lunedì, novembre 20, 2017

Quando l'uomo si realizza






Quando leggevo Leopardi non mi era amico. Rappresentava molto meglio di quello che avrei saputo fare io ,quello che io sentivo, ma non mi era amico: era un'autorità fuori di me. Un po' per curiosità, un po' per dovere ho incominciato a capire certe cose. Leopardi mi spiegava le ragioni del suo essere malinconico e io non condividevo. I suoi lamenti li sentivo veri ma aumentavano la mia malinconia. Un motivo in più per essere in contrasto con lui, ma non solo non ero in contrasto, anzi mi diventava amico. Avevo compreso che uno ti diventa amico nella misura in cui tu lo interiorizzi, vale a dire, comprendi le ragioni del perché lui ti rappresenta. Dostoevskij iniziò a scrivere "l'Idiota" e buttò giù molte delle riflessioni e degli appunti che lo portarono a "I Fratelli Karamazov" e al suo incompiuto disegno di grande romanzo. Dostoevskij supera l'ipotesi che sorge in Nietzsche di un nichilismo lieve, o gaio, propagandato come modo di vivere da "turista", un po' distaccato e scettico tra le cose belle e le difficoltà del mondo. Secondo Dostoevskij l'abisso dell'animo umano non si risolve nell'individuare una buona idea o una norma giusta, ma nel mistero della presenza di Cristo.
Ho usato il lemma interiorizzare nel senso che vedevo il poeta come un'autorità estranea al mio io.
Il passaggio successivo che me lo fa diventare amico è che lui mi rappresenta. Esprime i miei stati d'animo in particolare l'ostilità della natura alla vita che dà all’uomo solo l’esistenza con la sua noia e il suo “nulla”. Una persona può diventarti amica senza interiorizzarla, ma non ti rappresenta.
Ognuno di noi ha un io.
Il dono che ci è stato fatto al momento della nascita, anzi, al momento in cui siamo stati concepiti.
Si chiama identità.
Questo è il valore più grande del quale siamo portatori fino al momento in cui lasceremo questa Terra.
E' qualcosa che ci è stato dato, e ne dobbiamo rendere conto.
Quando un uomo riesce a far coincidere la sua vita con la propria vocazione, allora veramente si realizza.



 

17 commenti:

  1. Possiamo poi aggiungerci una d, davanti.
    Perché quello è il vero io, al di là di ogni religione incatenante :)

    Moz-

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    1. Esso organizza e gestisce gli stimoli ambientali, le relazioni oggettuali ed è il principale mediatore della consapevolezza. Si può immaginare l'Io come il gestore centrale di tutte le attività psichiche, che rivolge verso sé stesso e verso l'ambiente esterno generando, appunto, la consapevolezza propria e della realtà.

      Mentre il Sé enuclea la persona nella sua totalità rispetto all'ambiente, l'Io, inscritto nel Sé, è la struttura che percepisce se stessa ed entra in relazione con altre persone (con il "loro" Io), distinguendole come "non-Io".

      Wiki.

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    2. Sigmund Freud, iniziatore del movimento psicoanalitico, considerava l'Io (in tedesco Ich) come un'istanza psichica, vale a dire una struttura organizzatrice che ha il compito di mediare pulsioni ed esigenze sociali, rappresentate da altre due istanze in conflitto fra loro (l'Es e il Super Io). In psicoanalisi l'Io corrisponde all'Ego, dal momento che è la traduzione italiana del termine latino usato da Freud.

      L'Io gestisce i meccanismi di difesa, dei processi psichici deputati alla protezione dell'Io rispetto ad esperienze pulsionali troppo intense o ad altre esperienze minacciose. Alcuni esempi di meccanismi di difesa sono: rimozione, sublimazione, formazione reattiva, scissione, proiezione. Una scuola psicoanalitica creata da Anna Freud è la Psicologia dell'Io, che si è occupata prevalentemente di descrivere i meccanismi di difesa di cui l'Io dispone per rapportarsi con la realtà.

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    3. A me l'ovvio non compreso mi annoia e non riesco a rispondere.
      Meno male che c'è Wiki.
      Ciao Miki.

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    4. So bene cos'è l'Io (e il SuperIo e l'Es), sono appassionato di Freud :)

      Moz-

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    5. Scherzo Miki. A te tutto è concesso.

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  2. ... Ecco perché bisogna pregare affinché ciascuno di noi individui quale sia la vocazione a cui è chiamato. Ciao Gus e buona giornata.
    sinforosa

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    1. La vocazione è stare lontano dal peccato.

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  3. Eccellente. Bisognerebbe prendersi il tempo per interiorizzare il nostro grande creatore e altrettanto tempo per interiorizzare noi a lui.

    Il creatore ci ha fatto in maniera tremendamente meravigliosa citava Il re Davide nelle Sacre scritture.
    Ha dato a tutti noi, appunto il proprio io come regola al libero arbitrio ma ha fatto molto di più ci ha dato modo di emozionarci e sperimentare con l'arte. Ci ha dato i sogni, le speranze. Alle donne di essere delle piccole creatrici partorendo. Ci ha dato la natura, panorami, animali. Ha dato tutto per essere felici nonostante tutto.

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    1. Una lettura dei fatti come sempre eccentrica.
      Brava.
      Bacio Anna.

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  4. condivido il pensiero di Anna . Buona settimana

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    1. Tra poetesse l'intesa nasce spontanea.
      Grazie Cetina.

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  5. Migliore ipotesi per questa immagine: Fred Astaire, maestro del tip-tap.

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  6. Anche io ho apprezzato Leopardi da grande. Quando l'ho studiato non ha riscosso tutte le mie simpatie...

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    1. Le sue malinconie sono comuni a tutti e per questo ci rappresenta.

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  7. L'identità è davvero un bene prezioso. Per questo detesto l'omologazione, il voler essere uguali o simili a mille altri. A me piace essere me stessa: non migliore, non peggiore. Semplicemente me stessa, diversa da tutti gli altri.

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    1. Bisogna resistere al Potere.
      Pasolini è il grande diagnostico della rivoluzione antropologica in Italia, quella rivoluzione per cui dalla metà degli anni 50 alla metà degli anni 60 avviene un passaggio velocissimo da un mondo tradizionale fondato su una concezione umanistica e solidale a un altro in cui trionfano egoismo, apparenza, vuoto morale.
      E' il mondo del Nuovo Potere che nella sua ingannevole tolleranza persegue un'omologazione generalizzata.

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