro virtù (Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza), il primato spetta alla prudenza, in quanto rappresenta la retta norma di tutte le azioni. Ciò significa che un atto umano, per essere compiuto secondo la perfezione cristiana, non basta che sia in se stesso buono, se non è anche equilibrato.
I Comandamenti dell'Essere (Non avrai altro Dio fuori di me, Ama il prossimo tuo come te stesso, Non nominare il nome di Dio invano, Ricordati di santificare le feste, Non desiderare la donna d'altri, Non desiderare la roba d'altri)Nel Libro della Sapienza si parla della Prudenza e della Sapienza. Virtù che rappresentano “ L’Essere”, cioè quello che noi siamo.
Il significato biblico di sapienza dà risalto al sano giudizio, basato su conoscenza e intendimento; è la capacità di usare con successo la conoscenza e l’intendimento per risolvere problemi, evitare o prevenire pericoli, raggiungere certi obiettivi o dare consigli ad altri su come farlo. È il contrario di stupidità, stoltezza e pazzia, alle quali è spesso contrapposta. Secondo Tommaso d'Aquino, fra queste quattro virtù (Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza), il primato spetta alla prudenza, in quanto rappresenta la retta norma di tutte le azioni. Ciò significa che un atto umano, per essere compiuto secondo la perfezione cristiana, non basta che sia in se stesso buono, se non è anche equilibrato.